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Mobilità studentesca internazionale: tendenze e destinazioni

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Scritto daAsaël Häzaqil 28 Agosto 2023

Nonostante l'impatto della pandemia di Covid, la mobilità studentesca è in ripresa. Anzi, sta aumentando, rimescolando le carte in tavola per quanto riguarda le destinazioni preferite dagli studenti internazionali. Lo scorso giugno, Campus France ha pubblicato il suo studio sulla mobilità studentesca globale. Ecco un approfondimento sulle destinazioni più gettonate. 

Le nazioni più gettonate tra gli studenti stranieri

Secondo l'ultimo studio di Campus France, che ingloba i dati dell'UNESCO, dell'OCSE e di Eurostat, la mobilità studentesca globale è aumentata del 4% tra il 2019 e il 2020, e del 32% in cinque anni. Nel 2020, i giovani che studiavano all'estero erano 6,4 milioni, la maggior parte negli Stati Uniti (957.475). Gli USA però stanno perdendo terreno (-2% di studenti internazionali tra il 2019 e il 2020), a favore di altre destinazioni. Dopo il Covid, l'attrattiva dell'America è diminuita, così come quella dell'Australia che, pur mantenendosi terza in lista, ha registrato un calo del 10% di studenti stranieri tra il 2019 e il 2020. Il Regno Unito mantiene la seconda posizione, ma a differenza degli Stati Uniti e dell'Australia e nonostante la Brexit, ha registrato un incremento del 13% tra il 2019 e il 2020. La Germania si colloca al 4° posto, seguita da Canada (5°), Francia (6°), Cina (7°- incluse Hong Kong e Macao) e Giappone (8°). Il numero di studenti internazionali negli Emirati Arabi Uniti (9°) è in leggero calo, mentre è in forte aumento in Turchia.

La Turchia, che occupa il 10° posto nell'elenco dei Paesi preferiti dagli studenti internazionali, ha registrato l'aumento più significativo nel biennio 2019-2020. Lo studio però segnala che non tutti i Paesi raccolgono i dati allo stesso modo. La Cina e gli Emirati Arabi Uniti, ad esempio, non riportano il Paese di provenienza degli studenti internazionali, il che limita l'analisi. Altre destinazioni invece, come Stati Uniti, Canada, Turchia, Argentina (12°) e Corea del Sud (13°) includono tutti gli studenti internazionali, non solo quelli che partecipano a programmi di mobilità, sovrastimandone così il numero.

Da dove arrivano gli studenti internazionali?

Gli studenti cinesi erano quelli che si spostavano di più già nel 2015 e la tendenza si è mantenuta anche nel 2020, nonostante una crescita più lenta tra il 2019 e il 2020 (+2%). Nel 2020, gli studenti cinesi all'estero erano 1.067.165 (compresi Hong Kong e Macao). L'India mantiene il secondo posto, con 516.238 studenti nel mondo e l'aumento tra il 2019 e il 2020 è stato notevolmente superiore a quello della Cina (+12%).
Con il +6% dei giovani che sono partiti per studiare all'estero tra il 2019 e il 2020, il Vietnam è salito al 3° posto nel 2020; nel 2015 era 11°. Gli studenti tedeschi si muovono un po' meno: la Germania si posiziona al 4° posto, una posizione in meno rispetto al 2015. Gli studenti americani si spostano di più. Gli USA salgono al 5° posto (8° nel 2015). Seguono Francia (6°), Corea del Sud (7°), Nepal (8°), Kazakistan (9°) e Brasile (10°).

La crisi sanitaria giustifica solo in parte il rallentamento osservato. Il calo è stato particolarmente evidente in Cina, India e Vietnam, che hanno registrato una progressione lenta nel periodo 2019-2020. La regione Asia-Oceania resta comunque la zona di partenza per eccellenza degli studenti internazionali (44% di studenti che si mossi nel 2020). È davanti all'Europa (27%), al Nord Africa e al Medio Oriente (11%), alle Americhe (10%) e all'Africa sub-sahariana (8%).

Mobilità studentesca: contesti geopolitici e strategie nazionali

Anche i contesti geopolitici spiegano in parte il forte aumento di alcuni tipi di mobilità studentesca. Nel 2020, la Siria (11° posto) aveva 87.057 cittadini che studiavano all'estero, con un aumento del 16% rispetto al biennio 2019-2020. L'aumento è stato esponenziale rispetto al periodo 2015-2020 (+126%). La guerra in Siria ha spinto molti studenti a proseguire gli studi all'estero, soprattutto in Turchia.

In alcuni casi, le riforme interne di un Paese possono invece contribuire al calo della mobilità studentesca. Gli studenti sauditi, ad esempio, si muovono meno rispetto al passato. Nel 2015 erano al 7° posto. Nel 2020 sono scesi al 20° posto, con 58.936 studenti all'estero. C'è stato un calo del 12% nel 2019-2020 e del 32% nel periodo 2015/2020. Nel 2019, il governo saudita ha annunciato di voler investire 500 milioni di dollari nell'istruzione. Un vasto piano destinato a migliorare le infrastrutture universitarie e a costruire nuove strutture per gli studenti che hanno ora accesso a un ambiente internazionale, con docenti stranieri e sauditi formatisi all'estero (principalmente in Paesi anglofoni).

Nel 2020 sono stati investiti più di 51 milioni di dollari nell'istruzione per incentivare i "giovani talenti". Nel 2022, il Ministro dell'Istruzione saudita ha iniziato a incentivare le partnership tra università saudite e americane. Tutti questi piani fanno parte di "Vision 2030", il vasto programma di modernizzazione dell'Arabia Saudita che spiega in parte il calo del numero di studenti in mobilità. Contestualmente, nel marzo 2022, l'Arabia Saudita ha annunciato un piano per inviare 70.000 studenti nelle migliori università straniere.

Conclusione

In un contesto di carenza di manodopera e di declino demografico a livello globale, la mobilità studentesca internazionale rappresenta una risorsa  a livello economico e sociale. Secondo l'UNESCO, entro il 2025 potrebbero esserci 9 milioni di studenti in mobilità internazionale. I governi stanno intensificando i loro piani per attrarre e, soprattutto, trattenere gli studenti. Gli Emirati Arabi Uniti, ad esempio, offrono un Golden Visa appositamente studiato per gli studenti di talento delle scuole superiori e delle università. Anche i titolari di dottorato possono beneficiare del Golden Visa. Ad aprile, il Giappone ha lanciato "J-Find", un visto riservato ai laureati di "università prestigiose". La Germania e il suo nuovo piano di immigrazione mirano a diventare la destinazione di punta per i talenti stranieri.

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A proposito di

Mikki è un'espatriata che vive in Giappone. Scrive contenuti per Expat.com ed è una blogger appassionata di lifestyle e cultura pop.

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