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Visto per dipendenti: in quali Paesi possono lavorare le persone a carico?

couple going to work
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Aggiornato daFrancescail 19 Settembre 2023

Quando una coppia si trasferisce all'estero, può essere che solo uno dei due abbia un visto di lavoro. La persona che segue viene definita coniuge o partner a carico. In molte nazioni del mondo ha il diritto di intraprendere un'attività lavorativa, sia come dipendente che autonomo, in altri invece questa libertà è limitata o negata. Tutti i dettagli in questo articolo. 

La maggior parte dei Paesi europei permette di lavorare con un visto per coniugi a carico

Ottime notizie per le coppie di espatriati, in arrivo da Paesi terzi, che si trasferiscono in Europa: la maggior parte dei Paesi europei consente ai coniugi a carico (con visti specifici) di lavorare. 

Si tratta di Regno Unito, Irlanda, Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria, Svizzera, Italia, Malta, Grecia, Russia, Croazia, Bulgaria, Romania, Ungheria e Slovacchia. Il Lussemburgo prevede una restrizione: anche se i familiari a carico possono svolgere un'attività professionale, devono chiedere un permesso di lavoro per attività accessoria e (se sono sul territorio da meno di un anno) soddisfare il requisito sul fabbisogno di manodopera.

L'Europa impone anche delle restrizioni sulle coppie non sposate, sulle coppie omosessuali e sul lavoro autonomo. In Francia e in Irlanda, ad esempio, i coniugi a carico non possono svolgere un'attività autonoma, ma possono solo cercare un impiego da dipendenti. 

Un'altra restrizione in Irlanda è che i coniugi dei lavoratori in trasferta non possono lavorare, in quanto questo diritto è limitato a: coniugi di espatriati in possesso di un Critical Skills Employment Permit, coniugi di ricercatori con un Hosting Agreement e coniugi della maggior parte dei medici. In Russia, solo i coniugi degli espatriati altamente qualificati (HQS) hanno diritto a lavorare soddisfando alcune condizioni, tra cui il possesso di un diploma di scuola superiore e la conoscenza della lingua russa in base allo standard stabilito. Possono inoltre esercitare la professione solo nella regione in cui lavora il coniuge (il titolare del visto).

Nei pochi Stati dell'UE dove il matrimonio omosessuale non è legale, come la Croazia e la Bulgaria, i coniugi a carico devono chiedere un visto per conto loro. I Paesi europei che riconoscono le coppie di fatto sono solo Spagna, Portogallo, Regno Unito, Irlanda, Croazia, Paesi Bassi, Belgio, Islanda, Norvegia, Svezia e Finlandia.

Molti Stati del Sud America consentono ai coniugi a carico di lavorare

Nel continente americano, le nazioni che permettono ai coniugi degli espatriati di lavorare sono: Canada, Stati Uniti, Messico, Panama, Brasile, Argentina, Cile e Perù. In altri Stati, come la Colombia, i coniugi a carico degli espatriati possono studiare ma non lavorare.

Sia in Messico che a Panama, vigono alcune condizioni. In Messico, il coniuge a carico può richiedere il visto di lavoro dopo aver ricevuto un'offerta, mentre a Panama deve dimostrare di rientrare in una determinata categoria professionale che dà diritto all'ottenimento di un visto. 

Le coppie omosessuali sposate sono riconosciute in Messico, Brasile, Argentina e Cile, ma non a Panama e in Perù. Le coppie di fatto sono riconosciute in Messico, Panama, Brasile, Perù e Cile, ma non in Argentina.

In Nord America, sia il Canada che gli Stati Uniti permettono ai coniugi a carico di lavorare, siano essi coppie sposate o di fatto, etero o omossessuali. Per ottenere il visto devono però espletare delle formalità burocratiche. In Canada, devono richiedere un permesso di lavoro aperto, che viene generalmente concesso nell'arco di 2 mesi. In America, la United States Citizenship and Immigration Services (USCI) ha aggiornato la sua politica nel 2021: i coniugi/partner di espatriati con un visto di categoria E e L possono immediatamente cercare lavoro, anche autonomo, senza un documento di autorizzazione al lavoro (EAD). I coniugi/partner di espatriati con visto H1-B devono richiedere un EAD.

Oceania, Australia e Nuova Zelanda consentono ai coniugi a carico di lavorare, indipendentemente dallo stato della loro relazione. In Nuova Zelanda, i coniugi/partner degli espatriati che soggiornano per più di 6 mesi possono richiedere il Partner of a Worker Work Visa, un permesso di lavoro aperto (cioè che consente di cercare impiego in qualsiasi settore o di essere autonomi). È più facile ottenere questo permesso se il titolare del visto principale ricopre un ruolo inserito nella Green List (un lavoro che rientra nell'elenco governativo delle posizioni difficili da coprire) e guadagna almeno il doppio dello stipendio locale medio.

In Australia, i coniugi/partner a carico degli espatriati, in possesso di determinati visti, hanno accesso diretto al lavoro, anche autonomo. I visti che rientrano in questa categoria sono il Temporary Skills Shortage (sottoclasse 482), il visto Skilled Employer Sponsored Regional (Provisional) (sottoclasse 494), il visto Skilled Regional (Provisional) (sottoclasse 489), il visto Skilled Work Regional (Provisional) - Main Applicant (sottoclasse 491), il visto Training (sottoclasse 407), il visto Business Innovation and Investment (Provisional) (sottoclasse 188), il visto Skilled - Recognised Graduate (sottoclasse 476), il visto Temporary Activity (sottoclasse 408) e il visto Temporary Work (International Relations) (sottoclasse 403).

Le principali economie asiatiche, africane e mediorientali proibiscono ai coniugi a carico di lavorare

Brutte notizie per gli expat che si trasferiscono in Asia, Africa e Medio Oriente: in molti Paesi di questi due continenti, i coniugi a carico non possono lavorare a meno che non richiedano autonomamente un visto di lavoro, non vincolato al visto del coniuge. È la regola in Cina, India, Malesia, Indonesia, Filippine, Vietnam, Sudafrica, Namibia, Angola, Tanzania, Kenya, Uganda, Ghana, Nigeria, Camerun, Egitto, Arabia Saudita, Kuwait e Oman.

A volte i coniugi possono studiare o impegnarsi in attività di ricerca, ma non possono lavorare. È il caso dell'India. Il Sudafrica, che è l'unico Paese africano a riconoscere i coniugi dello stesso sesso, fa un'eccezione. Il coniuge di un espatriato con un visto di lavoro Critical Skills può richiedere un General work visa. Il Dipartimento dell'Immigrazione analizza le competenze e l'esperienza del richiedente e, se le ritiene sufficientemente valide, dà la possibilità di ottenere il visto.

Fortunatamente, nelle destinazioni asiatiche preferite dagli espatriati, i coniugi a carico possono lavorare. A Hong Kong, grazie al Dependent Visa possono sia lavorare che studiare. A Singapore, i titolari di un Dependent Pass devono fare domanda per un Employment Pass (EP), un S Pass o un Work Permit presso il Ministry of Manpower prima di poter lavorare. Anche il futuro datore di lavoro deve seguire una trafila per assumere questo tipo di profili. 

In Giappone, i coniugi a carico non possono lavorare a tempo pieno, ma solo part-time richiedendo all'Ufficio Immigrazione un permesso chiamato "Permission to engage in activities other than that permitted under the status of residence previously granted (Permesso di svolgere attività diverse da quelle consentite dallo status di residenza precedentemente concesso)". Anche se il lavoro è limitato a 28 ore settimanali, non ci sono limiti al reddito che possono percepire.

In Medio Oriente, il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti e Israele permettono ai coniugi a carico di lavorare, ma a delle condizioni. In Qatar, solo la moglie a carico può lavorare, non il marito a carico di un'espatriata in carriera. La moglie ha bisogno del permesso del marito e deve registrarsi presso il Ministero del Lavoro. Se il marito di una donna espatriata vuole lavorare, deve richiedere un visto di lavoro separato. 

Negli Emirati Arabi Uniti c'è una maggiore parità tra i sessi, dato che anche il marito di una donna espatriata in impiego può richiedere un permesso di lavoro. Il permesso deve essere richiesto dal coniuge presso il Ministero delle Risorse Umane e dell'Emiratizzazione. Per quanto riguarda Israele, solo i coniugi degli espatriati in possesso del visto Hi-Tech (HIT) possono lavorare. Purtroppo, le persone a carico dei titolari del visto B-1 Foreign Expert non possono esercitare un'attività lavorativa.

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