È possibile trasferirsi all'estero facendo un lavoro che sta scomparendo?

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Scritto da Asaël Häzaq il 19 febbraio, 2024 - Modificato 20 febbraio, 2024
L'intelligenza artificiale (IA), e in particolare quella generativa, continua a fare notizia. Per ammissione degli stessi sviluppatori, milioni di posti di lavoro sono destinati a scomparire. Ma anche altri lavori, non legati all'IA, stanno scomparendo. E' possibile trasferirsi all'estero facendo un lavoro a rischio?

Professioni in competizione con l'IA

Giornalisti, redattori web, scrittori, traduttori, sottotitolatori, correttori di bozze, sviluppatori web, data scientist, analisti di dati, programmatori informatici, segretarie, tassisti, autisti di metro e autobus, contabili, bibliotecari, grafici, commercianti, muratori, avvocati, assistenti legali, insegnanti, architetti, sceneggiatori, receptionist, account manager, consulenti telefonici, allenatori sportivi, psichiatri, broker di banche e assicurazioni, idraulici...

Sono solo alcuni dei lavori minacciati dall'IA. Nell'aprile del 2023, uno studio della banca d'investimento Goldman Sachs ha stimato che l'intelligenza artificiale tradizionale e generativa minaccerebbe 300 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Posti di lavoro eliminati o profondamente modificati dall'IA. Sebbene si parli spesso di posti di lavoro legati alla raccolta e all'elaborazione dei dati, o inerenti al settore linguistico, si pensava che i lavori manuali sarebbero stati risparmiati, senza però considerare i recenti progressi della tecnologia. Il successo delle stampanti 3D e dei robot per la costruzione di muri sta cambiando le carte in tavola. Hadrian X, il robot muratore di FBR, un'azienda australiana di robotica edile, è in grado di costruire muri più velocemente dell'uomo, producendo meno rifiuti. Potrebbe risolvere il problema della carenza di manodopera nel settore edile? Che ne è allora dei programmi intrapresi dai governi per reclutare più lavoratori stranieri in questi settori?

Quando l'IA ridefinisce i mestieri

Lo sviluppo dell'IA generativa nel settore dell'istruzione, in quello legale o della medicina desta sconcerto. I macchinari a supporto dei medici esistono già. Ma arriveremo davvero a consultare un'IA? Molti specialisti rassicurano, sottolineando che le intelligenze artificiali non hanno facoltà critiche. Giornalisti, avvocati, architetti e psichiatri hanno ancora un futuro brillante davanti a loro. Lo stesso dicasi per le professioni manuali. Secondo alcuni studi, sono le professioni digitali e i compiti ripetitivi a essere maggiormente minacciati dall'intelligenza artificiale.

E le professioni artistiche? La polemica mondiale scatenata dalle recenti rivelazioni della scrittrice giapponese Rie Kudan, vincitrice del prestigioso premio Akutagawa, ha scosso la scena letteraria. La scrittrice ha spiegato che circa il "5%" del libro proviene dall'IA, e che spera di continuare a esplorare il suo potenziale creativo grazie all'IA. Altri scrittori, invece, temono che la mancanza di trasparenza stia macchiando l'intera professione. Alcuni hanno citato in tribunale la start-up OpenAi per violazione del copyright, accusandola di aver sviluppato le sue IA utilizzando i libri. Fotografi, fumettisti, musicisti... Il mondo artistico si sta sollevando, in bilico tra preoccupazione, resistenza e interesse per queste intelligenze artificiali che promettono un'evoluzione senza fine.

Altre professioni a rischio 

L'ascesa fulminea dell'intelligenza artificiale ci fa quasi dimenticare che altre professioni, che non hanno nulla a che fare con l'IA, stanno scomparendo.

Molti mestieri artigianali sono a rischio. La domanda non tiene il passo con l'offerta. I professionisti non trovano giovani da formare, né tantomeno persone che li sostituiscano. La selleria tradizionale, ad esempio, si occupa di tutto ciò che riguarda l'ornamento di un cavallo. I disegni sono ricamati, segno di un'esperienza antica. La selleria artigianale coinvolge diversi mestieri: lavorazione del rame, del broccato, del legno, ecc.

Sempre nell'artigianato, anche altri lavori sono a rischio: nelle arti meccaniche (costruttori di automi, burattini, ecc.), nelle arti grafiche (cartai, rilegatori, restauratori di stampe, disegni e dipinti ecc.). La stessa sorte potrebbe toccare ad alcuni mestieri edili come l'estrazione dell'ardesia, l'intonacatura, la produzione di mattoni... e poi ai maestri vetrai, ai falegnami, a chi lavora nel tessile o con i metalli. 

Non ci sono più tanti soffiatori di vetro come una volta. I tempi d'oro per chi produceva parrucche di scena sono ormai lontani. L'attività sopravvive soprattutto grazie all'industria teatrale, ma gli sbocchi sono molto ridotti. Anche i fabbri, le ricamatrici, i lavoratori della madreperla, gli incisori su pietra, i vasai e i cappellai tendono a scomparire.

Artigianato e mestieri tradizionali: le cause del declino

Tutte queste attività hanno qualcosa in comune: gli sviluppi tecnologici (sviluppo dell'industria, macchine, automazione, ecc.) hanno modificato i processi produttivi. L'offerta di prodotti artigianali sta diminuendo; l'artigianato è considerato troppo costoso e meno redditizio della produzione di massa. I modelli di produzione e di consumo sono cambiati. I mestieri manuali, un tempo molto popolari, non attraggono più.

In Corea del Sud, le donne subacquee dell'isola di Jeju fecero notizia ai tempi . Le "Haenyos", le donne del mare, hanno dato un grande contributo all'economia dell'isola grazie alla pesca. Questo lavoro viene svolto sott'acqua, senza attrezzature, ed è tanto spettacolare quanto pericoloso. Nel 1950 c'erano 30.000 Haenyos sull'isola. Oggi ne sono rimaste 5.000, la stragrande maggioranza delle quali ha più di sessant'anni. Anche se questa professione è entrata a far parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell'UNESCO (2016) potrebbe comunque scomparire. La pesca, un tempo principale motore economico di Jeju, è stata soppiantata dal turismo. Il mestiere non attira i giovani e le Haenyos stesse riconoscono quanto sia faticoso e mal retribuito. 

È altrettanto difficile formare i giovani in mestieri che stanno scomparendo. Eppure è in gioco la conservazione di un sapere ancestrale. Alcuni irriducibili riescono a preservare la loro arte e persino a guadagnarsi da vivere, ma sono rari e nella fascia alta del mercato (orologeria, pelletteria, moda, ecc.).

Professioni a rischio ed espatrio: cosa bisogna tenere in considerazione?

Innanzitutto, per quanto riguarda l'IA: le aziende continueranno ad assumere e i governi manterranno i loro piani per attrarre talenti stranieri, anche nei settori in cui l'IA sta decimando la forza lavoro. Stati Uniti, Canada, Germania e Giappone sono ancora a corto di professionisti qualificati nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC). L'industria dei videogiochi, sulla scia di licenziamenti record (più di 6.000 nel 2023), continua ad avere bisogno di illustratori, grafici, programmatori, animatori e sceneggiatori di livello internazionale. Gli scienziati sostengono inoltre che l'IA, pur distruggendo posti di lavoro, ne sta creando di nuovi.

Per quanto riguarda le professioni tradizionali, dobbiamo chiederci quali siano le possibilità di fare breccia nel Paese di espatrio, e se sia possibile adattarsi ai nuovi vincoli del mercato (modelli di consumo, potenziali clienti, ecc.). È possibile, ad esempio, "modernizzare" l'artigianato? Vogliamo mantenere il modo ancestrale di produrre o vogliamo adattare la tradizione ai gusti moderni? Da tempo minacciata, l'orologeria è di nuovo in crescita grazie al settore del lusso. L'artigianato viene elevato al livello di un'arte. La Svizzera è l'eccellenza nel settore dell'orologeria ma anche Giappone e Francia sono reputate in questo ambito. Se stai pensando di trasferirti all'estero, devi valutare le opportunità disponibili nella nazione che hai scelto.

Espatrio e lavoro: valutare il mercato all'estero

Per prepararti adeguatamente all'espatrio, quando svolgi una professione che potrebbe scomparire, devi innanzitutto tastare il polso del mercato del lavoro, del mercato economico e della strategia politica della nazione di trasferimento. Il Paese sta vivendo una fase di crescita o di rallentamento economico? Qual è la sua politica migratoria? Esiste una lista di professioni particolarmente colpite dalla carenza di manodopera? Saperlo ti aiuterà a posizionarti meglio sul mercato. Il Regno Unito, gli Stati Uniti, l'Australia, la Germania, il Giappone, il Sudafrica e il Canada, ad esempio, pubblicano liste di professioni che scarseggiano.

Anche il settore Tech non è esente da rischi e lo ricorda l'ondata di licenziamenti del 2021. Le assunzione però non sono cessate. Secondo l'agenzia di reclutamento Robert Half, l'88% delle aziende francesi prevede, nell'arco di quest'anno, di assumere professionisti nel settore tecnologico. I governi continuano a cercare talenti stranieri. Il Regno Unito ha aperto le porte a profili qualificati e altamente qualificati. Lo stesso vale per Germania, Giappone, Corea del Sud, Canada e Stati Uniti. Gli stessi sono in competizione tra loro per accaparrarsi i "migliori" studenti stranieri.

Occorre inoltre considerare le opportunità di formazione e le prospettive di carriera. Pensi di trasferirti in modo definitivo? Hai una formazione che può offrire sbocchi nella nazione d'espatrio (tenendo conto del riconoscimento dei diplomi)? Questi parametri, valutati in base alle tue motivazioni, permetteranno di esaminare con accuratezza il tuo progetto di espatrio professionale.

A proposito di Asaël Häzaq

Mikki è un'espatriata che vive in Giappone. Scrive contenuti per Expat.com ed è una blogger appassionata di lifestyle e cultura pop.