Nomadi digitali: come rispettare il Paese che vi ospita

Vita quotidiana
  • nomade numerique dans un cafe
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Scritto da Asaël Häzaq il 03 settembre, 2024
Come migliaia di altri nomadi digitali, hai deciso di lavorare in modo diverso. Pc alla mano, che è l'unico strumento di cui hai bisogno, vuoi conoscere come si vive in altri Paesi del mondo. Sei fortunato, perchè sempre più nazioni stanno lanciando dei visti per accogliere i nomadi digitali. Ma come vivere la tua avventura nel rispetto delle tradizioni della destinazione che ti ospita? Ecco alcuni consigli pratici.

I nomadi digitali stanno oltrepassando il limite?

Il numero di Paesi che rilasciano visti per nomadi digitali è aumentato sensibilmente. La vedono come un'opportunità economica per rilanciare il turismo, che si sta ancora riprendendo dalla crisi sanitaria, e per dare impulso all'economia locale. Ma cosa implica tutto ciò?

Per lavorare, ai nomadi digitali bastano un pc portatile e internet. Possono crearsi un ufficio praticamente ovunque, purché abbiano accesso a internet. Serve anche un tavolo, e allo scopo ci sono le caffetterie. Una rapida scorsa su Instagram li aiuta a individuare il posto migliore dove installarsi. I nomadi digitali hanno l'abitudine di postare foto accattivanti mentre lavorano nei caffè più alla moda, dal Messico a Taipei. È qui che iniziano i problemi.

Pensavi di essere l'unico a lavorare da quella caffetteria così carina... Peccato che tu l'abbia trovata scrollando su TikTok e Instagram. Il risultato è che un posticino tranquillo viene preso d'assalto dai nomadi digitali che passano il pomeriggio seduti, davanti al loro pc, consumando solo un caffè. I più oculati (o spilorci, a seconda del punto di vista) possono far durare una bibita per ore. Peggio ancora, alcuni mettono in carica i loro dispositivi alle spese del titolare, e questa è la goccia che fa traboccare il vaso.

Come rispettare lo spazio pubblico dove lavori

Ricordiamo che una caffetteria, un bar o una sala da tè non sono, per definizione, spazi da cui lavorare. Per farlo, puoi sistemarti con il tuo pc in un'area  di coworking, o in qualsiasi altro luogo progettato appositamente per i nomadi digitali. Se preferisci lavorare in un contesto meno formale, fai attenzione perché qualche gestore di bar/caffetterie potrebbe cacciarti dal suo locale. In Spagna, Germania o Portogallo, alcuni di questi posti sono diventati "off-limits" dato che accendere il portatile è vietato.
I proprietari dei bar si lamentano perchè i nomadi digitali (e soprattutto i loro computer), quando arrivano in massa, penalizzano l'immagine del locale, che si propone come uno spazio accogliente dove le persone conversano, si rilassano, mangiano e bevono. In tutto questo, vietare in toto i computer portatili va a discapito dei lavoratori rispettosi.

Potresti essere uno di loro. Ogni tanto lavori in un bar per un'ora o due, facendo più di una consumazione. Se nel bar che frequenti non ci sono regole precise, chiedi se puoi usare il pc. Se ti è concesso, evita di collegare il dispositivo alla presa di corrente (porta una batteria di riserva) e ordina più di una cosa.

Rispetta e preserva l'ambiente

Come nomade digitale, potresti avere la sensazione di vivere in una bolla dorata. Senza un ufficio o un orario fisso, il mondo è il tuo orizzonte. Ma questo orizzonte è minacciato dall'inquinamento. A Bali, la lotta all'inquinamento è una sfida giornaliera. Lo scorso marzo i monsoni hanno portato tantissimi rifiuti sulle spiagge. La situazione sta peggiorando. Le autorità puntano soprattutto il dito contro gli stranieri. A febbraio scorso, il governatore di Bali ha annunciato una tassa per “proteggere la cultura e l'ambiente”.

Alcuni espatriati tendono ad essere meno ligi quando vivono all'estero. Se lavorando in spiaggia (o in qualsiasi altro luogo) ti è capitato di "dimenticare" una lattina o una bottiglia d'acqua vuote, o un sacchetto di plastica, fai in modo che non succeda più. La volta successiva portati dietro una borsa in tessuto per mettere dentro i rifiuti da gettare negli appositi cassonetti. 

Rispetta le regole della città che ti ospita

Sognavi negozi aperti 24/7 e ti ritrovi in una città dove tutto chiude alle 18. Vorresti lavorare in quella deliziosa caffetteria fino alle 22:30, ma chiude alle 19. Ti accorgi che la disposizione dei tavoli non ti permette di vedere bene lo schermo del pc. Spostarti non aiuta, quindi ti improvvisi arredatore e riorganizzi gli interni. Questo esempio può sembrare esagerato, ma è successo davvero. La situazione peggiora lavorando in gruppo. L'effetto gruppo disinibisce, nel bene e nel male.

Per rispettare il Paese che ti ospita, inizia con il comprenderlo. Non intraprendere un viaggio senza conoscere qualcosa delle abitudini e dei modi di fare locali. Evita di lamentarti perché le cose sono diverse da come le immaginavi (o da come si vede sui social media). Fai il possibile per adattarti ai costumi del posto.

Mimetizzati sullo sfondo

Essere un nomade digitale non ti dà il diritto di posizionare il pc in aree protette o in luoghi inusuali. Cerca invece di osservare la gente del posto e prendi le loro abitudini.

Domandati perché hai scelto il nomadismo digitale. A differenza degli scrocconi che si piazzano con il computer in un bar per ore, bevendo solo un caffè, il tuo scopo potrebbe essere quello di scoprire la tua nuova città. Non ti presenti come un “nomade digitale” (come se si trattasse di una comunità a sè stante) ma come un semplice viaggiatore. Se rispetti la città che ti ospita potrai goderti al massimo il soggiorno.