L'aumento dei costi dell'istruzione frena gli studi all'estero

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Scritto da Asaël Häzaq il 08 ottobre, 2024
In un contesto di crisi e di politiche migratorie restrittive, gli studenti di tutto il mondo stanno rimodellando i loro progetti di trasferimento. Pur essendo ancora interessati a un percorso accademico all'estero, si prendono del tempo per pianificare le risorse finanziarie. Le destinazioni classiche di studio stanno perdendo popolarità, e ne stanno emergendo di nuove. Segue un'analisi.

Aumento dei costi dell'istruzione e nuovi calcoli per gli studenti stranieri

L'aumento dei costi dell'istruzione è tra le principali fonti di preoccupazione per gli studenti stranieri, insieme alle riforme restrittive sull'immigrazione. Le due questioni sono collegate. Una dopo l'altra, le grandi potenze stanno adottando misure per ridurre il numero di studenti stranieri. I diretti interessati ammettono che il costante aumento delle tasse scolastiche li costringe a valutare destinazioni meno popolari, ma che offrono un percorso scolastico altrettanto valido. E' il caso, ad esempio, dell'Australia: colpita di recente da misure restrittive (aumento della soglia di reddito, aumento delle tasse per i visti studenteschi, fine del “visa hopping”), molti studenti stanno lasciando il territorio per altre destinazioni, tra cui Taiwan.

Verso destinazioni più economiche

L'aumento del costo dell'istruzione non sta frenando la mobilità internazionale, ma sta modificando le destinazioni scelte dagli studenti. Anziché focalizzarsi su quelle più conosciute (Australia, Canada, Stati Uniti, Regno Unito), si stanno orientando verso quelle con tasse universitarie meno care (Malesia, Germania, Repubblica Ceca, Messico, Taiwan, ecc.).

Una laurea, o un master, in Repubblica Ceca costa tra 3.000 e 7.000 euro. Queste cifre si allineano a quelle della Germania (circa 5.000 euro presso un'università pubblica) e di Taiwan (tra i 3.000 e i 4.500 euro in media). Anche il costo della vita in questi Paesi è inferiore rispetto alle principali destinazioni di espatrio.

Negli Stati Uniti, il costo medio di una laurea è compreso tra 9.000 e 13.000 euro, superando i 90.000 euro per gli istituti più rinomati. L'Australia è un po' più accessibile, con tasse universitarie che vanno, in media, tra 10.000 e 30.000 euro. In Canada puoi aspettarti di pagare circa 24.000 euro. Nel Regno Unito, le tasse universitarie possono superare i 40.000 euro. Oltre a questi costi, anche le spese quotidiane (affitto, cibo, trasporti, ecc.) sono in aumento in questi Paesi.

L' aiuto dei genitori è indispensabile

La scelta di studiare all'estero coinvolge in prima persona anche i genitori. Diversi studi lo confermano. Uno dei più recenti, condotto da HSBC (Quality of Life Report 2024), prende come esempio i genitori indiani. Quasi il 78% di loro desidera che il figlio studi all'estero. In linea di massima, i genitori di tutte le nazionalità auspicano che il figlio entri in contatto con una nuova cultura, che consegua una "buona laurea", e che si inserisca in un contesto internazionale.

Lo studio mostra però che solo il 53% dei genitori indiani intervistati è in grado di finanziare gli studi dei figli. Il 51% si affida a borse di studio internazionali. Il 40% ricorre a prestiti per studenti. Quasi il 30% dei genitori dichiara di essere disposto a vendere i propri beni per finanziare gli studi all'estero del figlio.

Studenti stranieri alle prese con il mercato del lavoro internazionale

Dal Vietnam agli Stati Uniti, passando per la Nigeria, l'Australia e il Brasile, i genitori sono convinti che un'istruzione internazionale abbia un impatto positivo sul futuro del figlio. A loro avviso, i cambiamenti globali del mercato del lavoro richiedono una formazione all'estero. Pur essendo vero, a volte i genitori hanno un'immagine idealizzata dell'espatrio. Pensano che una laurea all'estero apra automaticamente le porte di una multinazionale e di uno stipendio elevato. Hanno per lo più una visione meritocratica, della scalata sociale attraverso il merito.

Ma la strada non è così spianata. Lo dimostra l'esperienza di un numero crescente di laureati stranieri in Canada, Australia, Regno Unito e Francia, che raccontano le loro difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro. Le recenti riforme sull'immigrazione stanno ostacolando ulteriormente il loro ingresso nel mondo del lavoro. Questa situazione, denunciata dalle associazioni studentesche, non è sempre chiara ai genitori. Gli studenti, che contavano su un lavoro stabile all'estero per estinguere i prestiti ed entrare nel mondo del lavoro, sono in difficoltà.

Come organizzare le finanze prima della partenza?

Gli aumenti delle tasse per i visti, i costi sanitari, la soglia di reddito per i permessi di studio, gli aumenti degli affitti, l'inflazione... per andare a studiare all'estero bisogna avere entrate sufficienti.

Richiedere una borsa di studio

Esistono numerosi programmi di assistenza alla mobilità internazionale, sotto forma di borse di studio, che possono essere assegnate dal Paese d'origine dello studente, da quello ospitante, da organizzazioni internazionali o da enti privati. È bene ricordare che, all'interno della stessa nazione, possono coesistere diversi tipi di borse di studio: borse di studio statali, regionali ecc... La loro entità varia generalmente in base al settore di studio, all'età e alla nazionalità del richiedente. Alcune borse di studio, ad esempio, sono riservate agli studenti che seguono un indirizzo scientifico. Altre sono destinate a studenti provenienti da una precisa area geografica. La Philanthropic Educational Organization (PEO), ad esempio, aiuta le donne che vogliono studiare negli Stati Uniti o in Canada.

Non è necessario aspettare il rilascio del visto studentesco per fare domanda di borsa di studio. Bisogna muoversi per tempo dato che l'offerta è spesso inferiore alla domanda. Inoltre, ci sono scadenze e criteri di selezione da rispettare. Gli studenti possono fare domanda per più borse di studio (a seconda dei vari criteri), a patto che siano cumulabili.

Trovare un lavoro part-time prima della partenza

I lockdown durante la pandemia hanno avuto un impatto significativo sugli studenti, che tradizionalmente dipendono da un lavoro part-time per finanziare gli studi e le spese di vita all'estero. Dato che la crisi economica in corso continua a minacciare la loro stabilità finanziaria, gli studenti cercano sempre più spesso un lavoro part-time prima della partenza. Così facendo vogliono assicurarsi una certa stabilità economica per fronteggiare l'aumento delle tasse sui visti per l'Australia, o per raggiungere i requisiti di reddito minimo per il permesso di studi canadese.

Sebbene la crisi economica abbia portato a carenze di manodopera in settori altamente concorrenziali come l'ospitalità e la vendita al dettaglio (che offrono ruoli come commessi, cassieri e camerieri), in alcuni Paesi assicurarsi un lavoro part-time è difficile. La crisi ha aumentato la domanda per questo tipo di mansioni, attirando non solo gli studenti ma anche altre persone in cerca di impiego, soprattutto in Paesi come la Francia.

Chiedere un prestito

È quasi un passaggio obbligato, soprattutto se vuoi iscriverti a un'università prestigiosa. Sulle prime pagine della stampa internazionale si leggono spesso articoli di giovani che hanno contratto debiti astronomici per andare a studiare negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Meno nota la situazione degli studenti in Australia e Canada, ma altrettanto preoccupante. 

Prima di chiedere un prestito nel tuo Paese, è fondamentale capire cosa comporta. A quanto ammontano gli interessi e quante rate devi pagare? Quali sono i termini di rimborso? Se, dopo la laurea, non vuoi ritrovarti con rate mensili superiori alle tue possibilità finanziarie (soprattutto se sei ancora alla ricerca di un lavoro), devi farti queste domande. Attenzione: alcuni finanziamenti prevedono che gli interessi vadano pagati prima del rimborso del prestito stesso. Se il prestito viene rimborsato dopo aver terminato gli studi, significa che gli interessi devono essere pagati mentre stai ancora studiando.