Chi sono gli influencer di oggi?
Se in passato l'influencer doveva dare prova di ingegno per lanciarsi nell'avventura, ora esistono dei veri e propri corsi di formazione da seguire prima di iniziare questa attività. L'influencer dei giorni nostri non esita ad andare a vivere all'estero per monetizzare il suo lavoro ed avere vantaggi fiscali. La pandemia ha rivoluzionato il rapporto con l'espatrio, favorendo il nomadismo digitale. Le destinazioni da sogno non sono più solo meta di celebrità ma attraggono anche ricchi influencer la cui quotidianità non ha però nulla a che spartire con lo youtuber medio.
Un lavoro dalle mille sfaccettature
Per alcuni l'influencer è colui che lavora con le grandi marche per promuovere i loro prodotti sui social network in cambio di compensi in denaro e/o in natura (la retribuzione è necessaria perché l'attività non sia considerata come volontariato ma come lavoro). L'influencer funge da vetrina per il brand, è più accessibile rispetto alle grandi celebrità ed è più vicino al consumatore.
Una parte di pubblico la pensa diversamente e dà a questa professione una connotazione negativa. Associano questa figura a un difensore delle cause che non vengono considerate dall'opinione pubblica. Per loro gli influencer sono degli opinion leader che aggirano i canali tradizionali per dare voce al suo messaggio.
A cavallo tra questi due modi di pensare, l'influencer può anche essere colui che esprime la sua opinione su un prodotto, un argomento e/o dà consigli.
Tre diverse visioni della stessa professione, e un punto in comune: il bisogno di avere un grande numero di followers attivi per affermare la propria notorietà.
Influencer: cosa considerare prima di iniziare
Indipendentemente dal fatto che scelga o meno di espatriare, l'influencer cammina sulle sabbie mobili. Deve conoscere come funzionano i social media, pozzo dalle mille opportunità e insidie, e deve saper creare uno spazio accogliente e piacevole per i suoi followers.
Mettere in risalto la propria personalità
Il successo di un influencer è direttamente proporzionale agli sforzi che fa per mettersi in risalto. Sta a lui dare al pubblico quel "qualcosa in più". Astro nascente di Tik Tok, Khaby Lame, un ragazzo senegalese cresciuto in Italia, ha iniziato a pubblicare video durante il primo lockdown. Dopo aver perso il lavoro, ha deciso di far sorridere il mondo con i suoi video. Il suo punto forte? Una eccezionale mimica facciale che supera le barriere linguistiche.
Formarsi
Non esiste ancora una scuola che insegni a diventare influencer ma un percorso di studi in comunicazione digitale può certamente aiutare. Ogni piattaforma ha la sua specificità: recitazione e tempismo per Tik Tok, montaggio video per YouTube, foto per Instagram, capità di espressione scritta per i blog...
Identificare il pubblico
Ogni influencer si rivolge a un pubblico specifico, a seconda del suo campo d'azione (cucina, moda, fitness). Spetta all'influencer identificare e targettizzare il suo pubblico.
Farsi supportare da professionisti
L'influencer è il capo di sé stesso. Da qui l'importanza di definire il proprio status giuridico e il campo di azione, soprattutto durante l'espatrio. L'influencer vuole/può gestire tutto da solo o preferisce avvalersi dell'aiuto di altri professionisti? Dopo molti anni passati a gestirsi da sola, Gaëlle Prudencio, un'avvocatessa francese convertita in un'influencer di moda e body positivity, ha firmato, nel 2020, un contratto di collaborazione con la Soeurette Production, che da due anni a questa parte la rappresenta.
Retribuzione e orario di lavoro
Lo stipendio non dipende necessariamente dal numero di iscritti. I brand puntano sia sui macro che sui mini influencer. I primi hanno tanti followers di cui una parte è inattiva. I micro e nano influencer hanno qualche migliaia o centinaia di iscritti ma un rapporto più diretto con loro. Le grandi marche hanno bisogno di entrambi i profili. Un post, un video, una foto possono essere pagate in una misura che va da qualche centinaia a migliaia di euro. Lo stipendio oscilla quindi in base all'attività e all'affluenza di pubblico.
Influencer che espatria: le tasse
Il nomadismo digitale è di gran moda. Problema: la fiscalità non è ancora ai passi con questa nuova tendenza. Sì all'espatrio, ma dove pagare le tasse? Gli influencer affrontano difficoltà simili a quelle degli espatriati che lavorano da remoto. Come devono regolarsi i nomadi digitali? Come identificare il domicilio fiscale e dove versare i contributi per la pensione? L'influencer ha quasi la sensazione di poter fare quello che vuole ma in realtà è importante che definisca il proprio status giuridico.
Alcuni influencer preferiscono essere assunti direttamente da un brand o da una azienda. Anche in questo caso ci si scontra con qualche cavillo burocratico che coinvolge sia l'impresa che il dipendente: quest'ultimo va considerato come un espatriato oppure come una persona che vive a cavallo tra il paese di residenza e quello di espatrio? A seconda della situazione, l'influencer potrebbe essere considerato come non residente nel paese d'origine e quindi soggetto alla tassazione nel paese ospitante. Sempre che esista un accordo bilaterale tra i due paesi che abbatte la doppia imposizione fiscale. Alla luce di tutto ciò, è importante che il freelancer regolarizzi la propria situazione fiscale per evitare di infrangere la legge.
Gli Eldorado degli influencer espatriati
La realtà dei fatti rivela che gli influencer che decidono di espatriare sono rari e si tratta per la maggior parte di celebrità milionarie. Per questi profili, vivere all'estero rima con agevolazioni fiscali.
Al momento i riflettori sono puntati su Andorra. Come mai? Il principato (che tassa il reddito da lavoro al 10% rispetto al 50% di Francia e Spagna) attrae i macro-influencer. Andorra ha deciso di accoglierli lanciando un visto su misura denominato di "residenza passiva per professionisti con proiezione internazionale". Condizione per ottenerlo: guadagnare almeno il 300% dello stipendio minimo nazionale (1121€). Gli influencer stranieri sono quindi ben accetti ma devono produrre una certa soglia di guadagno mensile. Con questa manovra, il governo di Andorra spera di incentivare anche il turismo.
A Dubai, destinazione di espatriati per eccellenza, da tempo sono in atto agevolazioni fiscali tra cui zero tasse sul reddito né imposte sulle società (ad eccezione di giacimenti di petrolio e gas)... Molti influencer creano la loro società in questa città. Arrivano numerosi e si lasciano sedurre dal suo stile di vita privilegiato e dalla sicurezza che si respira.
Fare l'influencer è la professione del futuro? Certo è che ne nascono ogni giorno di nuovi, sulla spinta dei social network ma la realtà è meno dorata di come viene dipinta e non risparmia nemmeno le star che hanno milioni di followers. La chiave di svolta potrebbe essere quella di considerare questa professione come qualsiasi altro lavoro, con i suoi vantaggi e i suoi vincoli.