Ciao Giulia e grazie per averci concesso quest'intervista! Ci racconti un po' di te, dove vivi ora e quanto tempo fa hai lasciato l'Italia?
Grazie a voi per avermi proposto la intervista. Nel blog mi faccio chiamare Giulia, anche se questo non è il mio vero nome nella realtà. Ho 30 anni e qualcosa (33, se proprio vogliamo essere precisi) e sono di origini sarde. Da 3 anni a questa parte vivo nella mia amata Barcellona.
Di cosa ti occupavi prima di trasferirti e cosa fai adesso?
In Italia ho studiato Economia e ho sempre lavorato in grandi aziende: mi sono occupata di molte cose fra cui ricerche di mercato, marketing di cioccolatini e ottimizzazione di pagine web di prodotti per la casa. Ho fatto molte esperienze lavorative, sempre sotto i neon di qualche ufficio milanese. E alla fine mi sono stancata. Arrivata a Barcellona ho trovato lavoro in una clinica di riproduzione assistita, dove mi occupavo di fare da interprete alle pazienti italiane e francesi. Ma da qualche settimana ho interrotto questa collaborazione per ritornare al mio vero amore: il web. Ora lavoro come freelance per una start up francese e scrivo per alcuni magazine online di viaggio, oltre che per il mio blog.
Sei una blogger, come si chiama il tuo blog e quando hai cominciato a scriverlo?
Il mio blog si chiama Trent'anni e qualcosa ed è nato all'inizio di quest'anno, quando l'esperienza alla clinica per cui lavoravo iniziava a farsi troppo intensa, e avevo bisogno di parlarne a un pubblico più ampio, che esulasse dalle mie colleghe di lavoro e dagli amici/familiari, che iniziavano ad averne un po' abbastanza dei miei aneddoti! Ma scrivere sul blog si è trasformato anche in un modo per affrontare molte tematiche che mi stanno a cuore sul mondo femminile, sulla ricerca dell'indipendenza e anche su temi più dolorosi come il divorzio, che ho vissuto in prima persona e che molte altre donne condividono.
Di cosa ti piace scrivere nel tuo blog?
Fondamentalmente mi piace molto parlare della mia nuova a vita da expat a Barcellona e di come la mia vita da trentenne sia cambiata tantissimo grazie alla scelta di venire a vivere qui. Più volte ho preso spunto dalle storie che mi raccontavano le pazienti della clinica per parlare di temi che stanno a cuore alle giovani donne, come la ricerca della maternità, la fine di una relazione o l'inizio di una nuova. Mi piace poter dare il mio punto di vista su questi temi che sono molto comuni fra le mie coetanee, è un modo per dire “ci possiamo passare tutte!”.
Come vi trovi a Barcellona? E' una città accogliente?
Barcellona è una città molto accogliente, solare e multiculturale. Dopo tanti anni di vita a Milano e dintorni avevo bisogno di ritrovare una città in cui respirare aria di mare, sentire il sole sulla pelle e vedere il mare tutti i giorni. Sono pur sempre isolana, e Barcellona è quanto di più vicino esista al clima della Sardegna. Per questo sono riuscita a realizzare uno dei miei desideri più grandi: vivere di fronte al mare. Il mio piccolissimo appartamento nel quartiere della Barceloneta si affaccia infatti sul Mediterraneo. Il lato negativo è che l'affluenza turistica in città è veramente enorme, quindi a volte prevale la voglia di scappare e di vivere in un posto più tranquillo, meno affollato e chiassoso.
Quali sono le differenze principali che hai riscontrato tra lo stile di vita spagnolo e quello italiano?
Siamo abituati a pensare che gli Spagnoli siano molto affini agli Italiani e in un certo senso è vero. Sono molti gli Italiani che si fermano qui a Barcellona, potrei dire che lo shock culturale quasi non esiste e ci si abitua in fretta ai ritmi della città. Ma in realtà le differenze sono molte. Io le ho notate soprattutto nel trattamento che ti riservano le persone: c'è molta più cordialità, è facile socializzare con gli sconosciuti e farsi nuovi amici. Ben più difficile fare lo stesso in una città come Milano, per esempio, o a Cagliari. Porto ad esempio due città che conosco bene e in cui ho vissuto personalmente, ma per esperienza indiretta so che in tante altre città italiane il discorso non cambia. Altra differenza lampante è che in Italia ci si lamenta tantissimo: la situazione non è rosea, lo sappiamo bene, fra crisi economica, opportunità lavorative carenti e classe politica allo sbando. In Spagna non si sta certo meglio, ma il modo in cui la gente affronta tutto questo è diverso. Rimane ancora in piedi la voglia di riderci su, affrontare la vita con un'allegria che in molte zone di Italia sembra persa. E vorrei far notare che la Spagna ha un tasso di povertà e rischio di esclusione sociale più alto di quello Italiano, secondo gli ultimi dati Eurostat.
I “must see” di Barcellona, cosa ci consigli di visitare assolutamente in città?
Tantissimi turisti vengono ogni anno a Barcellona e ne affollano le strade per vedere la Sagrada Familia, il Parc Güell o le Ramblas: attrazioni che qualsiasi guida turistica propone di fare in un fine settimana in città. Senza togliere niente alla bellezza dei monumenti più famosi, secondo me i must see di Barcellona sono le stradine del quartiere Gotico in cui perdersi senza meta, il parco del Montjuic per ammirare la città dall'alto, i bar della Barceloneta in cui incontrare personaggi locali e bere un ottimo vermut della casa. Barcellona è una città da vivere con calma, per poterla apprezzare davvero, cosa che si può fare allontanandosi dai circuiti più battuti. Doveroso concedersi una birra con tranquillità in uno dei tavolini all'aperto del barrio del Raval o del Poble Sec e mischiarsi all'allegria della gente che vi circonda.
Ti manca un po' l'Italia?
Devo essere sincera, non mi manca tanto. Ho nostalgia della mia famiglia e dei miei amici, ma so che l'Italia è a un'ora di aereo da qui, forse questo aiuta. C'è da dire inoltre che la comunità italiana è grandissima: se per un italiano il maggior cruccio dell'espatriare può essere il cibo, a Barcellona questo problema si pone poco. Ci sono tantissime pizzerie e locali di cucina italiana che non vi faranno rimpiangere i ristoranti italiani! Se proprio devo trovare una cosa che mi manca tanto, allora dico la colazione all'italiana: trovare dei croissant alla crema o alla marmellata degni di questo nome è praticamente impossibile (ma non ne escludo l'esistenza in qualche bar italiano che ancora non conosco!).
Hai qualche suggerimento da dare ai nuovi arrivati o a chi sta per trasferirsi per ambientarsi nel miglior modo possibile? Ci sono dei luoghi di ritrovo tra Italiani in città?
Abituarsi alla vita a Barcellona è molto semplice, secondo me. Come già detto le possibilità di incontrare nuove persone non mancano, si socializza facilmente…e se si ha voglia di parlare in italiano il problema non si pone. Statistiche alla mano, la comunità italiana è la prima per numerosità fra gli stranieri residenti a Barcellona! Il mio suggerimento per chi arriva comunque è di non considerare Barcellona come un surrogato dell'Italia: sarebbe un peccato perdersi il variegato melting pot che questa città concede. La possibilità di aprirsi a nuove culture e tradizioni è uno dei punti più arricchenti dell'espatrio, a mio parere, quindi vale la pena arrivare in città con la mente aperta, la voglia di imparare lo spagnolo al più presto nel caso non lo si conosca già e buttarsi nella mischia. Sarà divertente :)
I tuoi progetti per il futuro…
Bella domanda. Da quando sono arrivata qui ho imparato a vivere molto più alla giornata di quanto non facessi in Italia, e devo dire che ne ho tratto molti vantaggi in termini di serenità. Questa lentezza nel vivere fa un po' parte della cultura mediterranea, e a volte ho l'impressione che noi Italiani la stiamo un po' perdendo. Nel mio futuro quindi vedo nuove occasioni di viaggio, tante nuove pagine del mio blog e la volontà di continuare a godere della vita a Barcellona…E chissà che la vita non mi metta davanti anche l'espatrio in una nuova città, non lo escludo, mi entusiasma sempre l'idea di adattarmi a una nuova cultura.