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Vivere a Dubai: non è tutto oro quello che luccica

couple sur la plage a Dubai
Shutterstock.com
Scritto daAsaël Häzaqil 13 Giugno 2024

Dubai è davvero così come appare sui social media? È la nuova mecca degli ultra-ricchi e degli investitori senza scrupoli? Al di là delle apparenze, gli espatriati ci mostrano una realtà diversa, fatta di una quotidianità meno scintillante dell'immagine proposta dal web. Vi presentiamo l'altra Dubai.

Dubai oltre gli stereotipi

Dubai è la vetrina degli Emirati Arabi Uniti (EAU). Città cosmopolita, meta di giovani talenti dinamici, investitori ambiziosi e startup innovative, Dubai è una città che non dorme mai. È in continua innovazione, costruzione ed espansione. Ma questo potrebbe essere solo un lato di Dubai, quello che viene sbandierato sui social media e che abbaglia gli aspiranti espatriati. Di seguito gli condividono esperienze della "loro" Dubai, lontana dai luoghi comuni.

Dubai non è solo per gli ultra-ricchi

Senza dubbio le auto di lusso che sfrecciano nei quartieri chic, i centri commerciali alla moda e gli imponenti grattacieli, come il Burj Khalifa, fanno girare la testa. Ma Dubai è anche altro. Gli espatriati parlano di una quotidianità meno dorata, lontana dagli eventi VIP. A soli 20 minuti di auto dal vivace centro città, il costo della vita è più accessibile. Allontanandosi dai ristoranti più blasonati del centro, si può mangiare a meno di 20 dollari, scoprendo il cibo locale che si fonde con altre cucine etniche.

Gli espatriati insistono sul fatto che vivere a Dubai senza essere milionari è possibile, pur non negando che il costo della vita è alle stelle, per l'aumento degli affitti. Si stima che nel 2024 una persona single spenda circa 3.700 AED al mese (circa 1.000 dollari) per un alloggio a Dubai. Gli espatriati riconoscono anche che non tutti condividono la stessa esperienza di vita a Dubai. Non esiste un'unica realtà o modello di vita che accomuna gli stranieri in città.

Le donne sono ben integrate nel mondo del lavoro di Dubai

Sfatiamo il mito che le donne a Dubai non lavorino. Lo fanno, eccome, e in alcuni casi con prospettive migliori rispetto al Paese d'origine. Il governo sostiene di operare per l'uguaglianza di genere ed evidenzia il buon posizionamento nella classifica del Georgetown Institute for Women, Peace and Security (GIWPS). Nel 2023, l'Istituto ha classificato gli Emirati 22 su 177, appena sotto la Germania (21°) e prima della Francia (24°) e degli Stati Uniti (37°). Ricordiamo anche una legge, approvata nel 2020,  che sancisce la parità di retribuzione nel settore privato. Nel 2015 il governo ha creato un Consiglio per la parità di genere (Gender balance Council).

Dichiarazioni ufficiali e statistiche a parte, qualche dubbio, imputabile a una visione ancora "maschilista", rimane. Non sempre le donne riescono a farsi spazio, in un ambiente dove prevalgono gli uomini. Tuttavia, la maggior parte di loro concorda sul fatto che vivere a Dubai sia sicuro, anche per le donne sole. La città è conosciuta per la sua sicurezza.

Imparare l'inglese e l'arabo è importante

Qui si scontrano due correnti di pensiero. Alcuni stranieri ritengono che imparare l'arabo non sia necessario e che parlare inglese sia sufficiente per integrarsi in questa città cosmopolita. Altri sostengono che l'inglese non sia la lingua per eccellenza e che sia necessario parlare l'arabo. Ci ricordano che l'arabo è la lingua ufficiale.

La realtà è che gli stranieri che desiderano stabilirsi in modo permanente, in un determinato Paese, dovrebbero conoscerne la lingua. Gli espatriati a Dubai riconoscono che è possibile trasferirsi senza parlare perfettamente l'arabo, e questa regola vale soprattutto per chi pianifica un soggiorno a breve termine (anche se conoscere qualche frase per destreggiarsi nella vita quotidiana è importante).

Lavoratori migranti e immigrati a Dubai

Quando parliamo di stereotipi sulla vita degli espatriati a Dubai, è importante sapere di quali stranieri stiamo parlando. La stampa fa una distinzione tra espatriati e lavoratori immigrati. Quando Dubai ha ospitato in pompa magna la COP28 (novembre/dicembre 2023), è scoppiato uno scandalo. I "lavoratori migranti" o "lavoratori immigrati" lavoravano sotto un sole cocente mentre la legge vieta di lavorare nelle ore più calde della giornata. Un rapporto dell'ONG britannica FairSquare, pubblicato il 20 ottobre scorso, poche settimane prima della COP28, ha rivelato che molti stranieri, per lo più provenienti dall'Asia meridionale e dall'Africa, hanno partecipato attivamente alla ristrutturazione di Expo City, il centro congressi di Dubai. Questo ci ricorda che non tutti gli stranieri sono trattati allo stesso modo a Dubai, come in molte altre città del mondo.

Per alcuni si tratta semplicemente di una questione finanziaria. Gli espatriati più ricchi hanno stipendi migliori e lo stile di vita va di conseguenza. Altri, purtroppo, non guadagnano abbastanza per vivere bene. Alcuni stranieri si chiedono quando si è espatriati a Dubai e quando invece si è immigrati o lavoratori migranti. Senza voler cadere negli stereotipi, constatano che gli espatriati che lavorano nei cantieri e svolgono lavori pesanti sono "migranti", meno considerati degli altri. Al contrario, i professionisti stranieri della classe media si avvicinano all'idea che abbiamo della vita degli espatriati a Dubai.

Dubai non è gli Emirati Arabi Uniti

Infine, gli stranieri a Dubai ci ricordano le nozioni di base che troppo spesso tendiamo a dimenticare. Molteplici articoli e testimonianze su Dubai sono spesso confusi o fuorvianti, per ignoranza o per il desiderio di semplificare le cose. Ma partire dalle basi è fondamentale: gli Emirati Arabi Uniti non sono solo Dubai. Dubai è un emirato con una capitale omonima che è Dubai City Gli Emirati Arabi Uniti comprendono sette emirati: Abu Dhabi, Dubai, Sharjah, Ajman, Umm Al Quwain, Ras Al Khaimah e Fujairah.

Quando parliamo della vita lussuosa di Dubai, spesso ci riferiamo ai quartieri più eleganti, ma gli espatriati ci tengono a mostrare anche l'altra faccia di questa città, quella lontana dallo sfarzo e più vicina alla normalità.

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A proposito di

Ho una laurea magistrale in Giurisprudenza - Scienze Politiche e un diploma del Japanese Language Proficiency Test (JLPT) N2. Ho lavorato come addetta alla comunicazione. Ho oltre 10 anni di esperienza come web copywriter.

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