Espatrio: come superare lo scoglio del test linguistico quando ci si trasferisce all'estero

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Pubblicato 2023-07-28 alle 11:30 da Asaël Häzaq
I test di lingua sono spesso richiesti per studiare e lavorare all'estero, o per ottenere un permesso di soggiorno, ma non incontrano i favori di tutti. Troppo costosi, dicono alcuni. Per altri si tratta di una formalità inutile, soprattutto quando già in possesso di buone competenze linguistiche. Indipendentemente dal motivo che ti spinge ad andare a vivere all'estero, ecco come affrontare gli ostacoli legati al superamento di queste certificazioni. 

L'importanza dei test linguistici quando si richiede un visto o un permesso di soggiorno

I test che valutano la conoscenza di una lingua straniera possono diventare un problema insormontabile per chi ha bisogno di un visto d'ingresso o di un permesso di lavoro. Non passarlo significa il mancato ottenimento del visto di lavoro, di studio oppure del permesso di soggiorno. 

Ma perché i test di lingua sono necessari? Le istituzioni sostengono che gli espatriati devono conoscere la lingua del Paese che li ospita per poter lavorare, studiare e integrarsi. Il costo del test varia da poche decine a diverse centinaia di dollari.

Il TOPIK (test di lingua coreana), ad esempio, costa tra i 40 e i 50 dollari. Il prezzo del Test de connaissance du français (TCF), necessario per ottenere il permesso di soggiorno in Francia, varia da 110 a 165 dollari. Il JLPT (test di lingua giapponese), indispensabile per lavorare in Giappone (gli espatriati devono ottenere almeno il livello N2), costa in media 100 dollari. La spesa cambia a seconda del livello del test e del Paese in cui viene sostenuto.

Un altro problema è rappresentato dalla tipologia del test. Alcuni candidati trovano che le domande a scelta multipla (QCM) non siano adatte. Questo modello è utilizzato in test come il TOPIK o il JLPT, che si basano esclusivamente su domande scritte a risposta multipla. E' frequente che chi ha una buona conoscenza orale della lingua non riesca a superare la prova scritta. Altro motivo di scontento è la validità dei test, giudicata troppo breve.
Gli espatriati ritengono che i vincoli dei test linguistici possano avere gravi conseguenze: domande di visto annullate a causa di ritardi nella consegna dei risultati o necessità di ripetere il test, perchè scaduto, mentre era in corso la procedura di rilascio del visto.

I test linguistici per gli studenti hanno sempre ragion d'essere?

Prendiamo l'esempio dell'Australia. Vivere "down under" è costoso, e non solo per le tasse universitarie. Per richiedere il visto studentesco è necessario superare uno dei cinque test di lingua inglese previsti. Una volta terminati gli studi, gli studenti internazionali che vogliono conseguire un master o un dottorato, o per accedere a settori professionali specifici, potrebbero dover ripetere i test di inglese. I laureati in infermieristica devono superare un nuovo test di inglese per iscriversi all'Australian Health Practitioner Regulation Agency.

Il test più diffuso tra gli studenti internazionali è l'International English Language Testing System (IELTS), riconosciuto da 11.000 organizzazioni in tutto il mondo. È gestito dal British Council, dalla Cambridge University Press and Assessment e dalla IDP Education, una società australiana. Costa 400 dollari e ha un periodo di validità limitato, a volte di soli due anni.

Nel corso di un'indagine sull'istruzione internazionale, il governo australiano ha portato alla luce una connivenza tra le università e la società IDP Education. Quest'ultima fornisce assistenza agli studenti per quanto riguarda la domanda di visto, l'ammissione all'università e la selezione dei corsi. Alcuni dirigenti della società sono membri del consiglio di una prestigiosa università australiana. La situazione ha destato delle critiche, si parla di conflitto di interesse, tanto che le autorità hanno informato che monitoreranno il corretto svolgimento di tutte le procedure.

Troppi test per la conoscenza delle lingue?

Un problema simile riguarda il test IELT, che viene gestito da una società per conto delle università. Le università sono anche azioniste della società, che ricava milioni di profitti dai test di inglese. Per gli studenti internazionali si tratta chiaramente di un conflitto di interessi. Alcuni studenti stranieri hanno dichiarato di aver pagato più di 1.500 dollari per 4 test della durata di appena 3 ore. Alcuni esponenti politici parlano addirittura di xenofobia. Secondo loro, questi test a ripetizione implicano che gli stranieri non parlano ancora abbastanza bene l'inglese, nonostante abbiano dimostrato a più riprese di avere una perfetta padronanza della lingua (grazie alle loro qualifiche, al lavoro che svolgono, ecc.). Il governo giustifica questa scelta sostenendo che è essenziale per gestire il "rischio immigrazione". I test garantiscono che gli espatriati possano essere "membri attivi della società australiana".

La tesi del governo non convince i diretti interessati che ritengono che l'ottenimento di un diploma basti a provare le loro competenze linguistiche. A meno che i diplomi conseguiti dagli espatriati non valgano meno di quelli dei cittadini locali. Per quanto riguarda la società che si occupa dei test di inglese (IELTS), sul sito web ufficiale raccomanda una validità di due anni, lasciando però alle istituzioni la possibilità di optare per una durata diversa. La IELTS stabilisce il periodo di validità del suo test in base al concetto di erosione linguistica, o attrito linguistico, ma questa politica non incontra i favori di tutti. Per quel che riguarda la IDP Education, nessuna dischiarazione sulla questione dei conflitti di interesse o sul periodo di validità dei test.