In Somalia non cè un sistema sanitario organizzato che fornisca regole, procedure, protocolli, servizi. Ci sono ospedali pubblici (si fa per dire perché è previsto comunque un pagamento salato per ogni prestazione) poco attrezzati e con personale sanitario dalla affidabilità precaria. I medicinali sono tutti provenienti da donazioni delle organizzazioni umanitarie.Ci sono anche cliniche private, dai costi elevatissimi, che hanno una certa quantità di attrezzature diagnostiche ma sono antiquate, non sempre perfettamente funzionanti, ed esistono pochi medici in grado di leggere con sicurezza i risutati (radiografici o clinici). Tra poco, a Mogadiscio apriranno due ospedali: uno dalla Turchia che sta ristrutturando un vecchio ospedale e completandolo di attrezzature moderne mentre latro sta per essere terminato da parte della Cina. Inizialmente saranno gestiti da personale dei rispettivi paesi ma non so dire quale sarà la loro efficienza.
Al di fuori di Mogadiscio, nel resto della Somalia, praticamente non ci sono strutture sanitarie, tranne casi eccezionali, degne di questo nome. Una semplice operazione di appendicite può essere molto pericolosa in quellambiente ove esistono chirurghi inesperti e, soprattutto, strutture e attrezzature inadeguate. I luoghi di cura soino i focolai delle infezioni e delle epidemie.
A tutto questo fanno eccezione alcuni ospedali del Somaliland (in particolare Hargeisa) ove stiamo provvedendo, senza supporti istituzionali, alla fornitura di attrezzature di ultima generazione (TAC, impianti radiologici ad intensificazione di immagine, macchine per dialisi, completi di odontoiatria, attrezzature per camere operatorie, impianti di sterilizzazione, incubatrici, elettrocardiografi, attrezzature ginecologiche e tanto altro ancora). Queste attrezzature, ancora perfettamente efficienti, sono state recuperate da ospedali in dismissioni, revisionate e sezionate per il trasporto. In settembre-ottobre partirà un team di volontari: tecnici di ingegneria clinica per insegnare la gestione delle attrezzature e di medici per formare il personale ospedaliero al corretto uso.
Il problema assicurativo è molto problematico.
Ritengo indispensabile la stipula di una assicurazione sulla vita, sugli incidenti anche di carattere terroristico o di guerra, sul rimpatrio. Per informazioni dettagliate, specie se il tuo viaggio o permanenza in Somalia è per lavoro o per attività di volontariato, potrai rivolgerti a "SISCOS assicurazione" di cui, al momento, non ho, al seguito, i recapiti ma penso che non dovrebbe essere difficile recuperarli su internet. Cè da rilevare che non ci sono, in Italia, società di assicurazione che coprono il sequestro di persona. Ho provato anche con società inglesi ma mi è stata negata questa copertura. Il problema è importante perché gli stranieri sono considerati cassaforti ambulanti. La permanenza è obbligatoria in ambienti vigilati (ad esempio alberghi che, pur appena efficienti, hanno un costo minimo di 150-200 dollari al giorno. Lo spostamento in città può essere fatto con una scorta non inferiore a 4 persone (gli alberghi sono collegati con le organizzzioni che forniscono tale personale). Lo spostamento fuori città deve essere fatto con una scorta non inferiore a 10 uomini armati. A titolo informativo ancora: il visto di ingresso può essere rilasciato allaeroporto, con lesborso di 50 dollari, per business o per lattuazione di progetti umanitari .
Spero di aver dato sufficienti indicazioni.
Mario
