Dopo aver trascorso diversi anni a crescere i figli a tempo pieno, è arrivato il momento di reintegrare il mondo professionale. Come affrontare questo passaggio e come prepararsi per fare una buona impressione sui datori di lavoro? Quali sono i Paesi che facilitano il processo di ritorno al lavoro dopo un congedo parentale?
Che cos'è il "congedo parentale"?
Il congedo parentale, o pausa parentale, si riferisce a un periodo in cui i genitori si dedicano a tempo pieno dei figli. Per alcuni, la pausa parentale è da intenderti come un'estensione del congedo parentale, e può durare 2, 5, 8 anni o più. Che sia dettata da fattori socioeconomici o da una scelta personale, questa interruzione dal lavoro permette ai genitori di dedicarsi completamente ai figli mettendo da parte la carriera.
Prendiamo, ad esempio, le coppie di espatriati in cui uno dei due partner lavora e l'altro si occupa della famiglia. Questa divisione dei compiti può essere intenzionale o meno; a volte è una necessità dettata da fattori pratici e motivi economici. Il coniuge al seguito potrebbe aver lasciato il lavoro, per seguire il partner, e ora sta cercando un'occupazione nel Paese straniero, si sta riqualificando o ha scelto di dedicarsi ai figli a tempo pieno.
Il concetto di pausa parentale ci ricorda che il "lavoro" non è solo quello canonico in ufficio, e che gestire la famiglia è un "lavoro" a tutti gli effetti..
Come puoi evidenziare efficacemente questa pausa parentale nel tuo curriculum? Alcuni temono di perdere credibilità, ma è un errore. Essere genitore permette di affinare le competenze individuali.
Quali sono i Paesi dove è più facile riprendere il lavoro dopo il congedo parentale?
La Svezia, nota per le sue generose politiche di congedo parentale, dà priorità alla creazione di un ambiente che tuteli le donne. Nel 2023 è stata tra le nazioni più gettonate tra gli espatriati, specialmente donne. Il modello svedese è famoso per l'attenzione nei confronti dell'avanzamento di carriera delle donne.
La Finlandia e la Norvegia, altrettanto popolari tra gli espatriati, sono note per le loro generose politiche di congedo parentale e per l'impegno verso la parità di genere. Questi Paesi offrono inoltre un sostegno significativo ai genitori che reintegrano il mondo del lavoro. Anche la Spagna, con la riforma del congedo di paternità del 2021 e i progressi per i diritti delle donne, si sforza di facilitare il ritorno al lavoro dopo il congedo parentale. Nel Regno Unito, le pause parentali sono viste positivamente e possono addirittura valorizzare il curriculum vitae.
Le problematiche tuttavia rimangono. Le donne che lavorano, indipendentemente dal fatto che siano o meno espatriate, continuano a subire disparità retributive: gli uomini spesso guadagnano di più, a parità di competenze. Per le donne espatriate che lavorano in Paesi con un elevato divario retributivo di genere, la disparità è ancora più marcata. Per queste professioniste, i progressi nelle politiche di congedo parentale dovrebbero accompagnarsi a riforme che tengano conto di altri aspetti genitoriali, come ad esempio l'aumento della disponibilità di strutture di assistenza all'infanzia.
Prima di espatriare, è importante informarsi sulla cultura aziendale nella destinazione di trasferimento. Molto spesso questo aspetto viene trascurato e ci si pensa solo al momento di mettere su famiglia. Capire come le aziende gestiscono il congedo parentale è fondamentale.
Cultura del lavoro e pause parentali
Molte aziende associano la "pausa parentale" al "distacco dalla forza lavoro", considerando il lavoro retribuito come unico indicatore dello status sociale. I sostenitori del congedo parentale contestano questa prospettiva, evidenziando un paradosso. Se da un lato i Paesi attuano politiche per risolvere i problemi demografici, dall'altro non affrontano la questione della disparità salariale e di altre forme di discriminazione nei confronti delle donne, comprese quelle sul posto di lavoro.
Nel gennaio 2023, il governo sudcoreano ha proposto di estendere il congedo parentale da un anno a diciotto mesi, sia per le donne che per gli uomini, con l'obiettivo di incoraggiare le coppie ad avere figli. Tuttavia, la cultura lavorativa del posto, molto dedita al lavoro, contrasta con la proposta di legge. Gli espatriati si trovano quindi in una situazione difficile, se vogliono fare carriera devono rinunciare al congedo parentale, pur spettando loro di diritto. Prendere posizione è difficile quando nessun altro in azienda lo fa. Molti preferiscono allinearsi alle norme aziendali per non rischiare di perdere la posizione o per non scontrarsi con il superiore. Il ritorno al lavoro, dopo un'interruzione parentale, diventa difficile da gestire se l'azienda non favorisce il processo di rientro.
La situazione in Corea del Sud riflette una tendenza propria di vari Paesi. I governi, alle prese con il calo demografico, stanno introducendo misure per incrementare i tassi di natalità, ma tanti datori di lavoro vedono ancora con sfavore il congedo parentale. Non è il caso, fortunatamente di BlaBlaCar, nota società di carsharing che offre quattro settimane aggiuntive di congedo completamente retribuito ai neo genitori. Lo stesso fa Mobidys, una casa editrice specializzata in libri fruibili da persone affette da dislessia, che dà dieci settimane di congedo completamente retribuito. Anche aziende come Netflix, Volvo, Google e Microsoft offrono un congedo parentale (o di paternità) come parte del loro pacchetto di benefit.
Come si fa a rientrare nel mercato del lavoro dopo un'interruzione parentale?
Dietro a questo problema si nasconde la preoccupazione per il curriculum vitae. È possibile intraprendere una carriera all'estero dopo essere stati lontani dal mondo del lavoro per parecchio tempo? I professionisti evitano, di solito, di trovarsi in questa situazione perchè un cv senza continuità è malvisto. Tanti candidati si sentono costretti a nascondere periodi di disoccupazione, malattia o semplicemente una pausa dall'attività lavorativa per prendersi cura dei figli.
Le aziende, di contro, apprezzano casi di "time out" quando si tratta di viaggi umanitari o di volontariato all'estero. Questo tipo di esperienze è apprezzato perchè mette in risalto l'attitudine del candidato. Al contrario, il congedo parentale è ancora soggetto a stigmatizzazione: alcuni lo equiparano erroneamente a una vacanza, invece di riconoscerlo come un lavoro impegnativo che impegna le 24 ore della giornata.
I sostenitori del congedo parentale si battono per eliminare i preconcetti e consigliano agli espatriati di fare una ricerca approfondita sulla cultura aziendale nella destinazione di trasferimento. Favorisce la famiglia? Autorizza un orario flessibile per favorire i genitori nella cura dei figli? È inoltre fondamentale considerare i sistemi di supporto che il Paese ospitante offre ai genitori come ad esempio l'assistenza prenatale, la disponibilità di strutture per l'infanzia, le opportunità educative, ecc.
Dare risalto al congedo parentale nel CV
Il modo più efficace per difendere il tuo diritto al congedo parentale è parlarne apertamente. Indicare chiaramente "congedo parentale" sul CV eleva questa esperienza allo stesso status di altri impegni professionali. Inoltre, è fondamentale evidenziare tutte le competenze acquisite durante questo periodo, proprio come faresti per qualsiasi altra posizione: gestione delle crisi, comunicazione efficace sotto pressione, leadership, capacità organizzative, gestione delle scorte, ruolo di consulente, capacità di negoziazione, sviluppo di progetti e altro ancora.
Sentiti libero di dare un titolo alla tua pausa genitoriale. Come descriveresti il tuo ruolo? "Facilitatore del'apprendimento", "Coordinatore di un progetto familiare" o "Responsabile di un nucleo familiare" sono alcuni dei titoli che vediamo sui CV dei genitori che si reinseriscono nel mondo del lavoro.
Formazione
Ti consigliamo di dedicare il giusto tempo alla ricerca di un lavoro. Inizia valutando che piega vuoi dare alla tua carriera. Le tue aspirazioni potrebbero essere cambiate durante il congedo parentale. Cogli l'opportunità di ridefinire gli obiettivi professionali valutando le tue competenze. Inoltre, familiarizza con il mercato del lavoro del Paese ospitante. Se necessario, considera di seguire una formazione. Non dimenticare la "formazione passiva" durante il tuo congedo parentale, come ad esempio tenersi aggiornati sull'attualità, padroneggiare un nuovo software o imparare la lingua della nazione ospitante.
Anticipare
Una pausa prolungata dal mercato del lavoro può portare a sentirsi disconnessi. Pur capendo come funzionano le cose, potresti non sentirti a tuo agio. Questo sottolinea l'importanza della formazione per colmare il divario. Nell'ottica di dover fronteggiare delle critiche, essere adeguatamente preparata ti permette di reagire in modo efficace. Le donne espatriate, in particolare, sono spesso sottoposte a giudizio, ipotizzando che preferiscano "non lavorare" piuttosto che perseguire la carriera. Anche gli uomini che rientrano nel mondo del lavoro dopo un'interruzione possono essere oggetto di critiche. Anticipa queste sfide e cerca il supporto di un coach o di un'organizzazione specializzata nel reinserimento lavorativo che ti prepari per il colloquio di lavoro.
Mettere le cose in prospettiva
Tornare sul mercato del lavoro dopo una lunga assenza può essere stressante. Si tratta di timori comprensibili che non devono essere ignorati o nascosti, ma piuttosto esaminati con attenzione. Spesso dietro a queste paure si nascondono preoccupazioni sulle proprie competenze, sul giudizio degli altri, sensi di colpa o vergogna per essersi assentati dal lavoro, senso di inferiorità e altro ancora. Dedicare del tempo alla formazione può aiutare a ricostruire la fiducia in sè stessi e a migliorare la capacità di proporsi ai datori di lavoro.
Le politiche di congedo parentale nel mondo
Quando si parla di congedo parentale, viene quasi istintivo pensare ai Paesi scandinavi, noti per le politiche progressiste. Le loro iniziative sociali sono efficaci. Prendiamo ad esempio la Svezia, dove le madri hanno diritto a 18 settimane di congedo completamente retribuito. I padri, invece, hanno diritto a 5 settimane di congedo, che possono essere prese insieme a quelle della madre. Entrambi i genitori hanno a disposizione altre 32 settimane di congedo fino al compimento del primo anno di vita del bambino, con un'indennità parziale durante questo periodo.
Secondo il rapporto UNICEF del giugno 2021, la Svezia, l'Islanda e il Lussemburgo sono le nazioni che offrono le politiche di congedo parentale più "generose" per "entrambi i genitori". Tuttavia, nonostante queste misure, le disuguaglianze persistono. In Svezia, ad esempio, sono generalmente le donne a chiedere il congedo parentale.
In Germania, il genitore (madre/padre o entrambi) ha diritto a 14 settimane di congedo e durante questo periodo riceve il 65% dello stipendio. In Norvegia, i padri hanno diritto a 14 settimane di congedo completamente retribuito, estendibili a 32 settimane se lo desiderano. Nel 2021, la Spagna ha conquistato il primato in Europa, concedendo ai padri 16 settimane di congedo. Il Canada offre 5 settimane di congedo, anche per le famiglie omosessuali. Gli Stati Uniti offrono solo 12 settimane di congedo non retribuito, soggetto a condizioni, e non esistono disposizioni federali specifiche per il congedo dei padri.
In molti Stati asiatici e africani le disposizioni in materia di congedo parentale sono ancora lacunose e il ruolo del padre è poco riconosciuto.