Giulia è genovese, ama i viaggi e le lingue straniere. Fa la consulente commerciale. E' sposata con Andrés, un ricercatore scientifico originario di Madrid. Vivono da quattro anni nel centro di Edimburgo, città che apprezzano ma che non vedono come il posto dove mettere radici. Nei loro progetti futuri ci sono la Spagna o la zona a sud-ovest della Francia.
Raccontaci di te: chi sei e dove vivi attualmente?
Sono Giulia, ho 43 anni, vivo a Edimburgo, in città, con mio marito, Andrés, non abbiamo figli. Andrés è madrileno e ricercatore scientifico, io sono genovese e consulente commerciale.
Per il suo lavoro lui è obbligato a cambiare laboratorio spesso, prima di potersi stabilire.
Ci siamo conosciuti a Milano, dove entrambi lavoravamo.
Io ho avuto un percorso lavorativo un po' particolare, laurea in Filosofia, ho sempre amato viaggiare e le lingue e ho iniziato come traduttrice.
A Milano ero coordinatrice di traduzioni prima e manager di filiale, poi.
Da quanti anni vivi all'estero?
Da esattamente 4 anni.
Quali sono i motivi principali che ti hanno portata in Scozia?
Ho iniziato a lavorare pre-internet.
Ho visto un sacco di cambiamenti e a un certo punto ho cominciato a sentirmi così in disaccordo con l'Italia, le sue regole, la mentalità, che erano anni che sognavo di emigrare, ma il lavoro di Andrés è stata la molla pratica che ci ha portati a Dundee, in particolare.
Come molti scienziati si è trovato disoccupato; per lui è stato impossibile trovare qualunque cosa in Italia, ma aveva varie proposte dall'estero, la migliore dalla Scozia.
Io ero stata in Scozia tante volte da turista e ne ero innamorata, malgrado la mia intensa passione per il Latino America e volevo cambiare lavoro: quando ho chiuso la filiale abbiamo deciso, per un periodo, che avrei fatto consulenza ai miei clienti da casa.
Doveva essere una cosa temporanea, ora, dopo 4 anni, comincio a chiedermi se riuscirò mai a cambiare lavoro e tornare a qualcosa di più umanistico.
Eravamo affascinati dalla natura, veramente stupenda, e dalla gente, molto alla mano e comunicativa e sentivamo il bisogno di un cambio radicale. E la qualità della ricerca scientifica qui è eccellente, come in Italia, ma è anche finanziata, a differenza che in Italia!
Qual'è stata la prima sensazione provata toccando suolo scozzese?
Bhè… Siamo arrivati in auto! Da bravi migranti.
Non avevamo ancora una casa, le prime due settimane siamo stati in bed and breakfast e il camion dei traslochi aveva le nostre cose...
Ricordo il traghetto Calais-Dover. Non era la prima volta che prendevo quel traghetto, nella mia natura vagabonda ho viaggiato veramente tanto, ma quella volta era diverso.
L'arrivo a Dundee in auto da Sheffield in quel venerdì pomeriggio di fine agosto fu stranissimo... Ci sentivamo due marziani!
Passare da una città metropolitana di più di un milione di abitanti a una cittadina universitaria di poco più di centomila è stato un vero shock!
Ti sei adattata con facilità alla vita in UK?
Sì e no. All'inizio abbiamo veramente provato a pensare di fare di questo posto la nostra casa.
Un anno fa abbiamo fatto un punto serio di aspettative, obiettivi futuri e desideri. E no, non vogliamo restare qui, la vita, per certi versi è veramente troppo dura.
Il clima è davvero feroce, da novembre a marzo le giornate sono cortissime, non esiste l'estate come la intendiamo noi… ma queste sono cose minori: da un punto di vista strettamente pratico costruirsi una rassicurante routine di normalità, decenza, lavoro e risparmi qui è più facile che in Italia.
Ma forse non è quello che vogliamo noi. La rassicurante routine...
La società britannica è strutturata in modo molto diverso da quella latina: la mobilità sociale praticamente non esiste e nessuno sembra sorprendersene per cui la società è estremamente polarizzata; la giustizia funziona molto bene per le persone normali, ma i ricchi e i “peers”(i nobili) sono sopra essa e di nuovo a nessuno sembra importare (leggi: scandalo Greenfell Tower); l'alcool è un problema serio; le multinazionali hanno un potere forse ancora più forte che negli Stati Uniti… E c'è un individualismo estremo e tagliente...
Voglio dire, un conto è che questo posto sia un posto bellissimo e dove la gente sia anche molto gentile e dove molte cose funzionino; un altro conto sono i valori in cui uno è immerso.
Non sono sicura di voler vivere qui per il resto della mia vita…
Quali sono le prime pratiche da effettuare per essere in regola per lavorare/vivere in Scozia?
Iscriversi all'AIRE (Associazione Italiani Residenti all'Estero), ovvero al Consolato. E' una cosa che consiglio molto vivamente di fare (oltre che essere obbligatorio).
Ottenere un NINO (National Insurance Number) per pagare le tasse locali. E iscriversi a un medico locale, fondamentale.
Per ottenere un National Insurance Number bisogna prendere un appuntamento per telefono presso uno Job Center (se non ci riuscite da soli, perchè linguisticamente può esser complesso, andate in un Community Centre, ce n'è più o meno uno ogni 2 quartieri, e chiedete loro di prendere appuntamento per voi.
Una volta ottenuto vi arriva a casa una lettera di conferma ed un elenco dei documenti che dovete presentare che di solito sono: un passaporto valido (o una carta d'identità.. ma credo che post Brexit siano diventati un po' meno elastici sulla carta d'identità e potrebbero farvi dei problemi), una prova della residenza (bolletta intestata, carta della banca...) ed eventualmente anche una prova dello stato civile (ora questa è una cosa nuova, pare, a me 4 anni fa non la chiesero). In ogni caso fate esattamente come vi dicono al telefono e per lettera e andate bene.
Per qualunque informazione ufficiale e aggiornata consiglio di consultare il link https://www.gov.uk/apply-national-insurance-number.
(nota: tutto quello che c'è scritto sui siti gov.uk o scot.gov.uk è vero e valido).
Per iscriversi a un medico (i medici della mutua esercitano di solito in piccoli ambulatori con più medici e qualche infermiera) bastano un passaporto (l'ho fatto di recente a Edimburgo e mi hanno rifiutato la Carta d'Identità. Poteva essere una pratica particolare in quell'ambulatorio, però) e una prova di residenza non più vecchia di 3 mesi (per cui consiglio vivamente di cointestare le utenze domestiche) che può essere la Council Tax, una lettera della banca, lo stipendio... qualunque prova ufficiale che veramente risiedete lì.
Il conto corrente è fondamentale, qui. non costa nulla e aprirlo è molto facile, ma all'inizio è un circolo vizioso: se non hai un conto corrente è difficile affittare un'appartamento, a meno che non si abbia già firmato un contratto di lavoro e se non si ha un indirizzo è molto più difficile ottenere un conto corrente!
Di cosa ti occupi al momento?
Ora sono consulente per clienti di una piccola ditta di cui sono socia e di tanto in tanto lavoro con negozi locali in crisi.
A mesi inizierò il college per conseguire il titolo ufficiale di consulente e iscrivermi all'albo nazionale.
Dal punto di vista lavorativo, cosa ti dà in più la Scozia rispetto all'Italia?
Pagare le tasse è più facile, tutto è molto più dinamico, 3 mesi qui sono come 3 anni in Italia... Ma spesso si ha a che fare con persone non tanto competenti, formalmente hanno tutti i titoli, ma non sono capaci di svolgere il loro lavoro.
Il modo di lavorare britannico è diverso: sono molto più formali di noi e rispettano le regole. Tendono a lavorare meno come numero di ore, ma più concentrati (non esiste stare su Facebook in ufficio o chiamare la mamma, la pausa caffè dura 3 minuti e non 15, quasi tutti per pranzo ingurgitano un panino in 10 minuti davanti al pc, quando escono dal lavoro corrono via, non esiste la ciacola post lavoro, eccetera), però hanno molti meno giorni di vacanza (a parte Natale, non esistono feste religiose).
Dall'altra parte, quando qualcosa esula dal loro ambito ristretto vanno completamente in crisi e molto spesso mancano delle basi di pensiero critico e di problem solving per cui proprio non sanno cosa fare.
Certe volte è frustrante perché, in un certo senso, sono ingenui.
Detto questo, io credo che in Italia si sia persa la normalità del lavoro, una certa costanza e possibilità di previsione che invece qui sono la norma. In Italia diventavo matta con il recupero crediti, qui è molto semplice.
La giustizia ordinaria funziona, il costo del lavoro è in media circa il 30% di meno, in tasse. Se un'impresa è piccola e fattura a livello sopravvivenza praticamente non paga tasse. Cioè il livello di vessazione costante italiano qui non è concepibile.
Hai vissuto a Dundee, che ricordo ne hai?
Una volta superato lo shock, Dundee io l'ho amata molto.
Piccolina, universitaria, prezzi delle case bassi (con 500 £ affitti tranquillamente e in centro), dintorni di una bellezza spettacolare, tranquilla, sicurissima, ben collegata.
Unico problema: trovare lavoro moooolto difficile e quando ci sono le tempeste di vento (2 volte a settimana da ottobre a marzo) la sensazione di essere tagliati fuori dal resto del mondo può essere molto molto forte.
E' un posto particolare, è Scozia del nord, i dintorni sono poco abitati, ci sono i fagiani che ti attraversano la strada, i delfini nel porto, le foche in mare… I cavalli e i trattori quelli enormi sulla strada provinciale… C'è qualcosa di veramente magico...
Come mai è cosi difficile trovare lavoro?
Vari motivi, tra cui:
- La Scozia è piccola! In totale non arrivano a 5 milioni e 300 mila persone.
- Crisi del prezzo del petrolio, e in Scozia l'estrazione del greggio dal Mare del Nord è stato il principale motore economico degli ultimi 20 anni.
- La progressiva scomparsa dei negozi, è impressionante! La gente compra veramente tutto on line e i mercati di strada praticamente non esistono. Questo fa sì che pochissimi siti si accaparrino la maggior parte delle vendite, con conseguente diminuzione dei posti di lavoro effettivi.
- La iper-competititività: arrivi qui e ti trovi a competere, letteralmente, con tutto il mondo. Sicuramente ci sarà qualcuno più competente di te/più simile di te all'immagine che il datore di lavoro locale ha del candidato ideale.
- Il fatto che, come in Italia, solo una minima parte dei posti effettivamente disponibili finisca sul mercato, la maggior parte dei posti viene riempita per cooptazione di persone già dentro il sistema. Insomma è difficile inserirsi.
- La iper-specializzazione. Qui ti chiedono un certificato nazionale per tutto. Il che è da una parte giustificabile, dall'altra delle volte per una persona di fuori, che abbia lavorato in un ufficio rende praticamente impossibile far valere il suo curriculum. Esempio: sono laureata in Filosofia alla Statale di Milano, vecchissimo ordinamento. La mia tesi di 250 pagine non è stata considerata una prova sufficiente del mio Italiano! Mi hanno chiesto di passare un esame locale, al costo di circa 200 sterline; i miei 8 anni milanesi di coordinazione di traduzioni non sono considerati una prova valida della mia capacità di coordinazione, né di traduzione, perché non sono mai stata iscritta all'albo italiano traduttori e interpreti… Ecco è tutto così. L'altro lato della medaglia è che non ti perdonano se non hai le idee chiare su quello che vuoi fare e perché. Cosa che per un emigrante può essere difficile da capire con certezza cristallina. Devi sapere esattamente che lavoro vuoi fare e in quanto tempo e come ottenerlo, sennò sei un nulla.
- Il sistema fiscale: se hai più di 21 anni ti devono, per legge, pagare di più di una persona di meno di 21 o meno di 18. E qui il lavoro nero praticamente non esiste.
Come giudichi il costo della vita a Edimburgo?
Medio-alto: come in centro a Milano, ma meno che in centro a Roma.
Edimburgo è in cima alla classifica delle città più care degli United Kingdom (credo sia al 5° posto dopo Londra, Brighton e Oxbridge, come qui chiamano Oxford e Cambridge).
Affittare è molto competitivo perchè ci sono meno case di quanta gente ne voglia e perchè all'affitto devi aggiungere la temibile Council Tax (tassa comunale che copre acqua fredda, spazzatura e servizi).
Detto questo, considera che in media la Scozia è molto più sicura dell'Italia e ovviamente i prezzi variano da quartiere a quartiere.
Per un bilocale a Edimburgo i costi vanno da un minimo di 300£/mese in zona super malfamata a un massimo...Bhè non c'è massimo. Con 800£ affitti un appartamento decente per due persone, a questo devi aggiungercene circa 120/140 mese di Council Tax, che varia da quartiere a quartiere.
Che zone della città consigli/sconsigli per vivere?
Zone no di Edimburgo: Niddrie, Sighthill, la parte più verso il mare del Leith Walk, la zona non immediatamente sul mare di Leith, la parte più a est di Pilton, ovvero East Pilton e il centro storico, la Old Town, bellissima di giorno, molto tetra di notte, così come i Meadows, il grande parco centrale.
Ricordatevi che in Scozia le strade sono in genere molto meno illuminate che in Italia, per cui bisogna abituarsi a un altro grado di oscurità, anche nei quartieri migliori.
A me piacciono molto, come posti per vivere: Portobello, la spiaggia di Edimburgo, vivibile e piena di caffè carini, Granton, che era il vecchio porto di pesca, ha avuto per anni cattiva fama e ora è un quartiere borghese sul mare e l'attigua Newhaven, veramente suggestiva con il suo piccolo faro bianco. E Musselburgh, paesino di pescatori molto verde a mezz'ora di bus dal centro della città.
I quartieri più costosi sono: Comely Bank, Stockbridge, Morning Side, tutto il West End (la zona a ovest di Princess Street), Cramond e di recente anche South Queensferry. Questi ultimi sono due quartieri periferici e ora residenziali di lusso.
Parlaci delle cose da sapere prima di affittare un appartamento
Questo è un tasto dolente, parecchio. Tenete presente che le condizioni di abitabilità in UK sono molto più blande che in Italia (e molto molto spesso non vengono rispettate e voi non potete farci niente).
Differenze con l'Italia:
Qui funzionano a Common Law, ovvero non c'è un Codice Civile di riferimento. Tutto quello (moltissimo di quello) che non è scritto sul contratto non esiste, chiaro?
E' praticamente impossibile rescindere un contratto di affitto. Questo è un punto cattivello.
Contratto di affitto: short term= fino a 6 mesi, long term= sopra ai 6 mesi. La stragrande maggioranza dei contratti long term è a 1 anno. Mai visto in 4 anni un contratto a 3 anni, come in Italia.
Se affittate per 1 anno voi non potete andarvene prima, neanche avvisando 3 mesi prima. Se lo fate: o trovate qualcuno che vi subentri allo stesso prezzo oppure il padrone di casa vi può obbligare a pagare l'affitto fino all'ultimo giorno di contratto. (E qui il recupero crediti funziona, vi possono bloccare il conto corrente). Quando volete andarvene dovete mandare, comunque, una lettera due mesi prima. E sempre due mesi prima (della scadenza del contratto) il padrone di casa ha l'obbligo di mandarvi una lettera fisica in cui vi dice se vi rinnoverà il contratto e a quanto (perché può aumentarvelo, alla scadenza).Non sempre è l'inquilino a decidere quando entrerà. Più spesso (molto più spesso) è il padrone di casa a decidere quando la casa è libera. (E se non volete perderla, vi tocca pagare anche se per voi è presto).
I monolocali praticamente non esistono (fuori da Londra) e le case non si misurano a metri quadri (solo il catasto lo fa) ma a “bedrooms”. Ovvero: 1 bedroom: bilocale che può essere grande o piccolo. 2 bedrooms: può essere un bilocale, più spesso è un appartamento adatto a due persone.
Per legge, il padrone di casa ci può mettere fino a 8 (otto!) settimane per risolvervi un problema (noi siamo stati 4 settimane senza lavatrice, pagando ovviamente tutto l'affitto e so di gente che è stata, a gennaio, 6 settimane senza acqua calda).
Altra simpatica leggina: se ve ne andate (in vacanza, in viaggio...) avendo pagato regolarmente l'affitto per più di 28 giorni di fila e non avvisate prima per iscritto (email o lettera) il padrone di casa, lui ha, teoricamente, il diritto di entrarvi in casa, valutare eventuali danni derivanti dalla vostra assenza e farveli pagare!
Per cui molto molto occhio quando affittate! Inoltre, fondamentale quando si affitta un appartamento: mai farlo senza averlo visto prima, andate a vederlo e controllate 6 cose, oltre all'affitto:
1- il costo della Council Tax,(va a fasce: in media a Edimburgo è di 1500£/anno pagabili in 12 rate)
2- lo stato delle finestre (qui le tempeste di vento sono molto frequenti. Finestre disastrose = 16° in casa da novembre a marzo pagando un botto di calorifero),
3- mai un piano terra (ladri. E qui un po' ci sono, soprattutto nei quartieri poveri, ma non sembrano spingersi oltre il 2° piano) e mai un ultimo piano (freddo)
4 - quali beni sono effettivamente compresi (a noi è capitato un appartamento ammobiliato bellissimo, peccato che sofà e poltrone non fossero inclusi!)
5 - come sono i caloriferi (caloriferi elettrici indipendenti di stanza in stanza= salasso economico)
6 - se ci sono spese di condominio e a quanto ammontano in media.
7 - Se ti rivolgi a un'agenzia (e ce ne sono tante, spesso molto buone) controllatene sempre in rete la fama.
Com'è organizzata la rete del trasporto pubblico a Edimburgo?
Ottimamente. Bus capillari ogni 15/30 minuti da e per ogni punto della città e i famosi tram. E una stupenda rete di ciclopedonali immerse nel verde, scorciatoie e sentierini che tutti percorrono a piedi e in bici. C'è anche un canale, lo Union Canal, con le barchine, che arriva fino in centro, so di gente che va a lavorare in canoa!
Attenzione perché i trasporti, treni, bus, tram, sono carissimi. La corsa singola 1,6£ e bisogna averli contati, perché il conducente non da il resto. E attenzione che spesso l'abbonamento mensile può essere meno conveniente di più giornalieri.
Riguardo alla sanità pubblica scozzese, che normativa vige per un italiano residente?
Una volta iscritti all'AIRE avrete tutti i diritti dei locali. Ovvero ospedale gratis e medico gratis e dentista a prezzi calmierati (cercate i dentisti che accettano pazienti NHS (National Health System). Ovviamente questo può cambiare dopo il Brexit, ma al momento ancora nessuno sa niente.
Cosa ne pensi della qualità dei servizi al cittadino in Scozia?
Allora… Uhm.. Ecco.. Formalmente esistono tantissimi servizi, vero. Molti gratuiti.
Il livello è spesso basso, persone impreparate, (medici generici che non sono capaci di leggere radiografie, farmacisti che non sanno cosa sia un “acaro”). Per cui aspettatevi tanta gentilezza e tempi rapidi, ma anche un po' di pasticci.
Esempio: quando ho convertito la mia patente valida italiana in una britannica ho mandato il mio passaporto, ok? Si fa tutto per posta e la posta funziona super bene. Ecco, 3 settimane dopo mi è arrivata la mia stupenda patente britannica con la data di nascita sbagliata.
Quando ho cambiato indirizzo e l'ho rispedita (obbligatorio per legge far cambiare l'indirizzo sulla patente) ho chiesto anche di correggere la data di nascita: 6 settimane e 8 telefonate più tardi ce l'ho fatta, ma che fatica!
Che operatore usi per telefonia fissa/mobile?
O2 per il telefono mobile. Non abbiamo un telefono fisso. Ma ce ne sono altri buoni, ora che il roaming è stato eliminato.
Quanto di costa l'abbonamento telefonico/pacchetto internet?
Noi con 26£/mese abbiamo un ottimo wi-fi casalingo, ma non abbiamo il telefono fisso.
Consiglio molta attenzione: lo stesso provider può essere ottimo in un posto e pessimo 20 km più in là e occhio ai contratti, perché la maggior parte non accetta impegni per meno di un anno.
(Ovvero: vuoi la connessione? Anche se te ne vai dopo 6 mesi tu mi devi gli altri 6, anche se mi hai dato il preavviso).
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Andare in giro a esplorare!
La Scozia è piccola, in auto si possono visitare, in giornata, posti incredibilmente suggestivi e sono centinaia.
Correre.
Imparare cose nuove (ho studiato tedesco, in inglese, per 3 anni all'università. Stupenda esperienza).
Fare volontariato (altra esperienza che consiglio vivamente per capire veramente un posto).
Sono in vari meetup groups (che qui non hanno nulla, ma nulla di politico, ce ne sono a centinaia e il 99% è gratuito) e vado a camminare in città con altra gente, o sulle Highlands o al pub ad ascoltare musica, o al cinema...
Sei riuscita a costruire una nuova rete di amicizie in loco?
Credo che la cosa più difficile, per noi, sia la difficoltà di socializzazione.
Un po' è che nei paesi anglosassoni la gente tende a spostarsi a traslocare molto di più di noi latini, tante persone che mi piacevano in questi anni hanno cambiato città e questo rende più difficile il concetto di amicizia come lo intendiamo noi.
Gli scozzesi sono curiosi, gentili e chiacchieroni; gli piace camminare nella natura, andare al pub e ascoltare musica. Vero. Ma fare amicizia, andare oltre la conversazione generica è praticamente impossibile.
Ho frequentato persone per anni, una o due volte la settimana (lavoro, volontariato, corsi vari), e non sono mai riuscita ad avvicinarle, non come succede in Italia o in Spagna, non sono mai riuscita a superare la fase “buona conoscenza” o “due chiacchiere in allegria” o “ dai vieni con noi al pub!” e arrivare al livello “affetto reale” o “intimità morale”.
Questo è un punto veramente importante, per noi. E molti migranti che ho conosciuto la pensano come me.
Ho molte buone conoscenze, sì. Nessuna delle quali definirei mio amico. E questo mi dispiace molto.
Sotto che aspetti ti ha cambiata l'espatrio?
Credo di essere diventata molto più sicura di me.
In questi anni ho affrontato tantissimi problemi che in Italia mi terrorizzavano (i traslochi! Lasciare i miei amici! 16° in casa col calorifero acceso al massimo! Malintesi culturali vari! L'accento scozzese, non sempre il più comprensibile del mondo! 90 km/ora di tempesta di vento sotto casa! Il dolore dell'emigrante! Un po' di razzismo da parte dei locali! Colleghi di lavoro perplessi!) e mi sto molto più simpatica di prima e sono molto più calma.
Sono anche molto più lucida sulle mie aspettative e possibilità e mi rendo conto che il mio senso critico può essere tagliente.
E le mie idee politiche e sociali? Ribaltate.
Che progetti hai per il futuro?
Amo Edimburgo, ma non voglio mettere radici, non qui.
Mi piace vivere senza mobili miei e con l'idea di enne traslochi ancora davanti. Cosa che fino a 4 anni fa mi metteva un'angoscia nera.
Mi piace l'idea di prendere in prestito un lavoro e un indirizzo come un costume di scena, ma a un certo punto so che vorrò fermarmi.
Vorremmo restare qui altri 2 o 3 anni e poi tornare al sud, ma non in Italia. Andrès ha lasciato la Spagna 12 anni fa e comincia a volerci tornare, ci piacerebbe il sud ovest della Francia o la Spagna e io… io ormai mi sento così lontana dall'Italia.
Come dice John Cusack in un bel film girato a Buenos Aires, Non Siamo Animali: "Se amo il mio paese? Certo che lo amo. Se mi sento del mio paese? Non quando ci vivo. Mi sento più del mio paese quando sono all'estero”.