Permesso di lavoro: puoi perderlo se ti assenti dal Paese di espatrio per troppo tempo?

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Scritto da Asaël Häzaq il 30 novembre, 2022
Essere titolari di un permesso di lavoro nel Paese di espatrio significa che tutto è concesso? Nell'era del lavoro a distanza e del nomadismo digitale, è possibile che un permesso di lavoro venga confuso con un visto dalle mille possibilità. E' indiscusso che conceda dei diritti ai lavoratori stranieri, ma impone anche dei vincoli. Cosa si rischia in caso di violazione delle regole? Puoi assentarti dal Paese che ti ospita per un tempo illimitato?

Il Kuwait dà un giro di vite sui permessi di lavoro e sulle assenze ripetute

La crisi sanitaria e il boom del lavoro a distanza hanno generato nuove abitudini, alcune al limite della legalità. Alcuni lavoratori dipendenti lasciano il Paese di espatrio per andare a vivere in un'altra nazione senza informare l'azienda che li ha assunti. Credono di poterla fare franca, senza rendersi conto che stanno commettendo un reato. I lavoratori espatriati possono lasciare, a piacimento, lo Stato che li ospita? Ovviamente, la risposta è no! Un annuncio, emesso di recente dal governo del Kuwait, ha chiarito che il permesso di lavoro, o qualsiasi tipo di visto, è legato a regole e condizioni specifiche. In caso di violazione, il permesso di soggiorno rischia di essere annullato.

Il 24 ottobre, il Dipartimento degli Affari per la Residenza del Kuwait ha introdotto una clausola nella legge che regola il soggiorno dei lavoratori stranieri. Di conseguenza, gli espatriati che si allontanano dal territorio nazionale per 6 mesi, o più, rischiano di vedersi annullare il visto! In precedenza, questa normativa interessava solo i titolari di visti privati.

La nuova misura entrerà in vigore il 31 gennaio 2023, con validità retroattiva a partire dal 1° agosto 2022. Questa sarà quindi la data a partire dalla quale verrà calcolato il periodo di assenza dal Kuwait. Ciò significa che i permessi di soggiorno degli espatriati che si sono allontanati dal Kuwait per 6 mesi, o più, a partire dal 1° agosto 2022, saranno automaticamente annullati. La misura interessa i visti auto-sponsorizzati, i visti per famiglie, i visti per studenti e i visti governativi.

Il governo kuwaitiano vuole accelerare la nazionalizzazione dei posti di lavoro e invertire la tendenza attuale. La popolazione del Kuwait è stimata in 4,6 milioni, di cui 3,4 milioni sono stranieri. Il governo vuole ristabilire un equilibrio, a partire dal mercato del lavoro. Ufficialmente, la modifica della legge sulla residenza degli espatriati mira a ridurre il traffico dei permessi di lavoro illegali. In realtà, si tratta di un inasprimento verso gli stranieri, ai quali viene attribuita la responsabilità della recessione economica durante la pandemia di Covid.

La posizione di altri Paesi sui permessi di lavoro e le assenze prolungate

Il Kuwait non è l'unico a imporre delle restrizioni. Tra gli altri Paesi, ci sono anche gli Emirati Arabi Uniti (EAU) che prevedono però delle eccezioni: gli espatriati che lavorano nel settore pubblico, e che devono seguire un lungo corso di formazione all'estero, così come i professionisti stranieri a cui il datore di lavoro affida una missione in una sede estera, possono lasciare il territorio senza limiti di tempo. Lo stesso si applica agli espatriati che viaggiano a seguito di diplomatici emiratini.

Negli Stati Uniti, la regola è chiara! I titolari di carta verde che soggiornano all'estero per più di 6 mesi, o che hanno effettuato viaggi ripetuti, rischiano il ritiro del documento. La normativa appare meno chiara per i residenti permanenti (lawful permanent residents (LPR*)). In linea di massima, un residente permanente che soggiorna all'estero su base "non temporanea" potrebbe perdere il suo status in America. Ma cosa significa "base non temporanea"? Dato che non esiste una norma che regoli la durata della permanenza all'estero, deve prevalere il buon senso: il tempo di soggiorno negli Stati Uniti deve essere maggiore della durata totale dei soggiorni fatti al di fuori.

*Lo LPR è uno status concesso agli immigrati/non cittadini statunitensi che possono vivere legalmente negli Stati Uniti senza limiti di tempo.

I limiti del telelavoro all'estero

Il permesso di lavoro non è un'autorizzazione di viaggio. È quanto fanno sapere le Autorità canadesi e gli esperti in immigrazione, a fronte della recente ondata di nomadismo digitale e di telelavoro. Di regola, un permesso di lavoro viene rilasciato a uno straniero per svolgere una determinata attività professionale. Anche se sono consentiti brevi soggiorni all'estero, il telelavoro in un Paese diverso da quello ospitante non è consentito.

In sintesi, per conservare il proprio status all'estero è necessario mantenere dei legami con la nazione di espatrio, in primis la residenza. Il tempo di permanenza sul territorio deve essere superiore ai soggiorni trascorsi fuori dal Paese. In caso di violazione della regola, le sanzioni sono severe: annullamento del permesso di soggiorno, con tutte le difficoltà che derivano dal rifare domanda.

A proposito di Asaël Häzaq

Mikki è un'espatriata che vive in Giappone. Scrive contenuti per Expat.com ed è una blogger appassionata di lifestyle e cultura pop.