Le leggi più strane sullo smaltimento dei rifiuti nel mondo

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Scritto da Natallia Slimani il 18 settembre, 2023 - Modificato 20 settembre, 2023
Conoscere un nuovo Paese quando sei un espatriato significa fare scoperte interessanti, entrando in contatto con le sfumature culturali. E questo vale per la maggior parte degli aspetti legati alla quotidianità, anche per qualcosa di banale come buttare la spazzatura. Da restrizioni insolite a regolamenti stravaganti, ecco alcune delle leggi più particolari sullo smaltimento dei rifiuti nel mondo che gli espatriati dovrebbero sapere.

Le severe leggi cinesi sulla raccolta differenziata

La Cina ha recentemente introdotto nuove leggi sul riciclo a Shanghai. D'ora in poi i residenti devono differenziare i rifiuti in: articoli riciclabili (contenitori come bottiglie e lattine); rifiuti pericolosi, tra cui pile e medicinali, rifiuti organici, e rifiuti generici, che vanno dai prodotti per il bagno ad altri articoli di natura non specifica.

Shanghai è la città cinese che produce più rifiuti. Secondo l'agenzia di stampa Xinhua, genera oltre nove milioni di tonnellate di rifiuti all'anno. Con oltre 24 milioni di abitanti (il triplo rispetto a Londra o New York), il riciclo dei rifiuti a Shanghai è una vera e propria sfida: solo il 10% viene riciclato.

La nuova legge si propone di migliorare la situazione - rapidamente. E mette sotto pressione i residenti. Chi non rispetta la normativa rischia non solo di pagare multe salate, ma anche di vedersi ridurre il punteggio di credito sociale.

La legge giapponese sul riciclo degli elettrodomestici

Se vuoi buttare un televisore o un frigorifero in Giappone, fai attenzione. Il Giappone ha leggi specifiche sullo smaltimento degli elettrodomestici. Al momento dell'acquisto, sia i cittadini che i residenti stranieri devono pagare una tassa per il riciclo, di cui si incaricheranno in seguito i produttori.

Nell'aprile del 2001 è entrata in vigore la legge denominata "Act for Recycling of Designated Household Appliances", che si applica a quattro categorie di elettrodomestici: condizionatori d'aria, televisori, frigoriferi e congelatori, lavatrici e asciugatrici. Lo smaltimento dei computer e dei piccoli dispositivi elettronici è regolato da altre normative.

Vuoto a rendere Germania

In Germania, quando acquisti una bevanda in bottiglia, paghi un deposito (detto "Pfand") per il contenitore. Quando lo restituisci vuoto, ti viene rimborsato l'importo del deposito. I tedeschi hanno l'abitudine di restituire le bottiglie presso appositi raccoglitori che si trovano all'esterno dei supermercati.

I rifiuti non toccano terra a Taiwan

Nel 1993 Taiwan era conosciuta come l'isola della spazzatura. Oggi vanta uno dei sistemi di gestione dei rifiuti più efficienti al mondo e una suggestiva tradizione.

Taiwan utilizza un sistema di "tassa basata sul volume" per lo smaltimento dei rifiuti. I residenti devono acquistare i sacchi della spazzatura presso gli enti pubblici preposti, e il costo varia a seconda della grandezza. Questa pratica spinge ad accumulare meno rifiuti.

Un altro aspetto interessante della raccolta dei rifiuti a Taiwan è la politica del "non lasciare che la spazzatura tocchi terra". I residenti sono incoraggiati a consegnare il sacchetto dell'immondizia direttamente al camion della nettezza urbana invece di lasciarlo negli appositi contenitori. Questa politica ha trasformato una noiosa incombenza in una sorta di tradizione.

I camion dei rifiuti a Taiwan arrivano sempre alla stessa ora e si annunciano suonando musica classica come "Per Elisa". Le persone escono di casa, consegnano l'immondizia e ne approfittano per fare due chiacchiere con i vicini.

Compostaggio obbligatorio in Corea del Sud

La Corea del Sud ricicla quasi il 100% dei rifiuti organici.

Nel 2013, il Paese ha introdotto un programma di compostaggio obbligatorio: per legge, i residenti devono smaltire l'umido in sacchetti biodegradabili che costano circa 20 centesimi di dollaro all'uno.

ll Kenya vieta i sacchetti di plastica 

Nel 2017, il Kenya ha introdotto una legge che vieta l'uso e la produzione di sacchetti di plastica monouso perchè intasano i sistemi di drenaggio, emettono sostanze nocive e spesso finiscono nelle acque nei fiumi. Chi trasgredisce rischia una pena detentiva fino a quattro anni o una multa di 4 milioni di scellini kenioti - circa 28.000 dollari USA.

Purtroppo la legge non funziona come previsto. La produzione di sacchetti di plastica è ancora vietata in Kenya, ma vengono contrabbandati dall'Etiopia, e venduti illegalmente. In ogni caso, se sei un espatriato in Kenya, ti consigliamo di seguire le regole.

Non masticare gomme a Singapore

Nel 1992, Singapore ha introdotto una norma che vieta la vendita o l'importazione di gomme da masticare. Questo perchè le persone avevano l'abitudine di gettarle un po' ovunque dopo averle masticate, che fosse per terra o attaccandole sotto i sedili dei mezzi pubblici. Il governo ha deciso quindi di vietarle per mantenere la città pulita. Nel 2004, sono state autorizzate delle gomme specifiche prescritte dal medico, ma solo quelle.

Qual è la sanzione per chi mastica gomme a Singapore? Una multa fino a 1.000 dollari USA per chi trasgredisce la prima volta, che si traduce in un ordine restrittivo per i recidivi.

Conclusione

Siamo onesti: la maggior parte di noi non fa ricerche sulle leggi per lo smaltimento dei rifiuti nel mondo. Tuttavia, conoscere il modo in cui un Paese gestisce i rifiuti può rivelare molto sulla destinazione dove stiamo per trasferirci. Dal rigido divieto di Singapore sulle gomme da masticare, al sistema tedesco di deposito sulle bottiglie, fino ai camion della spazzatura di Taiwan che suonano musica classica, ogni legge offre uno spaccato delle priorità culturali, sociali e ambientali di ciascuna nazione.

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