Vivere a chilometri di distanza dai propri cari è complicato, ma lo è ancora di più non sapendo quando li si potrà rivedere. Anne è un'espatriata tedesca che vive a Mauritius con il marito. Aveva pianificato di andare in Germania in agosto 2020, per le vacanze; purtroppo, a causa della chiusura dello spazio aereo, non si è potuta muovere.
Anne sarebbe voluta andare dalla nonna. "Non godeva di buona salute, desideravo passare del tempo con lei, e purtroppo è mancata senza che potessi starle vicino. Dopo la morte della nonna, mio padre aveva desiderio di vedermi ma non ho potuto viaggiare a Mauritius perchè l'accesso agli stranieri era bloccato. Durante il lockdown ho avuto anche difficoltà a trovare il latte per i miei due bimbi perchè c'è stata una penuria dei prodotti di base".
"Ad un certo punto è diventato complicato anche trovare prodotti freschi come frutta e verdura. Non se ne trovava perchè tutti, agricoltori compresi, eravamo costretti a casa. Potevamo fare affidamento solo su alcuni supermercati che facevano consegne a domicilio ma si potevano comprare solo pacchi preconfezionati, senza possibilità di scelta. Prodotti essenziali come farina, legumi in scatola, riso, tonno...un'altra cosa che mi ha messo alla prova è stata l'educazione scolastica di mio figlio più grande. Dato che le scuole erano chiuse l'ho seguito io a casa, mentre lavoro a distanza, e mi prendevo cura della casa. Ciò detto, questo periodo ci ha resi molto più uniti come famiglia. Passare più tempo insieme è stato un bene", ci dice Anne.
Nisha Hassamal, un'espatriata indiana sposata con un mauriziano, ha trascorso il periodo del lockdown con i suoceri. “All'inizio ero un po' spaventata ma tutto sommato la convivenza è andata bene. Ero molto più preoccupata per quel che riguarda la spesa perchè la maggior parte dei prodotti sono importati. Fortunatamente, molti supermercati e piccoli negozianti sono passati al digitale. Ho potuto pertanto fare la spesa online che mi veniva consegnata a casa. Sotto questo aspetto devo dire che i commercianti locali hanno risposto con prontezza alla situazione".
Nisha aveva un volo prenotato per l'India e doveva partire la sera prima dell'annuncio del lockdown. "Era tutto pronto ma alla fine non me la sono sentita, preferendo non correre rischi. Da allora non ho più visto i miei genitori, e ne soffro. Meglio che vengano loro qui a Mauritius, appena possibile, perchè è più sicuro", fa sapere Nishna.
Maria, un'espatriata colombiana e suo marito tedesco Eric, vivono a Mauritius da maggio 2018. Si è trasferita per seguirlo nel suo lavoro, ed assieme hanno una bambina di 3 anni. Per Maria, il blocco è stata un'esperienza particolarmente impegnativa poiché non ha famiglia sull'isola. “È il tipo di situazione che devi accettare perché non c'è alternativa. La parte più difficile è stata dover gestire tutto, senza alcun aiuto. Mio marito lavorava da casa e finiva molto tardi ", dice.
Tuttavia, Maria ritiene di essere stata fortunata. “I miei vicini, una famiglia mauriziana, ci hanno dato un grande supporto, condividendo con noi il loro cibo e dandoci coraggio. Sono valori che nelle grandi città si sono persi”, aggiunge.
Le cose sono andate diversamente per Ronda, a Mauritius con il marito, sudafricano come lei, e due bambini piccoli. Dopo prima del blocco era da suoi, in Sud Africa. Sono stata costretta a posticipare il volo previsto a Mauritius perchè io e i piccoli ci siamo ammalati. Nel contempo Mauritius ha chiuso i confini e siamo rimasti bloccati. Mio marito, che era rimasto sull'isola per lavoro, mi mancava molto e così, appena possibile, sono rientrata... ma l'ho trovato cambiato", ci confida.
La giovane mamma ci spiega che il lockdown ha avuto un impatto negato sul matrimonio. "Purtroppo il nostro legame si è incrinato ma devo essere forte per i miei figli. Per ora preferisco restare al sicuro a Mauritius, perchè la situazione in Sud Africa, a causa del coronavirus, è grave. Non ho scelta al momento", ci fa sapere Ronda.