Rodolfo a Khon Kaen : " Un posto ideale per pulirsi l'anima e ricominciare "

Interviste agli espatriati
Scritto da Francesca il 21 settembre, 2017
Rodolfo vive con la moglie a Khon Kaen, nella parte nord est della Thailandia. Esperto nel settore di Informatica e Telecomunicazioni, ha uno spirito creativo ed è un'appassionato di musica e teatro. Tra i suoi progetti c'è quello di creare un'associazione di gioco di ruolo dal vivo sulla falsariga della Drakenfest in Germania. Se siete curiosi di saperne di più della sua nuova vita, leggete quello che ci racconta nell'intervista.

Chi sei e dove vivi attualmente?
Mi chiamo Rodolfo, ho 45 anni e attualmente vivo a Khon Kaen nella parte nord est della Thailandia.
Ho lavorato per quasi 20 anni in Italia nel campo dell'Informatica e Telecomunicazioni.
Prima di questo ho studiato Pianoforte e Tastiere con insegnante privato e, contemporaneamente, recitazione ed espressione comportamentale.
Ho sempre avuto passione per tutto ciò che è creativo!
Fino ad una certa età ho suonato con l'innocenza dei vent'anni (modo di dire) in locali e piazze del centro Italia e partecipato/diretto alcuni stage teatrali ovviamente non professionali.

Da quanti anni vivi all'estero?
Da oltre 2 anni, ma sono state tante le fughe dall'Italia, anche solo per poche settimane, allo scopo di prendere fiato dalla monotonia in varie località europee.
Hai vissuto anche altrove prima di adesso? 
No. Questo è il posto dove ho deciso di rimanere a vivere ed ho fatto in modo che fosse così.
Gli altri miei viaggi sono stati praticamente tutti da semplice turista (Austria, Bulgaria, Inghilterra, Francia).

Di cosa ti occupi al momento?
Al momento, pur non essendo pensionato, non faccio nulla.
Che invece avrei voglia di fare tante altre cose è un altro discorso.
Sto cercando di contattare varie persone per trovare collaboratori nel mio progetto di creare un'associazione di gioco di ruolo dal vivo sulla falsariga della Drakenfest in Germania, anche se improntata su uno stile più asiatico che sul Signore degli Anelli.

Come mai hai scelto proprio la Thailandia per iniziare una nuova vita?
Mi ero informato sulle varie possibilità anche in altri posti, ma il rapporto tra cambio e potere d'acquisto monetario era uno tra i più bilanciati dei luoghi presi in considerazione. Anche la burocrazia, per quanto molto poco tollerata da un informatico come me, era sempre più semplice che in posti come Capo Verde o Santo Domingo. L'Europa inoltre era per me da allontanare per via dell'altissimo costo della vita.
A questo aggiungiamo il mare e le spiagge di Phuket, le luci e i colori della Thailandia turistica.
Ora che sono sposato invece ritengo molto più saggio restare nella provincia in cui mi sono traferito con mia moglie, anche se non c'è chissà cosa da poter fare.

Che strumenti hai usato per reperire informazioni sul Paese prima di trasferirti?
Principalmente ho fatto ricerche su Internet e successivamente ho avuto la “sfortuna” di conoscere i gestori di una Guesthouse a Phuket. Loro hanno dato un contributo sostanziale alla mia decisione.
La chiamo sfortuna perché in seguito sono stati proprio loro a darmi la prima (e fortunatamente ultima) fregatura finanziaria. Nessuno si preoccupi però, anche loro hanno dovuto chiudere nonostante tutto e tornarsene in Italia con la coda tra le gambe (uno di loro è stato persino in prigione per lavoro in nero e successivamente cannato a vita dal paese). 
Appena sbarcato, qual è stata la prima sensazione che hai provato? 
Direi di libertà, con un mondo tutto nuovo da scoprire. La sensazione che fosse un paradiso.
Cogliere la mela però è stato anche amaro e alla fine ovviamente è arrivata la consapevolezza che nessun paradiso è libero da serpenti.

Quanto tempo ti ci è voluto per ambientarti?
In realtà mi sto ancora ambientando. Nelle località turistiche tutto è strutturato in modo da far sentire lo straniero a casa anche solo in apparenza, e quindi molto semplice. Quando ci si allontana e si opta per un luogo utile a vivere e non a folleggiare ecco che l'impatto è decisamente maggiore e tutt'altro che facile.
Per essere in regola con le leggi locali sull'immigrazione, quali sono le prime cose che un espatriato deve fare per vivere e lavorare li?
Le leggi sull'immigrazione sono tante e spesso ai nostri occhi quasi prive di senso (pensate che uno dei documenti da produrre in duplice copia è il disegno fatto a mano della mappa delle strade intorno al luogo di domicilio!!!)
Prima di partire consiglio caldamente di procurarsi un visto turistico di almeno 3 mesi recandosi all'ambasciata Thailandese più vicina in Italia.
Dopo essere arrivati in Thailandia è necessario decidere cosa vogliamo fare.
Il VISA Turistico infatti può essere rinnovato per un certo numero di volte (uscendo ad esempio verso la Malesia, andando all'ambasciata Thailandese e richiedendo un VISA nuovo). C'è un vero e proprio Business dietro questa cosa e le agenzie Thai che offrono questi servizi di VISA RUN sono tantissime. Andata, soggiorno di una notte e rientro in Thailandia alla “modica” cifra di circa 120 euro.
In seguito possiamo decidere ad esempio di prendere un VISA ED (Educational) e restare in Thailandia come studenti per un certo tempo ad imparare la lingua. Bisognerà in questo caso però pagare la scuola e ci saranno degli esami da fare per poter continuare ad estendere il periodo di studio.
Se si opta invece per un VISA B (Business) bisogna seguire un altro percorso; infatti ancora non siamo in grado di fare nessun lavoro, dobbiamo integrare il VISA B con un Work Permit. 
Purtroppo per questi servizi dovremo necessariamente rivolgerci ad un ufficio locale, visto che la trafila burocratica è veramente allucinante. Per poter però avere un Work Permit è necessario che qualcuno ci assuma o che fondiamo una nostra “impresa” locale. 
La maggior parte dei lavori infatti non può essere fatta dagli stranieri. Se ad esempio io decidessi di andare a scaricare le cassette al mercato mi troverei a fare qualcosa di illegale per la quale c'è direttamente il carcere ed in seguito l'espulsione dal paese, perché così facendo toglierei lavoro ai nativi.
Altre alternative sono il VISA OR (Official Retirement [ma solo dai 50 anni in su!]) o il VISA OM (Official Marriage) che si spiegano da soli, ma che richiedono un determinato quantitativo di soldi depositati in una banca Thailandese quale “Deposito di Sicurezza”. Su questo infatti i Thai non sono sbandati come noi e non gli piace avere nel paese qualcuno che potrebbe aver bisogno di lavorare in nero o di mendicare sotto il Metrò per mangiare. Questo deposito è meglio che non lo tocchiate affatto, visto che tanto pur potendo disporne a piacimento non potete permettere che scenda sotto la soglia, pena il dover andar via.
Qualsiasi tipo di visto abbiamo, dovremo comunque recarci ogni 90 giorni al più vicino ufficio immigrazione per notificare quale sia la nostra residenza anche se non vi sono variazioni di domicilio, o incorrere in sanzioni finanziarie e penali poco gradevoli.
Senza voler scendere ora troppo nel dettaglio, la prima cosa da fare in assoluto è secondo me di assicurarci di avere “almeno” una disponibilità di 100.000 euro in banca o una pensione di “almeno” 1.200 euro mensili… in caso contrario, tra sbagli, sciupo e altro saremo costretti al rimpatrio spesso con conseguenze psicologiche pesanti.

Di che tipo di visto sei in possesso? 
Dato che sono sposato, ho un visto Matrimoniale della durata di un anno, e che ogni anno va rinnovato all'ufficio immigrazione alla modica cifra di 50 euro. La documentazione da presentare ogni volta purtroppo farebbe perdere la pazienza ad un santo.

Quanto ti costa vivere a Khon Kaen? Affitto, bollette, cibo… 
Attualmente io e mia moglie abbiamo una casetta nostra e quindi non paghiamo affitti, diciamo però che possono variare da circa 400 a 600 euro al mese per una casetta stand-alone, ma salire drasticamente a più di 1000 euro per un appartamento in condominio soprattutto nelle zone turistiche e in periodi di “alta stagione”.
Le bollette comunque sono tutte mensili e si aggirano intorno a:
meno di 5 euro per l'acqua;
da 15 a 80 euro per la corrente elettrica a seconda di quanto si usa l'aria condizionata;
circa 20 euro per la connessione Internet 20Gb fibra con IPTV.
Se mangiamo il cibo locale possiamo anche restare intorno ai 6 euro al giorno in due di media, se invece decido di comprare pasta asciutta o altro cibo occidentale la spesa mensile è più corposa (circa 170 euro solo per me, visto che a lei il cibo occidentale non piace molto).
È chiaro che questa cifra non comprende i soldi per il visto, benzina, bevande, imprevisti vari e qualche eventuale cena fuori! Diciamo in generale che qui è quasi tutto la metà rispetto ai prezzi delle località turistiche (Phuket, Bangkok, Pattaya).

Come sono considerati gli stranieri dalla popolazione locale?
Purtroppo, mi duole dirlo, i Thailandesi medi sono completamente ignoranti di cosa ci sia “all'esterno” del loro piccolo mondo. Credono che gli stranieri abbiano l'esoterica capacità di stampare banconote come fossero banche nazionali in miniatura.
Credono che il nostro paese di origine ci regali i soldi tutti i mesi per fare la vita da nababbi e di conseguenza lo straniero non è altro che un Bancomat con le gambe.
I Thailandesi vivono in un sistema “Feudale” di classi sociali e lavorative e per questo la loro autoconsapevolezza è purtroppo compromessa. Compromessa è anche la capacità di interessarsi a qualcosa (avere hobbies diversi dal chattare su FB tutto il giorno ad esempio), imparare nozioni nuove o progettare e fare cose in maniera creativa.
Quando un Thailandese impara a fare un lavoro, un'attività o un qualcosa di nuovo, questo è il risultato dell'apprendimento diretto da un familiare, un datore di lavoro o un amico. Da quel momento in poi sarà praticamente quasi impossibile che il Thailandese possa in qualsivoglia maniera creare anche solo i presupposti per il miglioramento di ciò che ha imparato.
Facciamo un esempio pratico: supponiamo che un Thai lavori in un ristorante italiano. Una volta imparato a fare la carbonara in maniera buona, è quasi impossibile che di sua iniziativa pensi di poter provare ad aggiungere anche solo un pizzico di pepe o qualche grammo di rosso d'uovo in più per fare in modo che la carbonara buona diventi invece ottima. Morale della favola: una volta imparato a fare una cosa i thailandesi non si chiedono se la cosa possa essere migliorata o meno, si limitano a farla in quel determinato modo perché sanno che si fa così, perché fin dalla nascita imparano a non fare domande agli altri e soprattutto a sé stessi, solo ad obbedire all'ordine precostituito.
Gli abitanti di questo paese inoltre non hanno nessuna capacità di pianificazione, non imparano dall'esperienza e non hanno capacità progettuali. Tutti i traguardi ottenuti sono il risultato dell'iterazione tra gli investitori esterni ed i lavoratori locali, ma non per questo essi hanno una grande considerazione degli stranieri. Nel loro modo di pensare ieri è acqua passata, oggi è così e domani è un altro giorno. 
Tutto questo si riflette sul rapporto con gli stranieri perché a confronto con un Thai si preoccupano di cose ai loro occhi semplicemente assurde (pianificare il budget domestico per l'anno in corso è cosa superiore alle loro capacità di comprensione!). Scusate se mi sono dilungato, ma credo che per capire un popolo e le sue relazioni col mondo esterno bisogna innanzitutto conoscerlo. 
Ci sono delle usanze tipiche del luogo che sono entrate a far parte della tua quotidianità?
In questo caso no, perché non le sento mie. Sono lieto però di accompagnare mia moglie al tempio qualche volta perché in esso si respira sempre un'aria di pace ed io inoltre adoro il profumo dell'incenso.

Quali sono gli operatori locali per la telefonia mobile? È semplice procurarsi una sim?
Gli operatori locali più conosciuti sono: TrueMove, AIS 1-2-Call, DTAC
Procurarsi una SIM è la cosa più semplice del mondo in Thailandia. Basta andare in una rivendita autorizzata e acquistare una SIM Ricaricabile esibendo il Passaporto per la registrazione.
Per i contratti con bolletta mensile invece non saprei perché non mi sono mai informato.
Cosa ne pensi del livello di sicurezza personale nella zona dove vivi?
Credo non vi sia nessun problema a meno che non si giri per le stradine di Khon Kaen alle 02:00 di notte, ma questo vale anche per la zona di Roma Termini e dintorni. 
Per il resto il “villaggio” di case dove vivo io, all'interno della città, ha la security h24 e una sola entrata/uscita costantemente vigilata su eventuali estranei che cercano di entrare; se non ti conoscono ti obbligano a lasciare un documento prima di entrare e ti chiedono anche da chi vai per un riscontro.

Quanto è importante parlare il thai per vivere lì?
Parlare il Thai permette al massimo di poter scambiare qualche parola con qualcuno, un commerciante ad esempio. I dialetti parlati sono molto più complicati del Thailandese puro e risentono ad esempio dell'influenza del Laos nella mia zona. Qui l'inglese non lo conosce quasi nessuno e se io chiedo: “you speak english?” mi rispondono “little bit”, ma queste, alle volte, sono le uniche due parole che conoscono: “little” e “bit”. 
Io ho imparato a parlare il Thai grazie al fatto che mia moglie non conosce l'inglese, e quindi il saggio di necessità fa virtu'.
Purtroppo imparare la lingua non consente automaticamente di essere accettati o fare parte della comunità; anche dopo 30 anni di vita qui io credo che saremo sempre visti come stranieri e quindi come Bancomat.

Assistenza sanitaria: gli espatriati devono stipulare un'assicurazione medica privata o possono avvalersi del servizio pubblico?
Assolutamente inesistente l'assistenza sanitaria pubblica.
Qualsiasi cosa bisogna fare si paga.
Se si va in un ospedale si paga pochissimo però; siamo sulla stessa somma del ticket italiano, ma con la differenza che non versiamo al servizio sanitario nazionale nulla annualmente, anche perché non esiste. Stipulare un'assicurazione privata è una buona idea, per star tranquilli, ma visto il costo di un ospedale io direi che possiamo anche farne a meno. Ci sono anche ospedali carissimi in Thailandia in confronto ai quali le cliniche private Italiane sono economiche, ma questi sono i soliti specchietti per le allodole, dedicati ai Farang soprattutto, ed ai quali vengono spillati i soliti soldi. Io ho avuto la sfortuna di capitare ricoverato in uno di loro una notte per un malore, e mi hanno spillato quasi 2.000 euro per ricovero e prestazioni a malapena ambulatoriali di routine in ospedali come il San Giovanni di Roma. Vi giuro che preferirei uno sciamano a questi disgraziati della sanità.

Cosa ci consigli di visitare a Khon Kaen e dintorni?
Qui il consiglio è di venirci solo se si desidera vedere la Thailandia vera. Questo non è un posto per vacanzieri o festaioli. Se volete passare qualche bella settimana tra sole, mare e compagnia femminile, andate a Phuket o Pattaya, dove i Thai e gli investitori stranieri sapranno darvi divertimento per ricordarvi in maniera fantastica le vostre vacanze.
Venite nel nord solo se interessati a vedere la realtà dietro il teatro.
Quali sono le caratteristiche climatiche della città dove vivi?
Il clima è caldo tutto l'anno, tranne che in inverno, quando è soleggiato ma un po' fresco di notte, tanto che le temperature scendono intorno ai 20 gradi.
L'aria condizionata è assolutamente indispensabile tranne che da novembre a febbraio, dove il ventilatore è tutto ciò di cui avrete bisogno anche se raramente. Tutto il resto dell'anno infatti le temperature oscillano tra i 30 e i 37 gradi. 

Cosa ti piace di più e cosa apprezzi meno della tua vita da expat in Tailandia?
Per essere concisi della Thailandia mi piace il fatto che se non vuoi rotture di scatole puoi star tranquillo che nessuno ti verrà mai a disturbare, un posto ideale dunque per pulirsi l'anima e ricominciare (a patto di avere il capitale per mantenersi!) e questo, anche da solo, non è poco. 
Quello che apprezzo di meno è l'incapacità dei Thai di autogestirsi come ampiamente descritto precedentemente. 
In ultimo una persona come me ha ora qualche problema nello stare in un posto in cui la creatività non è di casa. Ringrazio comunque la mia buona stella di aver incontrato mia moglie, perché' è veramente una persona che sa farmi sorridere anche se sono di cattivo umore ed è dolcissima.
Per il resto la vita è un gioco, fate le vostre puntate Signori, perché se non giocate non vincete!

A proposito di Francesca

Faccio parte del team di Expat.com e gestisco la comunità italiana. Amo viaggiare ed entrare in contatto con culture diverse. Ho una passione particolare per le lingue straniere ed ho vissuto e lavorato in Egitto, Spagna, Irlanda, Messico e Mauritius.

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