Espatrio in Canada: cresce l'ostilità verso gli immigrati?

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Pubblicato 2024-06-24 alle 11:00 da Asaël Häzaq
Il Canada ha evitato per poco una recessione tecnica. La crescita economica e demografica del Paese si affida, in parte, all'immigrazione, ma una fetta di popolazione attribuisce proprio agli stranieri la crisi del settore immobiliare. Segue un'analisi. 

"Sentimento anti-immigrati": lo studio che sta suscitando il dibattito

Cosa sta succedendo in Canada? Mercoledì 12 giugno, The Research Co. ha pubblicato uno studio che ha infiammato i media canadesi. Il 44% dei canadesi intervistati (il sondaggio, condotto dall'1 al 3 giugno, ha raccolto le opinioni di 1.001 adulti) ritiene che l'immigrazione abbia un effetto negativo sul Paese. Il 46% chiede al governo di ridurre il numero di immigrati. Le richieste sono più numerose tra gli intervistati che vivono in Ontario e nel Canada Atlantico (53% in entrambe le regioni). 

L'opinione pubblica sull'immigrazione è cambiata? Gli espatriati devono aspettarsi nuove misure atte a ridurre il numero di immigrati? Il governo ha effettivamente dato un giro di vite all'immigrazione, ma il Ministro Marc Miller è cauto e specifica che gli espatriati non sono la causa della crisi immobiliare. Parla piuttosto di carenza di manodopera nel settore edile. I manovali che vanno in pensione non sono sostituiti e i lavoratori scarseggiano. La crisi genera crisi. Entro il 2030, in Canada potrebbero mancare 500.000 operai edili.

Le cifre del sondaggio

Per gli esperti, il termine "anti-immigrati" è troppo forte, dato che il Canada è una terra d'immigrazione. Il sondaggio di Research Co. rileva che il 42% dei canadesi vede l'immigrazione come un beneficio per il Paese. La percentuale è scesa di 2 punti, ma rimane comunque alta. Il 14% non si esprime (calo di 3 punti percentuali).

I giovani canadesi (di età compresa tra i 18 e i 34 anni) sono i più ferventi sostenitori dell'immigrazione (55%), davanti a quelli di età compresa tra i 35 e i 54 anni (32%) e a quelli di età pari o superiore ai 55 anni (37%). Mentre gli intervistati dell'Ontario e del Canada Atlantico chiedono una riduzione del numero di immigrati, quelli di altre province, come il Quebec e la Columbia Britannica, la pensano diversamente. La maggioranza dei canadesi intervistati (66%) ritiene che gli immigrati contribuiscano alla prosperità del Paese. 

L'immigrazione in soccorso della demografia e dell'economia canadese

Gli economisti usano dire che una crisi economica solleva del risentimento nei confronti di chi fa più fatica a difendersi, come gli stranieri. Nel caso del sondaggio, i risultati vanno contestualizzati a seconda delle province.

La Nuova Scozia, nel Canada Atlantico, è sempre alla ricerca di lavoratori stranieri qualificati. La provincia non RICHIAMA tanti espatriati come le città più grandi dell'Ontario o del Quebec. Le autorità della Nuova Scozia fanno il possibile per attrarre e trattenere gli stranieri, concedendo degli incentivi sia agli studenti che ai lavoratori. Si prevede che la provincia necessiterà di almeno 10.000 lavoratori stranieri qualificati entro il 2030.

Attrarre gli espatriati in province più decentrate

Il Saskatchewan deve affrontare le stesse problematiche. Secondo Statistics Canada, la provincia cresce essenzialmente grazie all'immigrazione, ma fatica a trattenere gli stranieri. 
Il 42,1% di chi è arrivato nella provincia nel 2016 se n'è andato nel giro di 5 anni. Gli immigrati preferiscono vivere in Ontario, British Columbia, Alberta e Quebec. Scelgono soprattutto le città più grandi: Montreal, Toronto e Vancouver. Le altre province, schiacciate dalla crisi demografica, chiedono da anni un riorientamento della politica canadese per attirare più stranieri. 

Il messaggio è stato recepito dal governo federale: i Programmi di Nomina Provinciale (PNP) sono stati concepiti per dare più visibilità alle province più piccole e decentrate. Nel 2023, i dati demografici del Saskatchewan sono aumentati del 93,5%, grazie all'immigrazione. La provincia intende ora creare nuovi programmi per trattenere gli espatriati.

Come sarà il Canada di domani?

Mosaico o melting pot? Gli intervistati che hanno partecipato allo studio di The Research Co. si dividono. Il 44% ha votato per il mosaico, che secondo loro è il riflesso più onesto e fedele del volto del Canada. Ritengono che le differenze culturali siano una ricchezza che fa parte della storia nazionale. Il 42% ha invece votato per il melting pot, un "crogiolo sociale" in cui gli immigrati dovrebbero adattarsi alla cultura canadese. Il 65% degli intervistati ritiene che agli immigrati dovrebbe essere consentito di rimanere in Canada solo se fanno propri i valori del Paese.

Da parte loro, gli aspiranti espatriati continuano a credere nel "sogno canadese". Anche se più restrittiva, la visione del Canada sull'immigrazione è ancora percepita come "positiva" rispetto a quella di altri Stati. Il governo intende rafforzare il supporto e l'accompagnamento dei nuovi arrivati, in modo da facilitarne l'inserimento.