Australia tra inflazione, carenza di manodopera e crisi degli alloggi: le strategie del governo

Vita quotidiana
  • groupe de personnes en Australie
    TK Kurikawa / Shutterstock.com
Pubblicato 2023-12-04 alle 11:00 da Asaël Häzaq
La carenza di manodopera costringe l'Australia a cercare talenti stranieri, considerati il motore della crescita economica. In parallelo, l'inflazione mette a dura prova le finanze dei cittadini e il costo degli affitti è alle stelle. Ecco una panoramica della situazione attuale in Australia e delle implicazioni per gli stranieri.

Inflazione persistente

Secondo l'Australian Bureau of Statistics, il costo degli affitti sta aumentando al ritmo più veloce degli ultimi 14 anni. Con l'inflazione che mette a dura prova le finanze dei cittadini, l'aumento degli affitti è diventato un problema politico e una fonte di tensione. L'Australia è impantanata in una crisi immobiliare e in un'inflazione persistente (l'inflazione annuale è stimata al 5,4%). Nel tentativo di contenerla, Michele Bullock, governatore della Banca Centrale Australiana, ha aumentato il tasso di interesse di riferimento al 4,35%, il livello più alto dal dicembre 2011. Sebbene il picco inflazionistico sia passato, il governatore dice che l'inflazione rimane ad un livello troppo alto. Si stima che la percentuale delle case in affitto sia inferiore all'1%.  Il costo degli affitti è alle stelle. I giovani e i cittadini meno abbienti sono i più colpiti dalla crisi. Avere una casa di proprietà è, per molti, solo un miraggio.

Ma cosa c'entra tutto questo con l'espatrio/l'immigrazione? Nell'ottobre del 2021, l'Australia mette fine alla sua politica zero Covid, che implica la totale chiusura verso l'esterno. Di fronte all'esplosione della variante Delta, il governo laburista cambia rotta e punta sulla vaccinazione. Pochi mesi dopo, il 7 febbraio 2022, l'Australia riapre le frontiere. Il governo fa leva sull'immigrazione per rilanciare la crescita. Per funzionare, l'Australia ha bisogno di lavoratori stranieri.

L'immigrazione in soccorso della carenza di manodopera

La forza lavoro australiana non basta: il Paese è a corto di manodopera ed ha estremo bisogno di stranieri. Nell'estate del 2022, i posti scoperti erano 480.000, il doppio rispetto a prima dell'inizio della crisi sanitaria. Alcuni settori sono particolarmente colpiti, come il turismo, il settore alberghiero e la ristorazione. Anche altri, tra cui l'istruzione, l'ingegneria, l'edilizia, l'informatica e la sanità, soffrono di gravi carenze. La disoccupazione è ai minimi storici. A luglio scorso, il tasso di disoccupazione era del 3,4%, percentuale che non si registrava dagli anni '40.

Per contrastare le conseguenze della sua politica zero Covid, l'Australia si è lanciata in una corsa per attirare nuovamente la manodopera estera. È necessario far rientrare gli stranieri che se ne sono andati all'inizio del Covid-19 e reclutarne altri. Nel settembre 2022, l'esecutivo ha annunciato un aumento del 25% sulla quota di immigrazione qualificata, per attirare circa 200.000 lavoratori stranieri all'anno, prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale. Per riuscirci, le aziende promettono aumenti di stipendio e incentivi. Il governo intende inoltre facilitare il riconoscimento dei diplomi ottenuti all'estero, sempre per incoraggiare l'immigrazione economica. I datori di lavoro e i sindacati sostengono il piano del governo, pur sottolineando l'importanza della formazione e dell'apprendistato per garantire una maggiore corrispondenza tra l'offerta di lavoro e la domanda.

Esiste un legame tra immigrazione e aumento degli affitti?

Nel 2022 la crescita è salita a +4,2%  e nel 2023 è stimata al 2,5% (dati OCSE). Gli stranieri stanno tornando. L'Istituto australiano di statistica ha rilevato, nel corso del 2022, un aumento del 29,5% del numero di residenti di origine straniera (+155.000 persone). Per quest'anno, il governo prevede di accogliere più di 300.000 stranieri, ovvero il 25% in più di quanto stimato dagli addetti all'immigrazione. L'allora vicesegretario del Dipartimento dell'Immigrazione, Abul Rizvi, ha riconosciuto che le cifre erano state "sottostimate" perchè basate sulle medie precedenti al Covid, quando l'esecutivo prevedeva un aumento annuale di 235.000 persone.

Un tasso di inflazione così elevato avrà la meglio sulla strategia australiana? È il caso di tenere gli stranieri fuori dal Paese, come ai tempi del Covid? Di fronte a una crisi immobiliare senza precedenti, il Canada si è dovuto interrogare, ma il dibattito è stato messo a tacere dal Ministro dell'Immigrazione Marc Miller, che ritiene che la presenza di stranieri non sia la causa della crisi abitativa. Piuttosto che ridurre il numero di nuovi immigrati, ha auspicato maggiori risorse per la costruzione di nuovi alloggi e per affrontare la crisi. Ironia della sorte, è stato proprio Sean Fraser, ex ministro canadese dell'immigrazione e ora  ministro dell'edilizia abitativa, a collegare l'immigrazione, l'aumento degli affitti e la crisi degli alloggi.

Crisi immobiliare: costruire per favorire crescita

Cosa sta davvero succedendo? Gli economisti australiani sono concordi nell'affermare che allo Stato mancano diverse centinaia di migliaia di case. Ma al momento l'edilizia è ferma. L'inflazione pesa sul costo delle materie prime, che sta salendo alle stelle. Gli imprenditori edili devono anche fare i conti con i gruppi "Not In My Back Yard": comunità di residenti che si oppongono alla costruzione di nuove case nella loro zona. Sì alle nuove case, ma lontano dalle loro. In contrasto, i gruppi "Yes In My Back Yard" fanno sentire la loro voce per accelerare la costruzione e l'accessibilità delle abitazioni. Case che, in media, costano il 30% in più rispetto a prima della crisi sanitaria. Secondo l'istituto finanziario SQM Research, gli affitti sono aumentati del 20% per gli appartamenti e del 16% per le case.

In parallelo, il Paese continua a soffrire di carenza di manodopera, in particolare nei settori del marketing, della finanza, dell'ingegneria, dell'architettura, del design, dell'istruzione, della scienza, della ricerca, dell'assistenza sociale, della sanità, dell'agricoltura e dei trasporti. Secondo la società immobiliare CBRE, gli affitti dovrebbero continuare a crescere (fino al 30% entro il 2028), soprattutto a Melbourne, Sydney, Perth e Brisbane. Da parte sua, il governo punta sull'Housing Australia Future Fund, un piano da 10 miliardi di dollari australiani per costruire 30.000 alloggi sociali, a prezzi accessibili, nei prossimi 5 anni.