Trasferirsi all'estero comporta la scoperta di una nuova cultura e di un nuovo stile di vita, ma anche il confronto con un nuovo contesto religioso. Il contrasto può essere ancora più evidente se vai a vivere a chilometri di distanza dal tuo Paese d'origine. Che tu sia credente o meno, ti potrebbe servire del tempo per capire il funzionamento e l'importanza della religione nella vita quotidiana della destinazione di espatrio.
Laicità costituzionale
Alcuni Paesi sono fondati sul principio della libertà di culto, come gli Stati Uniti, che rispettano la libertà di coscienza e prevedono nella loro Costituzione il principio della separazione tra religione e Stato. Lo stesso vale per nazioni come la Francia, il Belgio e il Portogallo. Se ti stai trasferendo in Europa, sappi che Francia, Belgio e Paesi Bassi vietano l'uso del velo integrale, come il burqa e il niqab, negli uffici pubblici.
Nei Paesi Bassi questo provvedimento si estende anche a scuole, ospedali e trasporti pubblici. La Germania sta valutando un divieto parziale limitato agli uffici pubblici, mentre l'Italia (soprattutto Lombardia e Veneto) l'ha già attuato, estendendolo anche alle scuole. La Norvegia ha incluso nel divieto anche le istituzioni private.
Indipendentemente dalle ragioni che ti spingono a trasferirti all'estero, è fondamentale conoscere le leggi dello Stato ospitante. Non tutti i Paesi aderiscono alla separazione tra Stato e religione. Secondo il Pew Research Center, in 43 Paesi vige una religione ufficiale di Stato, come l'Islam nel Nord Africa e nella Penisola Arabica. In Asia, il Bhutan e la Cambogia sono ufficialmente riconosciuti come Paesi buddisti. In diverse nazioni europee prevalgono le religioni di stato, tra cui Regno Unito, Danimarca, Grecia e Malta, dove si praticano rispettivamente l'anglicanesimo, il luteranesimo, l'ortodossia e il cattolicesimo. Di solito, il credo religioso è menzionato nella Costituzione e il capo di Stato è tenuto ad abbracciare questa fede. Altri Paesi hanno adottato i cosiddetti sistemi concordatari. Tra questi ci sono Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Lussemburgo e Ungheria, che riconoscono uno status alle comunità religiose più rappresentate a livello nazionale.
Lo studio del Pew Research Center elenca anche i Paesi ostili alle religioni come Cina, Cuba, Corea del Nord e diverse ex repubbliche sovietiche dell'Asia centrale. Nel caso della Cina, sebbene ufficialmente atea, la libertà di culto è protetta dalla legge e la Costituzione tutela le pratiche religiose. Le religioni ufficialmente riconosciute sono cinque: Buddismo, Taoismo, Islam, Cattolicesimo e Protestantesimo. Su una popolazione di 1,4 miliardi di persone, la cui maggioranza si dichiara atea, i praticanti sono pochi.
Comunità religiose all'estero
Che tu sia cattolico, musulmano, induista, ortodosso o di qualsiasi altra confessione religiosa, e desideri praticare nella destinazione di espatrio, sappi che esistono vari Paesi nel mondo che accolgono comunità religiose e culturali diverse dalla propria, basti pensare a quella cattolica francofona di Dubai che si riunisce nelle chiese di Sainte Marie e Saint François d'Assise.
In Argentina, c'è la Mutua Associazione Ebraica Argentina (AMIA) che può supportarti nel mantenere il legame con la tua cultura e religione di appartenenza. Se sei musulmano e intendi stabilirti in Giappone, esiste un'associazione chiamata Nippon Asia Halal, un centro culturale/moschea al cui interno ci sono un supermercato e un caffè halal. Questi sono solo alcuni esempi, ma esistono molte opportunità per continuare a praticare la tua religione all'estero.
Di contro, nelle nazioni con una religione di Stato, la quotidianità è spesso influenzata dalla pratica di quella religione e dalle sue usanze. Ciò include il richiamo alla preghiera, le offerte al tempio, i rituali di purificazione, l'osservanza del calendario per le occasioni di festa, le tradizioni alimentari e altro ancora. È consigliabile informarsi sull'ambiente religioso prima della partenza per evitare sorprese.
Scegliere il Paese dove espatriare
Se hai la possibilità di scegliere la destinazione di espatrio, e la religione è parte integrante della tua vita quotidiana, quando pianifichi il trasferimento valuta le opzioni a tua disposizione per praticare liberamente la tua fede. Tuttavia, se ti sposti per lavoro, potresti non avere molta scelta. È fondamentale informarsi per tempo sulle condizioni generali di vita, sulle leggi in vigore e sulle varie tradizioni, compresa l'eventuale presenza di una religione di Stato. Fai anche delle ricerche per valutare se il fattore religioso possa avere un impatto sulle relazioni di coppia, sull'educazione dei figli, sull'ambiente di lavoro ecc…
Come già accennato, alcuni Paesi ospitano centri religiosi e culturali che possono diventare un luogo di incontro per pregare e socializzare. In ogni caso, devi mantenere una mentalità aperta ed essere pronto ad accogliere le differenze culturali con rispetto e tolleranza.
L'intolleranza religiosa nel mondo
L'ultimo rapporto dell'Osservatorio sulla Libertà Religiosa, pubblicato da ACN International nel 2021, evidenzia una recrudescenza dell'intolleranza religiosa dal 2018 in alcuni Paesi del mondo. Su un totale di 196 nazioni, 62 stanno affrontando gravi violazioni della libertà religiosa e 26 sono classificate come "rosse" per la persecuzione delle minoranze religiose. Tra queste figurano 12 Stati africani, Iran, Myanmar, India e Arabia Saudita.
In Arabia Saudita, ad esempio, sono vietati i luoghi di culto non musulmani e l'osservanza in pubblico di fedi non musulmane. Chi non rispetta queste regole rischia di essere discriminato, vessato e, in alcuni casi, imprigionato. Gli stranieri possono anche essere espulsi dal territorio. Ciononostante, alcuni espatriati cristiani ed ebrei riescono a praticare con discrezione la loro religione senza incorrere nelle sanzioni della polizia religiosa.
Se intendi trasferirti in Arabia Saudita (o in qualsiasi altro Paese che neghi il diritto alla libertà religiosa), probabilmente dovrai affrontare numerose sfide, soprattutto per quanto riguarda la Sharia, la legge islamica che regola la vita politica, religiosa e sociale. Valuta la situazione prima di partire per evitare spiacevoli inconvenienti. Se non sei di fede musulmana, la tua pratica religiosa potrebbe essere considerata illegale. Inoltre, se viaggi in famiglia, sappi che l'Arabia Saudita vieta la convivenza per le coppie non sposate. Se hai figli in età scolare, considera che solo le scuole private internazionali sono autorizzate a insegnare religioni e civiltà diverse da quella islamica.
Contatta la tua ambasciata, che potrà fornirti informazioni sulle normative vigenti e assisterti in caso di problemi. Potrà anche offrirti consigli utili e aggiornamenti sul clima politico e religioso del tuo Paese di espatrio.