Cosa ti ha spinto a trasferirti a Barcellona?
Sono venuta a Barcellona per seguire il mio compagno nel suo lavoro. Conoscevo già la città e parlavo un po' di spagnolo. Speravo di poterlo migliorare in fretta per trovare, in seguito, lavoro. A Parigi mi occupavo di project management. Ho preso tre mesi di aspettativa, ho ripreso a studiare lo spagnolo, e ho investito del tempo in un progetto di volontariato a Barcellona. Mi interessava capire il funzionamento delle ONG in questa città.
E poi i tuoi piani sono stati stravolti, ce ne puoi parlare?
Con l'arrivo del Covid, è diventato difficile trovare un impiego nell'ambito del volontariato. Nei tre mesi di aspettativa, ho collaborato con l'associazione Mes que cures facendo uno studio di mercato. E' stato interessante, ma si è trattato per lo più di telelavoro, e non ho praticato lo spagnolo tanto quanto me lo sarei aspettato. Poi sono rimasta incinta e tutto è cambiato. Con un bambino in arrivo, non avrei potuto fare avanti indietro da Parigi. Io e mio marito abbiamo deciso di restare a Barcellona in pianta stabile, e io ho ripreso il mio vecchio impiego in Francia con modalità a distanza.
Come si è svolto il primo periodo a Barcellona e sei riuscita a integrarti?
Abbiamo deciso di andare a vivere a Gracia, un quartiere pedonale (una delle cose che non mi piace di Barcellona è che circolano tante auto). Non avremmo mai potuto installarci in alcune strade dell'Eixample, per esempio. Dopo la nascita di nostra figlia, essendo entrambi in congedo, ne abbiamo approfittato per goderci la città, i parchi, abbiamo fatto delle belle passeggiate e trascorso del tempo nel terrazzo del nostro appartamento. Abbiamo incontrato altri neo genitori, la maggior parte francesi, nostro malgrado, perchè avremo voluto parlare un po' di spagnolo per favorire la nostra integrazione. Sia io che mio marito non vogliamo vivere a Barcellona come turisti, frequentando solo espatriati.
Imparare il catalano a Barcellona è una scelta quasi obbligata. Come avete gestito questo aspetto?
Con la nascita di nostra figlia, ci è sembrato ovvio che dovevamo imparare il catalano se volevamo integrarci, e anche per il mio lavoro. Abbiamo iniziato a seguire delle lezioni gratuite presso la CPNL, l'ente per l'apprendimento del catalano. E' un corso intensivo che ci dà la possibilità di partecipare a workshop, gruppi di discussione e tandem linguistici. Abbiamo anche amici catalani. Per il momento parliamo principalmente in spagnolo con loro, ma a volte intavoliamo anche qualche breve conversazione in catalano.
E sul lavoro, hai avuto difficoltà di comunicazione?
Quando mia figlia ha compiuto 6 mesi ho iniziato a cercare lavoro e mi sono scontrata con la realtà dei fatti. Senza un ottimo livello di catalano (C1), è quasi impossibile trovare impiego nel mio settore. Finora ho inviato una ventina di candidature, le risposte sono state pochissime e ho fatto solo un colloquio (mi candido solo alle offerte in castigliano e/o che richiedono il francese, ma sono pochissime). Continuo a imparare e praticare il catalano, l'apprendimento di una lingua non avviene in 2 giorni, ma non mi perdo d'animo. Nel frattempo, ho iniziato a lavorare al liceo francese di Barcellona, mi piace ma preferirei trovare qualcosa nel mio campo, in castigliano e catalano, con migliori prospettive professionali.
Hai qualche consiglio da dare a chi sta per trasferirsi a Barcellona, sia a livello linguistico che di integrazione?
Il mio consiglio è di imparare il catalano e cercare di adattarsi il più possibile. Iscrivere i figli in un asilo e/o scuola catalana, partecipare ad attività in catalano e a gruppi di discussione. Certo non è facile, ma abbiamo scelto noi questa città e vivere qui ci rende felici.
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