ciao a tutti,
io vivo a Douz, qui la gente veste in modo tradizionale per la maggior parte.
Vestono tradizionale gli uomini e le donne anziane, la stragrande maggioranza delle donne adulte, ci sono pochissime donne completamente velate per strada, quasi tutte indossano il foulard ma col viso scoperto, i giovani vestono come in Europa ma le ragazze almeno una su due indossano il foulard come le adulte, i bimbi e le bimbe vestono come da noi sempre molto bene, qui non si vedono per strada bimbi scalzi e trasandati come in altri luoghi dell'Africa o dell'India o dell'Indocina o del centro e sud america.
Noi stranieri andiamo in giro vestiti esattamente come vogliamo non esiste imposizione alcuna, ma è ovvio che poi la gente pensa quel che vuole. Io vesto come sempre ma indosso più frequentemente gli scarponi estivi o invernali, raramente in estate porto scarpe aperte infradito con suola spessa per ammortizzare i sassi.
Ricordiamoci che noi donne occidentali, anche se veniamo in apparenza accettate, generalmente siamo considerate (qui nel sud, non conosco la realtà del nord Tunisia) donne di facili costumi, tranne nella privata cerchia delle persone di cui ci circondiamo, ma questo accade anche in oriente ad esempio in India, dove le turiste occidentali sole, inoltre rischiano il palpeggiamento continuo: per strada, sui bus, sui treni, al mercato...
Qui a Douz invece c'è il massimo rispetto sia fisico che verbale (i pensieri non possiamo governarli ovviamente).
Per contro io da donna "sola" bianca, vivo del privilegio di essere protetta da tutti, donne comprese, ognuno fa quel che può per aiutarmi in qualsiasi mia necessità, qualsiasi cosa io domandi se non sanno, chiedono fino a soddisfare la mia risposta.
Non è così a Djerba dove più volte per strada ho sentito inviti scurrili da parte di avvenenti giovani uomini adulti, ma è complice la massa turistica e la quantità di occidentali che vi risiedono, non scordiamoci che il turismo sessuale ormai circola in qualsiasi parte del mondo, fa parte della globalizzazione.
il cappello in paglia è più tipico di Djerba, ma io in estate lo indosso sopra lo shesh per ripararmi dal sole che non è esattamente un amico di cui fidarsi, dopo il ramadan del 2016, in una cocente giornata di luglio abbiamo sfiorato i 60 gradi in macchina, a casa 48/50 gradi all'ombra. Non chiedetemi come ho fatto a sopravvivere, ma una cosa è certa, quando vivevo a Capo Verde che raggiungeva il massimo di 36 gradi in estate nell'isola in cui abitavo, io soffrivo di più perché là c'era l'umidità derivante dalla vicinanza della pioggia, a Douz a volte si scende sotto il 10%di umidità il che significa che bisogna bere anche se non si ha sete, pena disidratazione grave.
La vita qui scorre in un'altra dimensione, col suo caos tra modernità e vita ancestrale. L'Italia sembra lontana anni luce, ma riaffiora quando vai in banca, il sistema bancario è il medesimo del nostro. Anche questo fa sempre parte della globalizzazione che in tempi più brevi di quelli che noi pensiamo, stravolgerà irrimediabilmente anche questo ritmo lento ma vitale. Sono venuta qui per respirare questo ultimo rigurgito di antichità.
Buona Tunisia a tutti!
A quelli che ci abitano e a tutti coloro che vorranno conoscerla in vacanza, a tutti quelli del Nord chiedo di venire a visitare il Sud, in primis perché è molto bello (non-solo-Deserto-Del-Sahara) e anche perché la gente ha bisogno di lavorare come al nord.