Salve Lorena, grazie per averci concesso quest'intervista. Ci parli un po' di te?
Ho 32 anni, una carriera d'avvocato d'affari alle spalle, un marito che amo come il primo giorno (e sono passati almeno 13 anni) e un grande amore per il mio piccolo Cookie (che non è il suo vero nome) di quindici mesi. Con i miei due ‘uomini' mi sono trasferita da 6 mesi in una città che, nonostante il tempo, ci ha conquistato subito: Bruxelles.
Sei l'autrice del blog “ Mamma che paura”, quand'è che hai cominciato a scriverlo e qual'è il motivo principale che ti ha spinta a farlo?
Ho aperto questo blog al quinto mese di gravidanza, come contenitore di emozioni, dubbi e paure di tutta questa intricata (e sconosciuta) faccenda del diventare madre. Non avevo molte amiche che erano madri e poi i ritmi lavorativi non mi consentivamo proprio di fare conoscenza con altre donne incinte e neomamme. E allora ho deciso di far sentire la mia voce nel web in cui ho trovato confronto e conforto che sono stati fondamentali e terapeutici in molti momenti di smarrimento e confusione. Nel tempo questo blog si è trasformato in un diario personale di vita quotidiana di una famiglia che volontariamente ha deciso di abbandonare il bel Paese per vivere all'estero.
Il blog ti ha aiutato a fare delle nuove amicizie?
Sì e lo dico con stupefatto orgoglio. Ho sempre considerato i blogger conosciuti online come dei contatti rilegati al mondo di internet, poi con l'espatrio è cambiato tutto. Il blog è diventato un vero e proprio veicolo per trasformare contatti telematici in amicizie in carne e ossa, di cui vado veramente fiera. È un piacere dare un volto a persone di cui ami il modo di comunicare, interagire, scrivere.
Prima di lasciare l'Italia, hai mai avuto delle incertezze soprattutto per quanto riguarda l'adattamento del tuo bambino alla nuova realtà?
Beh, è stata la decisione più importante della nostra vita, soprattutto perchè abbiamo scelto anche per nostro figlio che ha solo quindici mesi, quindi di dubbi e incertezze ne abbiamo avute. Ci pesava molto allontanarci dalle nostre famiglie di origine e dagli amici, perché abbiamo privato Cookie di affetti che riteniamo importanti per la sua crescita, ma poi abbiamo anche considerato che alla fine Bruxelles non è poi così lontana… Per il resto, proprio perchè molto piccolo non ci siamo preoccupati eccessivamente del modo in cui avrebbe reagito e adesso possiamo dire che avevamo ragione. È un bimbo sereno, felice e questa nuova vita ci ha unito ancora di più.
Com'è la vita di tutti i giorni a Bruxelles, i ritmi sono più rilassati rispetto a quelli romani?
Penso che il motivo principale che ci abbia convinti a trasferirci in questa nuova città sia proprio il fatto che è vivibilissima, meno stressante e molto accogliente per le famiglie. Per dirvene qualcuna: il nido ha degli orari compatibili con un lavoro full time, usiamo molto poco la macchina perchè abbiamo cercato fin da subito di costruirci una vita a misura di famiglia, quindi con casa vicino al lavoro, al nido e a quello che ci serve tutti i giorni. Tutto questo a Roma era oggettivamente impossibile, viste le distanze che la caratterizzano.
Avete, tu e tuo marito, già fatto amicizia con persone del posto? In generale la popolazione locale è aperta verso gli stranieri?
Bruxelles è una città che vive di rapporti personali e professionali e quindi è più facile fare amicizia. È popolata soprattutto da expat che, proprio perché lontani dalle proprie case di origine, sono più inclini a stringere rapporti.
A livello lavorativo, com' è la situazione a Bruxelles? Si intravedono aperture oppure il mercato è fermo?
Visto che io il mio lavoro me lo sto in gran parte ricreando, posso dire di avere un'esperienza diretta con la ricerca del lavoro, e mi sento di dire che la situazione è migliore di quella italiana, perchè di opportunità ne capitano con buona frequenza. Come sempre bisogna cercare quella più adatta a se stessi. Ma, insomma, a Roma era difficile avere un colloquio, qui no, se il tuo CV vale le società ti chiamano. Occorre, però, precisare che il livello di professionalità richiesto è molto alto, proprio perchè Bruxelles è crocevia di persone con un livello di esperienza lavorativa e accademica particolarmente elevata e le società sanno che possono avere il meglio.
Cosa vi piace fare nel tempo libero? La città offre opportunità di svago per le famiglie con bimbi piccoli?
Bruxelles ha moltissimi parchi attrezzati in maniera eccellente per i bimbi, e poi ci sono spesso delle manifestazioni, centri di arte e svago per i piccoli dove imparano a disegnare, scolpire, modellare. Anche se la cosa che ci piace fare al momento (forse perchè è da poco che siamo arrivati) è andare in giro a scoprire le città vicine. In particolare siamo innamoratissimi di Anversa, sarà per la vicinanza, per l'acqua e per la bellezza architettonica della città. E poi Bruxelles è talmente eurocentrica che in poche ore sei a Parigi, Londra, Amsterdam che non si può non approfittarne.
Ritornerete in Italia un giorno?
Se me lo chiedi ora la risposta è decisamente no. Abbiamo desiderato andare via e quindi al momento non ce lo chiediamo nemmeno. Magari se Cookie vorrà ci penseremo.
A fronte della tua esperienza, ti senti di dare qualche consiglio alle altre mamme che stanno per affrontare un trasferimento in un Paese estero?
Andateci preparate almeno sulle problematiche basilari: nidi, sistema sanitario, posti migliori dove vivere. Per il resto, buttatevi con cuore e mente aperta senza troppa paura. Credo che con i tempi che corrono una nuova lingua e un nuovo ambiente sia solo stimolante e arricchente per un bambino, soprattutto se correttamente supportato dai propri genitori.