La sensibilizzazione sul trattamento degli animali domestici e il problema del randagismo stanno acquisendo sempre più rilevanza a livello globale, spingendo sia gli espatriati sia i residenti locali ad agire attraverso adozioni e campagne di sensibilizzazione. Tuttavia, le risposte a queste problematiche variano notevolmente da Paese a Paese, influenzate da fattori culturali, legislativi ed economici.
La legislazione sul randagismo suscita polemiche in Turchia
In Turchia, una nuova legge sul controllo della popolazione dei cani randagi, entrata in vigore il 30 luglio, ha suscitato ampie polemiche. Mentre le autorità si difendono sostenendo che la legge ha lo scopo di ospitare i cani randagi nei rifugi, in attesa di adozione, gli attivisti per i diritti degli animali la criticano duramente, definendola una misura drastica che ha portato a un aumento significativo delle soppressioni. L'allarme sollevato da queste pratiche ha spinto numerosi espatriati e cittadini turchi a contattare rifugi per cercare di adottare questi animali. Solo nel mese di settembre, un rifugio ha facilitato l'adozione internazionale di circa 20-25 cani, ma ciascuna adozione ha richiesto un lungo iter burocratico prima che gli animali potessero raggiungere le loro nuove famiglie.
Proteggere gli animali domestici in un panorama legislativo in continua evoluzione
Il problema del randagismo si estende anche alla regione del Maghreb, dove le leggi che permettono l'abbattimento degli animali randagi continuano a generare dibattiti accesi. In Tunisia, dove i cani da guardia sono preferiti ai sistemi di allarme, l'abbandono di animali, in particolare di femmine con cuccioli, è comune e porta spesso a soppressioni autorizzate dallo Stato. I veterinari locali si direbbero favorevoli a un approccio basato su vaccinazioni e sterilizzazioni per gestire la popolazione randagia in modo più umano. In Marocco, nonostante una campagna di sterilizzazione e vaccinazione degli animali randagi, le autorità locali ricorrono ancora all'abbattimento, giustificandolo con la necessità di contenere focolai di rabbia e prevenire attacchi alle persone.
La situazione è complessa ed evidenzia la difficoltà di bilanciare le esigenze dei residenti, preoccupati per la loro incolumità, con quelle degli animalisti, che auspicano una gestione più etica. E' proprio alle luce di questa situazione che molte organizzazioni animaliste pressano le autorità perchè organizzino compagne di sterilizzazione e vaccinazione.
Adozioni internazionali di animali domestici
Di fronte a queste problematiche, molti espatriati vogliono adottare cani randagi provenienti da queste regioni, ma devono fare i conti con procedure amministrative complesse. Adottare un animale domestico dall'estero richiede una preparazione accurata. È fondamentale iniziare consultando associazioni per la difesa degli animali e i rifugi, che possono fornire linee guida sulla legislazione locale.
Organizzazioni come Paws Mauritius e Morocco Animal Aid, ad esempio, si prendono cura degli animali randagi e facilitano anche le loro adozioni internazionali, occupandosi delle vaccinazioni necessarie prima del trasferimento. Tuttavia, è fondamentale che i futuri proprietari si informino sulle norme specifiche del Paese di destinazione e sulle politiche delle compagnie aeree. Se molti Paesi dell'Unione Europea seguono regole standardizzate per i viaggi con animali domestici, alcuni, come la Spagna, richiedono esami specifici come lo snap test, una procedura obbligatoria anche per destinazioni come l'Australia e il Sudafrica. Inoltre, in alcuni Paesi è previsto un periodo di quarantena obbligatorio per gli animali domestici in arrivo.
Anche il metodo di trasferimento gioca un ruolo cruciale. La scelta tra far viaggiare l'animale in cabina o in stiva dipende dalle dimensioni dell'animale e dalle politiche della compagnia aerea. In molti casi, gli espatriati si affidano a un “compagno di volo”, che può essere una persona o un'agenzia di trasferimento specializzata. Questi servizi si occupano dell'intera logistica, inclusa la gestione della documentazione necessaria, un'opzione particolarmente utile quando il proprietario non può accompagnare direttamente l'animale.
Tutto dipende dal Paese di partenza, da quello di arrivo e dalle regole della compagnia aerea scelta: un animale che viaggia verso il Regno Unito, ad esempio, lo farà come merce e non potrà avere un compagno di volo. Per un trasferimento in Europa, invece, l'animale è considerato un bagaglio in eccesso e può viaggiare accompagnato. Prima della partenza, è obbligatorio sottoporre l'animale a un controllo veterinario per ottenere un certificato sanitario che attesti il rispetto di tutti i requisiti, tra cui vaccinazioni, identificazione tramite microchip, sterilizzazione e trattamenti antiparassitari.
I Paesi dove è più facile adottare un cane
Ci sono due modi per avere un cane: l'adozione o l'acquisto. Gli amanti dei cani ti diranno che l'adozione è il modo migliore per aiutare un animale in difficoltà. Le adozioni si fanno nei rifugi. L'acquisto, invece, avviene presso allevatori o venditori. Ma attenzione: alcuni Paesi, come la Svezia, vietano gli animali in gabbia. Insieme a Canada, Stati Uniti, Svizzera, Regno Unito e Australia, la Svezia è considerata tra le destinazioni migliori per adottare un cane. Conosciuta per la sua legislazione a tutela degli animali, la Svezia ne vieta l'abbandono, pena una multa.
Anche gli Stati Uniti hanno rafforzato la loro legislazione per una maggiore tutela dei cani. Nel 2019, una legge contro il maltrattamento degli animali ha equiparato la crudeltà verso gli animali a un reato federale.
In Svizzera, una legge federale sulla protezione degli animali (LPA) garantisce il benessere e la dignità degli animali. Nel 2021, un disegno di legge britannico proponeva il riconoscimento degli animali come esseri in grado di provare sentimenti. Nel maggio 2024, il Parlamento britannico ha votato per il divieto di esportazione di animali da allevamento vivi.
Affrontare la perdita di un animale domestico all'estero
Oltre all'adozione e al trasferimento, un'altra sfida importante per gli espatriati riguarda la gestione della perdita di un animale domestico. La morte di un animale può essere altrettanto devastante quanto quella di un membro della famiglia, e affrontarla all'estero può risultare particolarmente complesso. È fondamentale disporre di un sistema di supporto e conoscere le norme locali in materia di sepoltura o cremazione degli animali. In alcuni Paesi, le pratiche funerarie possono essere influenzate da fattori religiosi e culturali. In Arabia Saudita e in altri Paesi a maggioranza islamica o ebraica, la cremazione è vietata, e i proprietari spesso ricorrono a soluzioni informali, come la sepoltura nei propri giardini, nonostante le restrizioni legali.
Al contrario, gli Emirati Arabi Uniti offrono servizi strutturati come la cremazione presso il Central Veterinary Research Laboratory di Dubai, dove è possibile conservare le ceneri in urne apposite. In Europa, Nord America e Australia, la cremazione è una pratica comune, e in alcuni casi è consentito far riposare insieme animali e proprietari, evidenziando la crescente sensibilità verso il legame affettivo tra esseri umani e animali domestici.
La gestione del benessere animale, che si tratti di adozioni, trasferimenti o riti funebri, richiede quindi non solo un impegno emotivo, ma anche una conoscenza approfondita delle normative e delle pratiche locali, che variano ampiamente a seconda del contesto culturale e legislativo del Paese ospitante.