Le due facce del Kenya
Ultima attività 25 Agosto 2014 di Francesca
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Buongiorno a tutti,
quando si visita un paese straniero per turismo, tutto sembra meraviglioso.
Trasferirsi allestero per viverci è diverso. Per quanto sia unesperienza che arricchisce, il percorso di un espatrio comporta difficoltà.
E importante considerare le due facce della vita in Kenya.
Tu, espatriato in Kenya, come descriveresti i diversi aspetti della tua esperienza?
Grazie in anticipo per la gradita testimonianza,
Francesca
Ciao Francesca , sono "nuova del blog, e la domanda che fai è sicuramente la più complessa ma anche la più comune che si possa fare ad un espatriato. Perdonami se come rispoasta ti copio e incollo l'ultimo post del mio blog personale .... ci ho pensato due anni prima di scriverlo ;-)
da sottoilmakuti.wordpress.com
Qualche giorno fa pensavo a cosa sia necessario per vivere in questo Paese. Perchè tante persone me lo chiedono, mi chiedono come sia lAfrica Comè vivere giù??? che meraviglia con quelle spiagge , il sole tutto lanno . Già spiagge meravigliose, palme da cocco , babbuini e scimmie , il profumo del frangipane, i big five , la savana e già che ci siamo mettiamoci il sorriso dei bimbi . E labaco dei luoghi comuni sul Kenya è quasi completo. Peccato che questo Paese sia tutta unaltra cosa, che la gente sia tutta diversa. Che gli animali selvaggi si vedano solo nei Parchi e che i frangipane perdano centinai di foglie e fiori e inzozzino il prato. Anche se il sorriso dei bimbi, che siano essi africani, italiani o giapponesi rimane una delle cose più belle della vita.
Ieri mi hanno taggata su fb su una pagina che romanticamente spiegava cosa sia il Mal dAfrica la prima parte era assolutamente veritiera , ma quando ho iniziato a leggere del fatto che la gente che non ha nulla ha la ricchezza più grande , quella del cuore mi è ribollito il sangue. E non perchè voglio farmi paladina dei diritti del popolo kenyota, ma perchè parlare in questi termini della gente africana è come pensare che tutti gli italiani vestano col fazzolettino a quadretti bianchi e rossi e suonino il mandolino. In vita mia mai conosciuto uno che sapesse suonare il mandolino. Ed ho vissuto in Italia 38 anni. Quindi non raccontiamoci che chi non ha nulla ha la gioia del cuore. Chi non ha nulla ha innanzitutto fame, è alla disperata ricerca di metodi per sopravvivere, che siano essi leciti o non leciti, non ha nessuna gratitudine per noi ricchi che sentendoci buoni allunghiamo loro qualche maglietta, qualche biglietto da mille e due caramelle. God bless you quante volte me lo sono sentita ripetere, dalle stesse persone che il giorno dopo mi hanno rubato lo zucchero, il detersivo , o il trapano. Certo potremmo biasimarli, ma se ci rendessimo conto che a casa hanno una famiglia numerosissima da sfamare, forse non saremmo così solerti nel giudicare negativamente.
Quindi, a rischio di diventare davvero impopolare, volete sapere come sia vivere qui? Bellissimo. Ma .
Ma non ci si integra, non con le migliaia di persone di colore che sono ai margini della sopravvivenza, che con noi nulla hanno da condividere e a cui non interessa minimamente la nostra compagnia. Loro vivono nel loro mondo, noi nel nostro, siamo lontani anni luce, se ci si avvicina e si hanno contatti è solo per lavoro o per interesse reciproco. Che sia perchè io bianco ho una attività e ti assumo come lavorante perchè il costo della manodopera qui è bassissimo, che sia perchè sono alla ricerca di amore e compagnia e tu non hai nulla da perdere a starmi accanto, che sia perchè sono un turista che non parla una parola di inglese e tu hai imparato litaliano e ti fai chiamare Silvio invece che Abdhalla e fai il simpaticone tanto per attirare maggiori clienti. E magari diventiamo amici e dopo 7 mesi che sono tornato in Italia mi scrivi che tuo figlio deve essere operato e non hai i soldi per curarlo e non è che potresti prestarmi qualcosa?
Le conoscenze e gli amici si fanno nella Upper class, tra le persone benestanti come noi, che siano esse bianche, nere o indiane. Tranne che con gli indiani che apprtengono a qualche casta chiusa. Perchè anche con loro non si va oltre al buongiorno e buonasera.
Il lavoro funziona, leconomia è in crescita e in movimento, ed anche se ogni volta che cè un attentato tutto sembra congelarsi per qualche giorno, poi piano piano le cose riprendono a funzionare e il lavoro a girare.
Ma lavorare con persone prive di qualunque professionalità non è semplice, non si può dar nulla per scontato, bisogna imparare ad arrangiarsi e controllare tutto, E far tutto senza lausilio della tecnologia. Perchè un africano è in grado di fondere un aspirapolvere in due minuti, spaccare un frullatore in un tempo anche inferiore, rompere rubinetti, scarichi dellacqua, pompe, froriferi, trapani in poche settimane. E anche in grado di non presentarsi al lavoro senza avvisare, per poi ricomparire qualche giorno dopo con assoluta disinvoltura o sparire definitivamente senza alcuna spiegazione logica. Ricordo una cameriera che è sparita per diversi giorni. A quanto pare si era abbassata la temperatura di qualche grado e lei aveva freddo. O la mia tata che si è presentata con due ore di ritardo senza neppure un sms. Quando le ho fatto notare che era inacettabile mi ha semplicemente detto se non venivo era peggio ed a dimostrarlo il giorno successivo non si è presentata ma mi ha mandato un sms.
Ciò nonostante vivere qui è bellissimo, perchè si impara ad andare lenti, a non aspettarsi nulla a non dar nulla per scontato, perchè la gente non avrà la gioia del cuore forse , ma ha spesso il sorriso sulle labbra e una parola gentile, perchè è un popolo che ama i bambini , che è tollerante.Perchè qui una famiglia allargata, strampalata, multietnica e multilingue come la nostra è perfettamente accettabile ed accettata senza alcun pregiudizio.Perchè qui si ha lopportunità di mettere in pratica il sogno nel cassetto, e se non funziona, Hakuna Matata, si da il via ad un altro progetto.
Quindi a chiunque abbia voglia di fare il grande salto vorrei dire, si può, io lho fatto e non ho le ali. Non è un salto indolore, non sono tutte gioie, ma ne vale la pena. Anche se limpatto con lAfrica a me ha stravolto la vita.