Alessandro a Miami: "La crisi ha dato impulso alla mia carriera"

L'espatriato del mese
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Scritto da Francesca il 01 giugno, 2021
Alessandro si è trasferito negli Stati Uniti d'America nel 2017 dopo aver vinto la Green Card. Vive in Florida, a Miami beach, e lavora come assistente medico in un prestigioso ospedale locale. Ci parla della sua esperienza americana e della sua carriera professionale in questo delicato periodo di pandemia.

 

Raccontaci un po' di te, chi sei e dove vivi?

Mi chiamo Alessandro, ho 45 anni, sono originario di Trieste. Da cinque anni vivo a Miami Beach, in Florida.

Tranne qualche anno all'estero, ho passato la gran parte della mia vita principalmente in Italia, dove come ex pilota di aeroplano ho avuto prima una interessante carriera come insegnante all'Istituto Tecnico Aeronautico. Poi, una volta conseguita una seconda laurea (Infermieristica), ho iniziato la mia nuova carriera come sanitario e mi sono trasferito negli Stati Uniti.

Quanto tempo fa hai lasciato l'Italia e qual è stata la molla che ti ha spinto ad espatriare?

Ho lasciato l'Italia nel 2016, anche se mi sono definitivamente trasferito negli USA a gennaio 2017. Per puro spirito di avventura e senza alcuna velleità, nel novembre 2014 ho partecipato alla “Diversity Lottery” organizzata dal governo degli Stati Uniti d'America, anche nota come “Green Card Lottery”. Sono stato estratto nel maggio 2015 e dopo circa un anno di preparazione documenti, ho avuto la possibilità di trasferirmi definitivamente negli USA.

Di cosa ti occupi?

Dopo il primo periodo di assestamento come neo-immigrato, nel quale ho lavorato nel settore della ristorazione, grazie alla mia Laurea in Infermieristica ed all'esperienza accumulata, ho iniziato l'iter di ottenimento della Licenza di Registered Nurse per inserirmi nel mondo dell'Healthcare americano. Lavoro come assistente medico in uno dei migliori ospedali di Miami.

Alba a South Pointe

Che documenti servono per praticare la professione di infermiere negli Stati Uniti?

Per praticare, è indispensabile possedere una licenza.

La licenza di infermiere (RN - Registered Nurse) è su base statale, perciò viene rilasciata dal Board of Nursing dello Stato dove si risiede. Mi sembra superfluo dire che è fondamentale avere un permesso di residenza e di lavoro negli USA (Green Card) o essere cittadino Statunitense, altrimenti, niente licenza.

Bisogna parlare l'inglese perfettamente (non all'italiana tipo "the pen is on the table" imparato al liceo o ai ridicoli corsi universitari). Con perfettamente intendo che l'inglese viene testato a livello "Academic" prima di rilasciare la licenza tramite un esame (tipo IELTS o TOEFL), con preciso punteggio minimo da raggiungere.

In poche parole, bisogna essere in grado di discutere una tesi universitaria in inglese. È bene conoscere anche lo spagnolo in quanto in USA è diffusissimo. Qui a Miami lo spagnolo è parlato dalla quasi totalità della popolazione.

Che iter bisogna seguire per ottenere la licenza di esercitare?

Per ottenere la licenza esiste un ben preciso iter da seguire:

- Consultare il sito del Board of Nursing dello Stato di residenza e fare domanda di licenza RN (costo 150$ circa)
- Prendere contatto con un'agenzia di certificazione dei titoli di studio esteri approvata dal Board of Nursing dello Stato di residenza
- Chiedere alla propria Università in Italia di tradurre in inglese e mandare tutta la documentazione richiesta direttamente all'agenzia stessa (questo processo può richiedere molto tempo, dipende dall' Università). L 'agenzia di certificazione chiede qualche centinaio di dollari (350$ nel mio caso) per valutare e spedire il tutto al Board of Nursing dove si è fatta domanda di Licenza.
- Sostenere l'esame di inglese come detto sopra (circa 250$) e far arrivare al Board of Nursing il risultato.

A questo punto, se tutti i titoli sono riconosciuti (di solito sì), il Board of Nursing invita a sostenere l'esame di stato previsto dal NCSBN (il Consiglio Nazionale degli Infermieri USA), che è a livello federale, cioè è uguale dovunque. Questo esame si chiama NCLEX, si possono trovare informazioni dettagliate e materiale di studio semplicemente su Google.
Sostenere l'NCLEX in uno dei tanti centri specializzati in testing che lo offrono costa 250$ circa). E'un test a risposta multipla, eseguito al computer, della durata massima di sei ore. Una volta passato l'NCLEX (suggerisco qualche mese di preparazione), il Board of Nursing riceve il risultato ed invia a casa la licenza in tempi brevi.
A questo punto si completano tutte le domande di lavoro desiderate e…si aspetta di essere chiamati ad una interview!

La carenza di registered nurses è estrema in quasi tutti gli Stati, perciò si trova lavoro abbastanza facilmente.

Il rapporto infermiere/paziente in ospedale è di norma uno a quattro o uno a sei e mediamente i contratti tipici negli ospedali privati prevedono 3 turni da 12 ore ogni settimana, intorno ai 30$ all'ora, più vari benefit...i soldi non mancano di sicuro. Durante la fase acuta della pandemia, ho saputo di infermieri impiegati nella zona di Boston, che hanno raggiunto gli 8.000$ a settimana.

Spiaggia di South Pointe

Che ripercussioni ha avuto la pandemia del Covid-19 sulla tua attività professionale?

La pandemia da Covid-19 ha comportato uno stravolgimento totale nella vita di tutti, soprattutto coloro che si occupano di salute. Le occasioni lavorative si sono moltiplicate, dando grandi possibilità di offrire il proprio contributo. Tantissime ore di lavoro, molti pazienti in più, la possibilità di apprendere e fare di più per la comunità sono stati i punti cardine dell'ultimo anno. Quindi nonostante il periodo di evidente crisi economico-sociale, devo dire che il 2020 ed il 2021 sono stati e sono per me anni di espansione e maturazione professionale, oltre che portatori di buone soddisfazioni personali e lavorative. Ci sono infinite prospettive di sviluppo negli anni a venire, specie in campo medico.

Vivere a Miami è il sogno di tanti tra noi. Tu che ci abiti in pianta stabile, può parlarci dei pro e dei contro di abitare in questa città?

Miami è una città magnifica: un concentrato di Stati Uniti, Centro America, Sud America ed Europa mitigato da un felice clima tropicale. Io personalmente vivo a Miami Beach, ad un isolato dalla spiaggia di Ocean Drive, quindi proprio al centro di South Beach. Grazie al meraviglioso clima tropicale, nel tempo libero si possono fare tante attività soprattutto all'aria aperta. Tutto funziona piuttosto bene, l'impatto con la pubblica amministrazione è quasi sempre piacevole ed esiste una buona collaborazione tra enti pubblici e cittadini. Le possibilità lavorative sono in continua evoluzione e si riesce a pianificare il proprio futuro lavorativo ed economico con sicurezza e senza troppa approssimazione.

Non va dimenticato però che una grande metropoli come questa, porta con sé anche lati negativi. La criminalità, soprattutto quella relativa a crimini da strada, ha avuto recentemente un'impennata, i costi della vita possono diventare alti se non proibitivi, specialmente in certe aree. Non c'è sempre la grande integrazione che si immagina guardando Miami dall'Europa, ci sono tanti gruppi di diverse provenienze tra i quali la separazione è netta. Va considerato che a Miami (ed in USA in generale) si “corre” molto e non rimane purtroppo molto tempo di qualità per coltivare i rapporti interpersonali.

Miami Beach al tramonto

Quali sono le cose fondamentali da sapere e da fare prima di trasferirsi negli USA?

Sono innumerevoli le cose da sapere prima di compiere un passo così determinante nella vita di una persona. Purtroppo la disinformazione e la malformazione dilagano e se ne vedono e sentono di tutti i colori, in special modo sul web.

A mio modo di vedere, oltre ad un minimo di risparmi e le idee ben chiare su dove si va, sono ben altre le cose critiche da mettere in conto. Alla fine il lavoro si trova e anche ben remunerato e si riesce a trovare un proprio equilibrio nel giro di pochi anni. Non mi stancherò mai di ripetere che partire per trasferirsi negli USA implica uno spettro ben più ampio di dati da conoscere.

È necessario avere una chiara conoscenza delle leggi di immigrazione e le reali e possibilità di ottenere la residenza qui (sento ancora persone che in maniera forse un po' “naïve” chiedono dove si può ‘comprare' una green e quanto costa!).

La lingua inglese è un must, lo spagnolo anche! Sebbene una volta quì, si entrerà con ogni probabilità molto in contatto con i propri compaesani e si troverà facilmente lavoro grazie ad amici e conoscenti, non si può pensare di trasferirsi e continuare candidamente a parlare solo la lingua di provenienza.

Ma soprattutto, secondo me venire a vivere negli USA significa avere la volontà di diventare americani e perdere un po' il contatto con le proprie radici, senza certamente volerle strappare del tutto. Bisogna accettare di cambiare ed incominciare a pensare, comunicare, socializzare, lavorare, guidare, fare la spesa, pagare le tasse, viaggiare, acquistare…come  degli americani. Altrimenti si resterà per sempre degli stranieri in terra straniera.

A proposito di Francesca

Faccio parte del team di Expat.com e gestisco la comunità italiana. Amo viaggiare ed entrare in contatto con culture diverse. Ho una passione particolare per le lingue straniere ed ho vissuto e lavorato in Egitto, Spagna, Irlanda, Messico e Mauritius.