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Come essere felici durante l’espatrio in Germania

Nuova discussione

Francesca

Buongiorno a tutti,

Essere felici è un obiettivo che la maggior parte di noi si prefigge, sia che siamo espatriati in Germania che altrove.
Vi invitiamo a condividere i vostri consigli per vivere una vita felice e piacevole nel paese di espatrio.

Ambientarsi in un paese diverso dal nostro richiede un po’ di sforzo. Quali nuove abitudini avete adottato per vivere in Germania in un modo che vi soddisfi?

Quali attività vi aiutano a mantenere lo stress sotto controllo?

Come avete fatto per creare una rete di conoscenze in Germania su cui fare affidamento?

Che strategie attuate per definire i vostri obiettivi personali e professionali, e per raggiungerli senza sentirvi sotto pressione?

Che nozione hanno i Tedeschi della felicità e la condividete?

Grazie per il vostro contributo,

Francesca
Team Expat.com

pjpj

Buon pomeriggio Francesca.
Quasta volta non e' semplice rispondere ma provo lo stesso a mettere insieme qualche riflessione.
Premesso che il concetto di felicita' credo sia declinabile da ciascun essere umano in forme davvero molto personali, da un punto di vista expat si possono fare comunque alcune considerazioni particolari.

La ricerca di stabilita' nel processo di inserimento e adattamento e' una delle attivita' che richiede sforzo e costanza. Le difficolta' oggettve, la lingua non familiare e molto altro possono complicare anche le cose piu' semplici. Qui ci vuole tenacia e senso di sopportazione anche quando ti sembra che l'interocutore non capisca i tuoi pensieri. E qui interviene un altro punto: le relazioni personali. Noi siamo fatti di relazioni: si potrebbe dire che siamo soprattutto quello: ci segnano nel bene e nel male, possono essere utili o dannose. Ci fanno arrabbiare, riflettere, gioire. Conosciamo noi stessi anche mediante le relazioni. Sono sorgenti di emozioni che sono poi i veicoli dei nostri stati d'animo. Qpesso pensiamo che le emozioni siano positive/negative. Credo che siano e basta: sono da conoscere e da accettare. Quello che possiamo governare e' come noi reagiamo e rispndiamo a quelle emozioni: ovvero i nostri stati d'animo. Le azioni che ne conseguono dipendono da noi ed questo credo che sia un passo importante sulla strada del "ben vivere". Che sia una parte della felicita'? Non so, di certo ogni pensiero, azione che va nella direzione del ben-essere e dello star-bene puo', secondo me, essere valutato come un passo verso la felicita'.
Messa un po' in questi termini non hanno piu' molto senso le distinzioni per geografia, passaporto, nazionalita', condizione sociale, economica. Ogni essere umano trova la sua via e i suoi "trucchi" per star bene.
Personalmente mi trovo bene a fare jogging regolarmente. Ormai ho la mia routine di una mezza-maratona bisettimanale, rigorosamente senza device elettronici per entertainment. Un tempo per liberare i pensieri e rimetterli in ordine dove fosse necessario. Obiettivi personali e professionali sono passati in rassegna, anche con risultati diversi di volta in volta. Leggere e' un lusso che ormai riprendo come vorrei solo quando sono in ferie ma anche quello fa parte della strategia del ben-essere.

Forse quel che conta e' il viaggio alla ricerca della felicita' e la percezione che possa essere fatta di momenti fuggenti, da assaporare e di cui godere e gioire.
Forse la ricerca della felicita' dipende soprattutto (anche se non completamente) da noi: cercarla solo fuori, nelle cose o nelle carriere mi sembra un po' come aspettare il sorgere del sole in una grotta rivolta a nord. Si puo' fare, ma temo per il risultato finale...

Un caro saluto a tutti
Piergiorgio

guestuser0811

Per me la felicità si trova come effetto secondario quando si è sulla strada giusta.

Io vedo da tanti anni due grandi scopi da seguire:
1- lo sviluppo, la maturazione, il lavoro su me stessa
2- dare tanto amore, o, diciamo, amare.

Nella misura in cui faccio quel che faccio per imparare, e con amore, mi si aprono tutte le strade piu' belle, e divento felice...fino a quando per disattenzione perdo di vista questi 2 scopi.

Da quasi 2 anni pratico ogni giorno la meditazione, e questo mi aiuta tantissimo a tornare ogni volta sulla strada giusta. Durante la meditazione capisco ogni volta dettagliatamente dove sto sbagliando e cosa devo scegliere, su cosa mi devo concentrare per risolvere ogni problema che mi si presenta.

Faccio anche molte riflessioni scritte che trasformo in progetti concreti che poi mi accingo a realizzare. A fine anno tiro le somme....e mi accorgo ogni volta di essere cresciuta e di essere diventata un po' piú felice.

Ciao
Simona

Francesca

Grazie mille ad entrambi per le vostre riflessioni e per il prezioso contenuto che apportate sul nostro forum  :thanks:

Elisa Martellosio

Ho letto i due commenti delle due persone, ma... Non hanno detto se sono felici in Germania. Ho capito il senso delle loro risposte, ma era per me una "non risposta". Io in Germania non ero più felice e da due anni e mezzo sono rientrata in Italia e sono felice :-) per quale felice sono felice? Per una serie di cose, una serie di fattori che in Germania non avevo. Buona vita :-)

guestuser0811

Hai ragione, Elisa, non ho specificato se io sia felice o no in Germania.
Sovente penso che la mia frequente insoddisfazione dipenda dal fatto di essere in Germania e non in Italia o in Francia. La mentalità francese, quando ci abitavo dopo aver lasciato l'Italia prima di trasferirmi in Germania, mi era sembrata la giusta via di mezzo.
Non troppo patriarcale, non troppo individualista; mi ci ero sentita a mio agio. Direi che la Germania non fa per me. Ma per cambiare mi sento ormai troppo imbranata e timorosa, a quasi 58 anni. E poi mio marito ha la ditta qui. Cosí cerco di consolarmi come posso. Cosí cerco di vedere il problema dall'alto, con filosofia. Facciamo progetti per la pensione, durante la quale vorremmo passare 3-4 mesi all'anno in Liguria. Sempre che alla pensione ci arriviamo insieme, dato che lui ha seri problemi di salute.
Ma ho un progetto di scorta: mi sto "coltivando" mia cugina, e forse in futuro, se un giorno sarò sola come lei, andremo a stare insieme, in Italia.
Questi progetti mi permettono di essere "felice" in Germania, come forse intendeva Francesca proponendo il tema per la discussione.
Nel frattempo, aspettando di tealizzare questi progetti, cerco di salvare il salvabile, accontentandomi delle mie figlie (+ nipoti) intedeschite, di contatti wathshapp con persone poco intetessate a scambi veri e profondi che posso incontrare di rado, dei boschi rigogliosi che non saranno mai i pendii valdostani, di una vita di famiglia in cui ognuno si fa i fatti suoi e le opinioni dei nonni non contano, dei bambini di cui mi occupo come nanny che come me cercano rapporti piú stretti in una società in cui i beni materiali sono piú importanti dei bambini e degli anziani, di una primavera quasi inesistente ma preziosa, di un inverno troppo lungo ma in un alloggio comodo e con un lavoro sicuro, dei miei libri che sostituiscono le amicizie profonde carenti, di mio marito che spero che viva ancora un bel pezzo.
Grazie, Elisa, per il tuo intetessamento!
Simona

pjpj

Buon giorno Elisa.
se la felicità è intesa come il senso di appagamento percepito vs i propri desideri, allora posso dirti che mi sento felice a corrente alternata: a volte si, a volte no.  Come detto, non credo che dipenda da passaporto e/o geografia, la corrente alternata c'era anche in Italia. Dipende da me? In buona parte, tenendo conto che anche gli individui cambiano e risettano le proprie priorità.
E quindi? La felicità vive forse di istanti, ha molte componenti, alcune le posso influenzare altre no. Mi accontento e provo a fare in modo che nessuno mi rubi il tempo. E va bene così, per ora :)

Elisa Martellosio

Grazie per le risposte :-)
Nel mio caso (non voglio generalizzare) l'ambiente ha influenzato molto sua mia serenità e conseguentemente felicità (reputo più importante la serenità). La Germania non mi poteva dare alcune cose (ad esempio una socialità di un certo tipo) che invece in Italia avevo. In Germania non riuscivo ad essere allineata con i miei valori e con ciò che mi piaceva, ma capisco che cambiare non è a volte così facile...
Tornata in Italia ho creato un gruppo facebook: "Italiani rientrati dall'estero" per chi è rientrato o ha intenzione di rientrare e leggendo i vari commenti, non mi sono sentita "sola". Ho notato che molte sensazioni mie erano simili ad altre persone.

guestuser0811

Beata te che sei riuscita a rientrare!
Cari saluti
Simona

guestuser0811

Scusa Lisa, mi potresti spiegare piú dettagliatamente cosa intendi con "socialità di un certo tipo"?
A volte mi chiedo se sono io ad essere incapace di capire come fanno i tedeschi a coltivare i rapporti sociali, o se si tratta irrimediabilmente di incompatibilità fra le mie esigenze e il loro modo di essere. Forse mi puoi aiutare ad andare al nocciolo della questione....e forse a mettere il cuore in pace. Mia nonna, lei sí che sapeva bene accettare il destino e trovare dappertutto qualcosa per gioire! La speranza è l'ultima a morire.....forse ce la faró anch'io.
Simona

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