Mentre emergono le tendenze sulla mobilità globale per il 2025, analizziamo il panorama che ha caratterizzato l'espatrio nel 2024. Quali sono i Paesi che hanno registrato le migliori performance economiche? Come impatta questo risultato su chi vive all'estero e su chi progetta un trasferimento?
OCSE: Previsioni di crescita al rialzo
L'ultimo rapporto dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) offre una prospettiva più ottimistica di quanto inizialmente previsto. Si prevede che la crescita globale aumenterà del 3,2%, percentuale in miglioramento rispetto alla previsione di maggio scorso che era del 3,1%. Questo tasso di crescita dovrebbe rimanere stabile fino al 2025.
Punti forti e deboli delle principali potenze economiche
L'India, con una crescita stimata del 6,7% per il 2024, è in cima alla classifica della performance economica globale. Anche altri Paesi del G20 registrano una crescita significativa: Indonesia (5,1%), Brasile (2,9%), Spagna (2,8%), Stati Uniti (2,6%) e Corea del Sud (2,5%), allineandosi al tasso di crescita medio globale del 3,2%.
Al contrario, l'Eurozona è in difficoltà, con una crescita di appena lo 0,7%. Nel secondo trimestre del 2024, l'Irlanda, l'Estonia e la Finlandia hanno affrontato una recessione con cali del PIL rispettivamente del -4,1%, e -1,3% (Estonia e Finlandia). La crescita economica della Germania è praticamente ferma allo 0,1%, mentre l'Italia supera di poco le previsioni dell'Eurozona, con una crescita dello 0,8%. La Francia ha raggiunto un tasso di crescita dell'1,1%, in parte favorito dai vantaggi economici derivanti dall'aver ospitato le Olimpiadi. Spagna, Polonia, Slovacchia, Grecia e Bulgaria hanno registrato tassi di crescita superiori al 2%. A fine ottobre, il FMI (Fondo Monetario Internazionale) ha espresso preoccupazioni per la Germania. La nazione, e Berlino in particolare, sta attraversando un periodo di recessione che dura dal 2023.
In Europa, il Regno Unito si distingue positivamente. Non facendo parte dell'Eurozona o dell'UE, il Regno Unito ha aggiornato le sue previsioni di crescita all'1,1%, rispetto alla stima dello 0,4% di maggio 2024. E' uscito più rapidamente dalla recessione di fine 2023 rispetto a Germania, Italia e Giappone.
Il Regno Unito è uscito da una lieve recessione alla fine del 2023: un risultato più rapido rispetto a Germania, Italia e Giappone, che sono in recessione (-0,1% del PIL). Questo dato lo colloca al secondo posto tra i Paesi sviluppati del G7. L'unica nota stonata è l'inflazione, dove Londra registra il tasso più alto. Nelle altre principali economie, invece, è in calo.
Dobbiamo aspettarci ondate di licenziamenti nel settore high-tech?
Gli Stati Uniti, pur registrando una crescita robusta, devono ancora fare i conti con l'ondata di licenziamenti che ha colpito il settore tecnologico. Il settore resta comunque vivace, attirando molti talenti stranieri. A febbraio, Cisco ha licenziato 4.000 dipendenti. Ad agosto ha annunciato un nuovo piano di licenziamenti. Intel prevede di tagliare 16.000 posti di lavoro entro la fine dell'anno. Dell prevede di tagliare il 10% della sua forza lavoro globale, ovvero circa 12.500 dipendenti. Anche GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft) e altre importanti aziende del settore tecnologico sono coinvolte, con licenziamenti sia negli Stati Uniti che nelle filiali estere. Il calo della domanda, a seguito del COVID, ha provocato ondate di licenziamenti nel 2022 e nel 2023. Quest'anno, invece, la minaccia è rappresentata dai progressi dell'intelligenza artificiale (IA), che non mina solo i posti di lavoro più "automatizzabili" ma anche quelli della vendita al dettaglio, della comunicazione, del marketing e della contabilità.
Crisi nel settore automobilistico
Tra i settori da monitorare c'è quello automobilistico, soprattutto in Europa, dove i principali gruppi industriali e i loro subappaltatori stanno affrontando contraccolpi significativi. Nel primo semestre del 2024 sono stati annunciati ben 32.000 licenziamenti. Il gigante tedesco Volkswagen, ad esempio, ha comunicato la chiusura di tre stabilimenti in Germania e la revoca della garanzia sul posto di lavoro, un meccanismo in vigore da trent'anni per proteggere i dipendenti dai licenziamenti. Anche BMW, Audi e il colosso giapponese Nissan hanno annunciato piani di riduzione del personale. Nel frattempo, Stellantis (gruppo che include Peugeot) ha già eliminato 200 posti di lavoro a inizio 2024 e prevede di tagliarne ulteriori 1.100 nel 2025.
L'intero settore automobilistico europeo è in crisi e fatica a tornare ai livelli di produzione precedenti alla pandemia. Il mercato cinese, al contrario, si presenta più resiliente, anche grazie al supporto finanziario del governo di Pechino, che continua a reclutare talenti stranieri per rafforzare l'industria nazionale. In risposta a questa concorrenza, l'Unione Europea ha deciso di incrementare i dazi doganali sui veicoli elettrici importati dalla Cina.
In Europa, il settore automobilistico è ulteriormente penalizzato dall'impennata dei costi energetici, significativamente più alti rispetto a quelli di Asia e Nord America, causando pesanti perdite per i produttori. Nel frattempo, il mercato cinese, un tempo grande acquirente di automobili europee, in particolare tedesche, si sta contraendo. La Cina sta compensando questa flessione esportando un numero sempre maggiore di veicoli elettrici. Anche l'Europa sta cercando di accelerare la transizione verso le auto elettriche, ma le vendite complessive di automobili sono in calo, mentre quelle dei modelli elettrici cinesi e americani sono in costante crescita.
Quali implicazioni per gli espatriati e i futuri espatriati?
Dove espatriare nel 2025? Nonostante la crisi di settori come quello high-tech, le assunzioni internazionali non si sono fermate. Al contrario, le principali destinazioni di espatrio continuano a cercare personale altamente qualificato, alimentando una forte competizione tra talenti. Con i rapidi sviluppi dell'intelligenza artificiale e i nuovi piani di immigrazione varati dai governi, migliorare le proprie competenze è una strategia fondamentale per costruire una carriera all'estero.
Sebbene il PIL sia un indicatore utile per valutare la crescita economica di un Paese, non è sufficiente: chi desidera espatriare dovrebbe concentrarsi anche sulle tendenze del mercato del lavoro internazionale. È importante chiedersi: il proprio settore è tra quelli in espansione? Secondo il Segretario Generale dell'OCSE, Mathias Cormann, “L'economia globale è pronta a svoltare, con un calo dell'inflazione e una robusta crescita del commercio.” Tuttavia, mentre il settore dei servizi dovrebbe registrare un'accelerazione nel 2025, l'industria manifatturiera potrebbe continuare a soffrire.
Carenza di manodopera nel 2025: settori e opportunità
L'OCSE segnala una riduzione generale del numero di posti di lavoro vacanti, specialmente in destinazioni chiave per l'immigrazione come Canada, Stati Uniti e Australia. Questo calo è in parte attribuibile all'aumento della forza lavoro straniera, che sta contribuendo alla crescita economica di queste nazioni. La tendenza non inficia i trasferimenti internazionali ma li rimodella nel senso che le opportunità si stanno orientando verso profili altamente qualificati. Paesi come Australia, Regno Unito, Paesi Bassi, Emirati Arabi Uniti e Nuova Zelanda si stanno già muovendo in questa direzione.
Nel 2025, molti settori che richiedono competenze elevate necessiteranno di forza lavoro. In Norvegia, ad esempio, si prevede una domanda elevata in aree come tecnologia dell'informazione (IT), sanità, ingegneria, energie rinnovabili, edilizia, turismo e istruzione. Nel campo educativo, insegnanti di matematica e di fisica-chimica saranno particolarmente richiesti.
Anche l'Unione Europea avrà bisogno di giovani talenti dall'estero. Questo vale anche per Paesi che hanno adottato politiche “anti-immigrazione”, come l'Italia, che rischia di perdere il 30% dei suoi giovani lavoratori entro il 2025. Anche la Spagna è in una condizione simile. I settori in crisi di personale in Norvegia rispecchiano in larga parte quelli del resto dell'UE e delle principali economie globali.
A livello mondiale, il settore IT continuerà a trainare la domanda di lavoratori qualificati. Questo ambito, che spazia dall'aeronautica ai beni di lusso, è il pilastro dei settori industriali all'avanguardia. Purtroppo, la mancanza di competenze, in particolare nelle tecnologie avanzate e nelle professioni emergenti, perssite. Anche la reindustrializzazione di Paesi come la Francia rischia di essere ostacolata dalla penuria di talenti, soprattutto nell'informatica e nelle industrie tecnologiche.
Nel 2025, le nuove professioni legate all'intelligenza artificiale e alla tecnologia saranno tra le più richieste. Esperti di cybersicurezza, specialisti di IA e marketing digitale continueranno a essere figure fondamentali per le imprese. Di conseguenza, per i futuri espatriati, puntare su competenze avanzate in questi settori rappresenterà un vantaggio strategico.