Ritornare a casa o restare all'estero durante la vecchiaia

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Scritto da Helena Delbecq il 10 settembre, 2024
Se è vero che trasferirsi all'estero è spesso sinonimo di crescita personale e di esposizione a nuove culture, è anche doveroso considerare gli aspetti pratici di invecchiare nel Paese di espatrio. Dovresti considerare l'idea di tornare nella nazione d'origine in questa fase della tua vita? Al di là dell'aspetto emotivo - essere circondati dai propri cari - è importante valutare anche le questioni pratiche tra cui la gestione di una successione internazionale in caso di decesso. 

Perdita di autonomia vivendo all'estero

La decisione di tornare nel Paese d'origine è personale e dipende in gran parte dallo stato di salute individuale e dalla necessità di avere vicino la famiglia d'origine. La questione si fa più complessa quando ci si trova di fronte a una perdita parziale o totale dell'autonomia.

Se la nazione dove risiedi è vincolata a un permesso di soggiorno, cosa che spesso accade oltre i 90 giorni di permanenza, i familiari dall'estero potrebbero non riuscire ad assisterti per un lungo periodo. Mentre le procedure di ricongiungimento familiare sono comunemente usate per portare i genitori anziani a vivere con i figli espatriati, il contrario è molto meno comune. Sono pochi i Paesi, tra cui la Germania, che in base all'articolo 36 della legge tedesca sulla residenza, consentono il ricongiungimento con i genitori immigrati tramite un permesso di soggiorno temporaneo. In questo caso, è necessario dimostrare che i genitori hanno urgentemente bisogno di assistenza, soprattutto in caso di grave malattia o perdita di autonomia. Conviene verificare con gli uffici dell'immigrazione se esiste un'opzione che permetta alla famiglia di riunirsi per un periodo prolungato.

In caso di perdita di autonomia, l'aspetto finanziario potrebbe influenzare la tua decisione di tornare nel Paese d'origine. Gestire le spese in una situazione del genere può essere impegnativo. La pensione di anzianità, da sola, potrebbe non bastare a coprire l'assistenza domiciliare o il soggiorno in una casa di cura. È possibile sottoscrivere polizze assicurative per l'assistenza a lungo termine, ma è bene verificare che i benefici non siano limitati a un Paese specifico (di solito quello in cui si è stipulata l'assicurazione). 

Quali sono i passaggi amministrativi da considerare?

La scelta di tornare a casa o di rimanere all'estero dipende solo da te, ma è opportuno valutare che, in caso di decesso all'estero, i tuoi figli (o parenti prossimi) devono adempiere a una serie di formalità. Innanzitutto, devono comunicare il decesso alle autorità locali e poi contattare il consolato per ottenere un atto ufficiale e una copia conforme. Inutile dire che la trafila è piuttosto difficile da eseguire a distanza.

Il rimpatrio della salma nel Paese d'origine è un altro passaggio da affrontare. Le procedure sono molto regolamentate e i tuoi familiari devono ottenere un accordo per il trasporto e il rimpatrio rilasciato dal Comune in cui si svolgerà il funerale. Anche in questo caso, il consolato è l'intermediario a cui rivolgersi. Successivamento devono organizzare il trasporto della salma tramite un'agenzia specializzata, ad un costo che può variare dai 2.000 ai 6.000 euro, a seconda della distanza, della modalità di trasporto e di altri vincoli tecnici. Per sollevarli da questa spesa, potresti stipulare un'assicurazione per rimpatrio sanitario, che può essere utile anche in altre circostanze, come ad esempio per cure specialistiche. Per saperne di più, contatta la tua compagnia assicurativa. Il trasporto della salma può essere incluso anche in un contratto di assicurazione funeraria.

Indipendentemente dalla tua decisione, lasciare un documento che dettagli le tue volontà faciliterà notevolmente le cose ai figli/parenti. Secondo le leggi di alcune nazioni, questo documento può essere generalmente scritto a mano, su carta semplice, senza registrazione ufficiale. Se decidi di rimanere all'estero, ti consigliamo di fare un testamento internazionale, che richiede la presenza di un notaio.

Cosa c'è da sapere sulla successione internazionale

Le procedure amministrative e di successione sono note per essere generalmente laboriose e complesse, soprattutto se hai scelto di rimanere all'estero fino alla fine. In questo caso, è probabile che la tua famiglia debba gestire una successione internazionale. Questa procedura si applica quando una persona muore in un Paese diverso da quello di cui ha la nazionalità, o quando lascia un patrimonio in uno Stato diverso da quello di cui ha la nazionalità o la residenza.

All'interno dell'Unione Europea (UE), ad esempio, si applica la normativa dello Stato di ultima residenza del defunto (Regolamento Europeo sulle Successioni Internazionali del 2015). È quindi necessario determinare quale fosse la residenza abituale al momento del decesso (spesso complesso nei casi di persone che vivono in due Paesi). Se desideri che si applichi la legge dello Stato di nascita, devi dichiararlo esplicitamente nel testamento. Chi risiede al di fuori dell'UE, deve attenersi ai principi e alle convenzioni della legge nello Stato di residenza. Esiste una convenzione internazionale che specifichi la legge applicabile alla successione di un residente straniero? Questo è ciò che bisogna determinare, magari con il suo supporto di un professionista.

La scelta di rimanere all'estero, o di tornare nel Paese d'origine, dipende da fattori finanziari, amministrativi e affettivi. È bene valutare la situazione in anticipo, raccogliere tutte le informazioni necessarie riguardanti il tuo luogo di residenza e discutere apertamente la questione con i tuoi familiari.