Il Consolato Generale d'Italia a Toronto e l'Istituto Italiano di Cultura, in collaborazione con Villa Charities e con il supporto di Heritage Calabria, sono orgogliosi di presentare la mostra La Superficie Introvabile | The Unfindable Surface.
Questa esposizione, che presenta le opere di due rinomati artisti italiani, Anna Romanello e Mario Martinelli, vuole celebrare la Giornata del Contemporaneo 2024 a Toronto. Curata da Flavio Belli, la mostra apre presso la Joseph D. Carrier Art Gallery del Columbus Centre di Toronto e riunisce due artisti provenienti da due diverse regioni d'Italia, mettendo in luce prospettive distintive ma complementari del variegato panorama artistico italiano, dall'antico all'iper-moderno.
Anna Romanello: Il Sud e le Città Invisibili
Nata in Calabria, Anna Romanello porta in primo piano le sue radici dell'Italia meridionale, combinando i colori vivaci, le texture e la luce del Mediterraneo con interpretazioni astratte della memoria e del luogo. Il suo linguaggio artistico è profondamente influenzato dal romanzo “Le città invisibili” di Italo Calvino, dove le città non sono semplicemente luoghi geografici ma spazi che esistono tra il reale e l'immaginario, tra il passato e il presente. L'uso del colore di Romanello è evocativo e dinamico, riflettendo il calore e l'intensità del paesaggio del sud Italia. Le sue opere spesso evocano le antiche città della Calabria o la città eterna di Roma, senza volerne essere rappresentazioni letterali. Ogni pezzo dell'installazione, ogni “Cretto” della Romanello, con le sue fratture nere frastagliate di terra cotta e le striature di ruggine arancione, suggerisce un senso di atemporalità e trasporta gli spettatori in città antiche immaginarie, omaggiando le sue radici calabresi ma anche riflettendo il suo percorso artistico personale e la stratificazione della storia dei luoghi che raffigura.
Mario Martinelli: Il Nord e il Gioco di Luci
Mario Martinelli, nato a Treviso, in Veneto, offre un netto contrasto con i paesaggi meridionali di Romanello, con le sue sculture e installazioni che si muovono tra luce, ombra e forma con uno sguardo più rivolto ad atmosfere settentrionali. La sua riproduzione del David di Michelangelo, alta oltre cinque metri, vuole essere un tributo al maestro fiorentino, con cui Martinelli reinterpreta la forma umana utilizzando una rete metallica, creando intricati giochi di luce e ombra che evocano la tecnica del chiaroscuro usata dagli artisti rinascimentali. La qualità architettonica delle opere di Martinelli trae ispirazione dai paesaggi nebbiosi del Veneto e 'uso della rete metallica nelle sue sculture introduce un senso di trasparenza e ambiguità, dove la forma umana è definita e al contempo decostruita. Le figure di Martinelli, delicate e industriali allo stesso tempo, esistono in uno spazio in cui i confini tra scultura e installazione si sfumano, creando un'esperienza visiva particolarmente riflessiva. La visione del curatore Flavio Belli vuole unire in un unico spazio espositivo questi due artisti per suggerire ed esplorare il concetto di "superficie introvabile" – una metafora per la complessità dell'identità italiana e della sua realtà contemporanea in continua evoluzione. Entrambi gli artisti, pur lavorando con tecniche molto diverse tra loro, si confrontano con i temi della memoria, dello spazio e della trasformazione. Le loro opere invitano gli spettatori a guardare oltre la superficie, interagendo con gli strati della storia, della cultura ed dell’emozione che plasmano il passato, il presente e il futuro dell'Italia.