Impatto della fluttuazione delle valute quando vivi all'estero

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Scritto da Asaël Häzaq il 21 ottobre, 2024
Per gli espatriati, ricevere un introito in una valuta più debole o più forte di quella locale può influenzare in modo significativo il potere d'acquisto. Nel corso del tempo, questa differenza può persino minacciare la continuità del trasferimento stesso. Questo articolo fornisce esempi e consigli per aiutare a mitigare i rischi e ridurre al minimo le perdite finanziarie.

L'impatto delle fluttuazioni valutarie sul budget degli espatriati

Le fluttuazioni della valuta possono incidere su tutti gli aspetti della vita degli espatriati, che spesso ricevono lo stipendio in moneta locale. Un calo o un aumento del valore della valuta può quindi riflettersi sull'importo dello stipendio, sui risparmi, sui costi per la scuola, sulle varie polizze assicurative stipulate, sull'affitto e sulle spese (acqua, riscaldamento, elettricità, internet, ecc.).
Il rischio è ancora maggiore per gli stranieri che devono confrontarsi con un deprezzamento della valuta locale. Se vengono pagati in valuta locale, sarà difficile per loro risparmiare. Il denaro che stavano risparmiando per il loro ritorno a casa o per un altro espatrio perderà di valore. Lo stesso vale per i pensionati stranieri in un Paese la cui moneta si sta svalutando. In entrambi i casi, il loro potere d'acquisto è notevolmente ridotto.
Al contrario, gli stranieri remunerati in un'altra valuta non rischiano di perdere i loro risparmi se la valuta locale si svaluta. Con il deprezzamento della moneta locale, il loro potere d'acquisto aumenta.

Quando l'aumento del valore di una valuta mette a dura prova le finanze degli espatriati: l'esempio della Thailandia

Sulla carta, l'equazione funziona. Per aumentare il tuo potere d'acquisto, senza necessariamente avere un reddito alto, devi trasferirti in un Paese dove il costo della vita sia più basso rispetto al tuo Paese d'origine. Molti espatriati, in particolare i pensionati, hanno intrapreso questa strada. Molti optano per destinazioni meno ricche, dove possono permettersi di vivere serenamente con la loro pensione. Questo è uno dei motivi del successo della Thailandia, tra le destinazioni preferite dagli espatriati provenienti da Svizzera, Francia e Belgio. In patria, con una pensione minima riescono a malapena a sbarcare il lunario. In Thailandia, invece, affermano di vivere come “semi-ricchi”. Purtroppo le cose stanno cambiando, perché il valore del baht aumenta e il loro potere d'acquisto diminuisce.

Il tasso di cambio del baht (THB) preoccupa sia gli industriali thailandesi che gli espatriati. L'aumento della valuta è un duro colpo per le aziende il cui fatturato è generato principalmente all'estero. Esportare costa sempre di più e la concorrenza con altri settori industriali si sta intensificando. Anche il turismo ne risente, dato che gli stranieri hanno meno baht in tasca. In base ai dati, la valuta locale ha registrato un picco il 30 settembre, quando 1 dollaro USA valeva 32,23 baht (1 euro= 36,03 baht), e continua a salire. Il 7 ottobre il tasso di cambio era di 1 dollaro USA per 33,44 baht e di 1 euro per 36,72 baht.

Potere d'acquisto in calo per gli espatriati?

La Federazione delle Industrie Thailandesi (FTI) chiede l'intervento del governo. La situazione si protrae da oltre un anno e non sembra migliorare. Per il momento, la Banca di Thailandia resiste alle pressioni e mantiene un tasso fisso al 2,5%. Pur riconoscendo l'impatto sull'industria e sul turismo, la Banca afferma che sta “gestendo” la situazione. Ma le sue dichiarazioni stentano a convincere gli industriali e gli stranieri che vivono sul territorio, in particolare i pensionati.

Le recenti riforme fiscali, in vigore dal 1° gennaio 2024, hanno complicato ulteriormente le cose per gli espatriati, obbligandoli a dichiarare sia i redditi generati in Thailandia che quelli esteri, pensioni comprese. I pensionati hanno meno soldi in tasca di prima, e più spese. I prezzi degli immobili stanno salendo. Lo scorso 12 luglio il governo aveva informato di voler aumentare i prezzi dell'elettricità, ma a fronte delle proteste di imprese e privati, ha abbandonato, per ora, il progetto.

Oltre a dover dichiarare tutti i redditi, i pensionati devono ora sottoscrivere un'assicurazione sanitaria obbligatoria. Alcuni espatriati temono di non essere più in grado di fronteggiare l'aumento del costo della vita in Thailandia. Per trattenerli, il governo sta proponendo delle agevolazioni, che sono state introdotte gradualmente a partire da settembre. Queste misure riguardano principalmente i visti per soggiorni di lunga durata (visti per non immigrati O-A). La soglia minima per la copertura sanitaria (attualmente 3 milioni di baht/100.000 dollari) potrebbe tornare al livello precedente al COVID: 40.000 baht per le cure ambulatoriali e 400.000 baht per le cure ospedaliere.

Valuta in calo e boom degli investimenti: il caso del Giappone

Nel primo trimestre del 2024, lo yen si è indebolito e sia gli espatriati che i turisti che hanno pagato in valuta estera ci hanno guadagnato. Lunedì 29 aprile, la valuta è crollata: 160,17 yen per 1 dollaro. Si tratta del livello più basso dal 1990, anno in cui scoppiò la bolla finanziaria in Giappone (che portò a una crisi economica e immobiliare).  

In risposta all'indebolimento della valuta, e per rafforzare il potere d'acquisto dei residenti, in calo da oltre un anno, l'ex primo ministro Kishida aveva varato un aumento degli stipendi, ma l'inflazione li ha comunque erosi. Tra scandali politici e calo di popolarità, Kishida si è dimesso il 14 agosto. Il suo successore, Shigeru Ishiba, che ha assunto l'incarico martedì 1 ottobre, dice di voler salvare il Paese dalla crisi, migliorando il potere d'acquisto dei cittadini. Ishiba ha proposto di aumentare il salario minimo di 1.500 yen entro il prossimo decennio, sottolineando l'impegno a realizzare riforme economiche sostanziali.

Valuta locale debole: una manna per gli investitori stranieri

La situazione in Giappone dimostra come una valuta locale debole possa aumentare l'attrattiva di un Paese per gli investitori stranieri e i turisti. Dopo la crisi sanitaria, i grandi investitori sono passati dalla Cina al Giappone. 
Nonostante le sfide poste da un'economia fiacca, dall'invecchiamento della popolazione e dall'inflazione, la stabilità del Giappone continua a rassicurare i grandi investitori. La recente ripresa dello yen sul dollaro, stabilizzatasi a 148,42 yen per dollaro dal 7 ottobre, è un segnale positivo sia per le aziende giapponesi che per gli investitori stranieri. Il fondo saudita, ad esempio, sta pensando di aumentare la sua partecipazione in Nintendo, leader mondiale nel settore dei videogiochi, di cui attualmente possiede l'8,6% delle azioni.

Questa mossa è in linea con un aumento del titolo di oltre il 5% a inizio mese. Il nuovo governo giapponese non ha intenzione di lasciar fluttuare lo yen in modo eccessivo. Il ministro delle Finanze, Katsunobu Kato, ha promesso di monitorare la situazione per evitare che l'economia precipiti.

Anche altri espatriati stanno approfittando di una valuta più forte per investire, soprattutto nel settore immobiliare. Un numero crescente di stranieri sta puntando sulle akiya, case abbandonate vendute a prezzi molto bassi (si possono trovare case a meno di 5.000 dollari). Il costo dei lavori, invece, può superare rapidamente i 100.000 dollari, a seconda dello stato di usura della casa. Disporre di una valuta più forte dello yen significa poter realizzare un profitto. Anche gli espatriati pagati in una valuta più forte dello yen possono contare su un aumento del loro potere d'acquisto.

Fluttuazioni valutarie ed espatrio: come limitare le perdite?

Gli espatriati non sono obbligati a chiudere il conto corrente nel Paese d'origine, devono solo informare la banca di essere residenti all'estero. Per limitare le perdite è buona norma non convogliare tutti i risparmi nel Paese di espatrio.

Se ti stai trasferendo in una nazione soggetta a gravi crisi finanziarie (o politicamente instabile), fai attenzione, soprattutto se lo stipendio ti sarà accreditato in valuta locale. È importante verificare la volatilità della valuta del futuro Paese di residenza. Destinazioni come l'Argentina hanno vissuto diverse crisi finanziarie. Anche la valuta turca ed egiziana sono a rischio, minacciate da un'inflazione galoppante.

Se stai pagando un mutuo nella nazione di nascita, cerca di estinguerlo il prima possibile, soprattutto se vivi in una destinazione che è economicamente o politicamente instabile. 

Chi espatria per lavoro dovrebbe cercare di accantonare ogni mese una parte dello stipendio per garantirsi un'entrata fissa, indipendentemente dal clima economico del Paese di trasferimento.