La passione di conoscere il mondo accompagna Lilly fin da piccola. Piemontese d'origine, lascia l'Italia dopo l'università per proseguire gli studi negli Stati Uniti, trasferirsi successivamente in Svizzera ed approdare in Canada. Attualmente lavora alla creazione del suo business online come coach per donne single e senza figli, come lei, per aiutarle a ridefinire se stesse professionalmente e personalmente.
Raccontaci un po' di te, chi sei e da dove vieni?
Ciao, mi chiamo Lilly, nome completo Liliana Vercellotti. Sono nata e cresciuta in Piemonte, in un piccolo paesino tra Torino e Milano. E' un posto non molto conosciuto dal punto di vista turistico come altri luoghi d'attrazione in Italia. I miei genitori erano contadini ed io sono stata la prima in famiglia a studiare all'università e addirittura ad andare all'estero e poi a viverci per il resto della mia vita adulta.
Quali sono i motivi che ti hanno portato a trasferirti negli Stati Uniti e poi in Canada?
Sin da ragazzina avevo “pen-friends”, ossia amici di penna, quando studiavo inglese a scuola e il mondo mi sembrava un posto da scoprire al di là dalla piccola realtà contadina dove vivevo. Quello è stato il primo passo a portarmi a iniziare a studiare lingue all'università in Italia e poi ad andare negli Stati Uniti per completare gli studi e dopo fare il master.
Il percorso Canada invece è stato un po' un caso. Nel 2010, dopo essere tornata in Italia ed essermi trasferita in Svizzera per un anno e mezzo per motivi familiari, mi mancava il Nord America ma al tempo non vedevo un futuro negli Stati Uniti perché avevo lasciato il mio lavoro qualche anno prima e avrei dovuto ricominciare da capo magari facendo un dottorato o cercando un'altra ditta (il mio settore era non-profit/ONG) che mi sponsorizzasse, cosa non facile nel mondo delle ONG.
Su consiglio di un'amica avevamo pensato di provare il Canada. Al tempo delle Olimpiadi invernali nel 2010 di Vancouver BC, quello sembrava il posto più bello del mondo dove vivere, lavorare e immigrare.
La realtà non era esattamente così. Dopo una breve visita introduttiva come turista, tornai in Canada e presi un certificato come executive coach, e da li lavorai ancora per un anno in una piccola ONG che aveva progetti in Tanzania.
Nel 2012 conobbi il mio compagno e tutto cambiò per qualche anno. Comprai un piccolo appartamento a Vancouver ed andai a visitare progetti in Tanzania tra il 2014 e 2015, trascorrendo parte del tempo in Africa. Purtroppo tornai con problemi di salute e da lì presi un po' di tempo per me stessa per riprendermi.
Dopo un po' di anni a Vancouver, a causa della vita che diventava sempre più cara mi trasferii sull'isola (Vancouver Island), un altro posto meraviglioso dal punto di vista della foresta e oceano. Comprai casa, ma la situazione personale cambiò poiché io e il mio compagno non eravamo più insieme.
Nonostante la bellezza del paesaggio e la qualità della vita, ho sempre incontrato parecchie difficoltà a sentirmi a casa con i Canadesi, mi sembrano meno calorosi degli Americani.
Vancouver è una città bellissima con un'alta qualità della vita, ma difficile quando si tratta di fare amicizie. Infatti, anche il mio ex compagno e altri amici erano quasi tutti immigrati. Per carità niente contro i Canadesi. Oggi dopo dieci anni qui ho delle amiche Canadesi e, nonostante sia pronta cambiare nuovamente luogo, spero che le amicizie rimarranno nonostante la distanza.
Di cosa ti occupi ora?
In questo momento sto ristrutturando il mio appartamento per poi rivenderlo con l'obiettivo di trarne profitto (qui per ora il mercato immobiliare è stabile). Inoltre sto creando il mio business online come coach per donne single e senza figli (come lo sono io) ed anche per giovani italiani che vogliono studiare o lavorare all'estero. Offro redefinition coaching and relocation consulting. L'obiettivo è di riuscire a lavorare come nomad expat e trasferirmi-- quando la situazione covid sarà sotto controllo-- in un paese caldo e con un costo della vita relativamente più economico.
Sto pensando all'America centrale o alle Antille olandesi (anche se Aruba o Curacao non sono esattamente posti economici) tuttavia i servizi sono più efficienti che in Belize, Panama ecc…
Ora non sono più sulla costa ovest del Canada perché in Marzo 2020, prima del Covid, mi sono trasferita in Québec con l'idea di fare un investimento qui a Québec City, cittadina patrimonio dell'Unesco.
Che impatto ha avuto l'emergenza sanitaria del COVID-19 sulla tua attività professionale?
Un impatto grande, direi. Prima mi occupavo di affitti per vacanza (short-term rental) ma progettavo già di cambiare vita e lasciare il Canada poiché il mio percorso non è stato sempre facile dal punto di vista lavorativo e sociale.
Con il covid, ora l'obiettivo è di salvaguardare i miei investimenti, vendere il mio appartamento, creare un business on line come consulente e trasferirmi in un altro paese prima di tutto caldo.
Ho anche un piccolo time share in Spagna ma anche lì ci sono stati grossi problemi a causa della mancata manutenzione e della chiusura temporanea del resort; incontro pertanto delle difficoltà a recuperare l'investimento lì.Con l'aiuto di avvocati e altri professionisti, spero che la questione si risolva presto.
Come si svolge una tua giornata tipo?
In questo momento è piuttosto ripetitiva, ma sempre impegnativa. Sono on-line tutta la giornata per gestire le mie due proprietà, in Canada e in Spagna, e costruire il mio business di consulting and coaching on line. Prendo una breve pausa pranzo e faccio una camminata nel parco vicino nel tardo pomeriggio.
Qui in Québec siamo quasi sempre stati in zona rossa sin da prima di Natale e non mi fido a viaggiare, anche se ho ancora faccende da sbrigare nella provincia della British Columbia. Viaggiavo molto prima del covid.
Nel 2019 ero stata in Portogallo e in Spagna, sempre per valutare posti con pro e contro del vivere lì. Tramite i miei viaggi di ricerca ogni anno posso dire che mi sento preparata come consulente per chi vuole vivere in altri paesi europei, in Canada e negli Stati Uniti.
Ora la mia routine consiste nel seguire i lavori di ristrutturazione della mia proprietà, creare il contenuto del mio nuovo sito web per il mio online business, e cercare di risolvere il problema in Spagna.
Finanziariamente sto rischiando nel prendere questo tempo per creare il mio business quindi resto anche interessata a lavorare per aziende che possono apprezzare le mie qualifiche come consulente expat, bilingue e con esperienza in diversi settori.
Il Canada ti offre un buon equilibrio tra lavoro e vita privata?
Il Canada è un paese ottimo dal punto di vista dell'economia, della qualità della vita e della natura ma per immigrare ci vuole un punteggio alto sia come educazione sia come esperienza lavorativa. Per me, che non sono ancora cittadina e non credo di diventarlo in futuro, ho trovato vivere in Canada, come menzionato prima, un percorso molto difficile, solitario.
Consiglio sempre per chi vuole trasferirsi in questo paese di non venire da soli. Venite con la famiglia perché non è facile stabilirsi in un nuovo paese. Iscrivetevi a gruppi e partecipate a meet-up di persone con interessi simili ai vostri come Sports o Language exchange per esempio. A disposizione degli espatriati c'è la piattaforma di Expat.com e altre organizzazioni come toast master…ecc.
Quali sono gli aspetti che più apprezzi della tua vita a Quebec City?
Sono qui solo da un anno. Amo l'arte e la cultura qui. In British Columbia c'era molto da apprezzare dal punto di vista della foresta e del paesaggio sempre verde ( anche se piovoso) del Pacific North west; a Quebec City invece si respira un po' la cultura europea e francese ( molto francese….) e la gente è raffinata (per non dire snob, a volte). Parlare francese è fondamentale anche le persone sono gentili e cercano di parlarti in inglese se il tuo francese non è buono.
Per me, la tappa Québec City, era dopotutto solo una tappa. Pianificavo di vivere qui sei mesi, e gli altri sei mesi in America centrale e lavorare on-line a tempo pieno. Questi erano i piani pre-covid. Ora, invece, cerco solo di stare qui e proteggere me stessa e la mia salute.
Quali sono le maggiori sfide che hai dovuto affrontare come italiana all'estero?
Sinceramente, come italiana, non saprei.
Negli Stati Uniti ho sempre avuto il supporto di amici e colleghi quando ero all'università. Avevo un'amica italiana che veniva dalla stessa provincia e ci siamo aiutate molto in quel periodo. Lei si era appena sposata ed io ero studente. Vivevamo in Utah e ci piacere andare nei ristoranti italiani per mangiarci un tiramisù. Quando ho problemi di salute a causa di endometriosi ed altri interventi, amici della chiesa -e non- mi hanno aiutato perchè mio padre non poteva venire ad aiutarmi dall'Italia.
In generale, ho avuto amici e conoscenti di tante nazionalità. Lo stesso è valso nelle mie relazioni personali. Mi sento più americana, che canadese, e certo un po' italiana quando sono frustrata e perdo la pazienza, soprattutto in questo periodo avendo a che fare con parecchia inefficienza, per non dire disonestà, del resort che gestisce il mio appartamento in Spagna.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Come detto, trasferirmi (per l'ultima volta, direi) in un paese caldo e creare un business online di successo come consulente expat e coach per donne che vogliono ridefinire se stesse professionalmente e personalmente.
Nel tempo libero, svolgere attività di volontariato in una scuola o in un centro per ragazze e portare avanti la mia passione per il lavoro nelle ONG. Voglio ispirare ragazze/giovani donne a seguire i propri sogni, andare a scuola, e avere stima di se stesse. Anche usare il tempo libero in progetti di salvaguardia dell'ambiente e vegetarianismo.
Mi potete trovare su LinkedIn e sul mio nuovo sito: LillyVeGlobal. Anche sul gruppo Facebook “We Celebrate Us” per donne childfree not by choice.