Durante l'emergenza sanitaria legata al diffondersi del COVID-19, l'Uruguay si è distinto tra i paesi dell'America Latina per il modo in cui il suo presidente ha gestito la crisi. Elisa, un'espatriata italiana che vive a Ciudad de la Costa, ci racconta la sua vita in questi ultimi mesi.
Come e quando sei venuta a conoscenza dell'emergenza sanitaria legata al diffondersi del corona virus? E come hai reagito alla notizia?
Quando è scoppiata la notizia in Italia del Coronavirus, io ero appena tornata da un viaggio dall'Italia in Uruguay. Dopo circa tre settimane è uscito il primo caso da una turista uruguaiana che era stata a Milano. Appena si è saputo del caso di questa Signora, che tra l'altro non ha mai rispettato la quarantena che avrebbe dovuto fare ed ha contagiato almeno 50 persone ad un matrimonio vip, il governo ha deciso di prendere dei provvedimenti.
Io personalmente mi aspettavo che il virus sarebbe arrivato anche qui, visto che era previsto mondialmente e in Uruguay abbiamo voli settimanali per l' Europa. I voli non sono stati bloccati subito e questo mi preoccupava. Penso però che la mia preoccupazione aumentasse ascoltando amici e parenti in Italia e Spagna, perché alla fine qui in Uruguay non si vedeva ciò che mi raccontavano.
Che mezzi hanno usato le autorità locali per informare i cittadini dell'evolversi della situazione?
In Uruguay pochi mesi prima c'erano state le elezioni presidenziali ed il nuovo presidente è entrato in carica a marzo insieme al coronavirus. Il Frente Amplio (Fronte Ampio ingloba vari partiti, di sinistra, comunista e socialista) guidato dal PresidenteTabarè Vasquez ha lasciato il governo dopo 15 anni ed al suo posto è subentrato il nuovo Presidente Luis Lacalle Pou del Partito Nazionale. Fatto molto discusso per molti uruguaiani, ma altri sentivano il bisogno di un cambiamento. Il presidente ha fatto conferenze stampa e ha parlato chiaramente alle persone della situazione e che si dovevano prendere delle misure per evitare il peggio. Quindi le notizie si sono trasmesse via telegiornale e anche via internet nei siti ufficiali della salute pubblica.
Il governo dell'Uruguay ha imposto misure restrittive per impedire il diffondersi del contagio?
Il governo, dopo i primi casi confermati nel Paese, ha deciso di consigliare una quarantena -consigliata e non obbligatoria- di due settimane che poi si è prolungata seguendo l'evolversi del virus. Si sono chiuse le scuole pubbliche e private, sono state sospese le visite mediche non urgenti, le attività sportive, i locali notturni, i saloni per le feste e i grandi centri commerciali. Gli uffici pubblici erano disponibili solo per appuntamento. Sono rimaste aperte tutte le attività private come anche alimentari e supermercati. La quarantena consigliata, e non imposta alle persone, è dovuto al fatto che molti uruguaiani non hanno impieghi fissi e guadagnano di giorno in giorno uscendo di casa per cercare qualche lavoro. Per queste persone non sarebbe stato certo una buona cosa l'obbligo della quarantena. In questo modo, anche se il lavoro è un po' diminuito durante questo periodo, sono riusciti a sopravvivere. Inoltre molte organizzazioni sociali locali hanno distribuito cibo alle famiglie più bisognose organizzando grandi pentole con cibo caldo e merende.
Quanti casi di corona virus e quanti decessi si registrano in Uruguay ad oggi?
Il 28 di marzo abbiamo avuto il primo decesso di covid19 in Uruguay, un signore di 70 anni. Attualmente sono 27 le persone morte da coronavirus in Uruguay.
Il 7 di giugno per la prima volta non si sono registrati nuovi casi questo fino al 11 di giugno. Al momento abbiamo sette dipartimenti con il virus, tra cui 822 casi che sono già guariti e attualmente 83 persone che sono ammalate e si stanno curando.
Alla luce dei bilanci gravosi registrati in altri paesi del mondo, l'Uruguay sembra aver gestito meglio la pandemia. A cosa è imputabile, secondo te, questo risultato?
Da quello che ho sentito di altri Paesi sudamericani, l'Uruguay davvero è stato finora un esempio. Penso che il presidente sia stato in gamba a prendere delle decisioni giuste, per quanto sia stato criticato all'inizio, ha dimostrato di tenerci alla sua gente, rispetto ad altri governi. Diventare presidente e prendere in mano un Paese nel bel mezzo di una pandemia mondiale non dev'essere sicuramente facile.
Questo da una parte, dall'altra invece è stato anche merito delle persone. Molte spaventate da quello che era già successo in Italia, in Spagna e prima in Cina, hanno fatto una vera e propria quarantena, uscivano solo se necessario e niente riunioni. Dopo si è consigliata la mascherina e in tanti la usano. Prima di entrare nei centri commerciali e negozi di solito c'è il disinfettante e l'alcol in gel.
Gli uruguaiani sono un popolo molto solidale e ha unito le forze per aiutare i più bisognosi ed anche questo è stato molto importante per il Paese. Dove non c'è indifferenza regna l'umano ed i cuori si aprono e con questo anche la solitudine scompare.
L'Uruguay è un Paese piccolo con 3 milioni di abitanti, tra cui la metà vive a Montevideo, ha tanti piccoli paesi e qualche città e moltissima campagna e spiaggia. E' un Paese poco inquinato e abbastanza naturale, per quanto si voglia anche qui sfruttare e rovinare tutto. Questo fattore anche può aver contribuito positivamente alla non diffusione del virus.
La crisi sanitaria ha avuto un impatto negativo sulla tua attività lavorativa?
Io lavoro come insegnante in un istituto privato e ho potuto lavorare online da casa. Sono stata fortunata anche se dovevo iniziare un altro lavoro che non è andato in porto a causa della pandemia. Ma almeno questo non l'ho perso. Adesso stiamo già lavorando di nuovo nelle classi con mascherine di plastica per le docenti. Personalmente la crisi non mi ha toccato molto dal punto di vista economico.
Le frontiere sono aperte?
Le frontiere per il Brasile e l'Argentina sono ancora chiuse, dato che l'Argentina è ancora in quarantena ed il Brasile (soprattutto nelle città) non è messo proprio bene. Anche se per il Brasile credo che non ci siano tanti controlli, è molto facile entrare da li. Le città sono divise a metà, una metà è brasiliana e l'altra uruguaiana quindi in certi punti si può passare senza tanti controlli. Ma per il momento per fortuna è tutto tranquillo.
Che atmosfera si respira adesso per strada e nei luoghi pubblici? Qual è l'attitudine delle persone in generale?
Adesso un po' alla volta si torna alla normalità. Le scuole hanno riaperto da una settimana. Prima le private e poi le pubbliche, si danno lezioni con classi ridotte e a giorni alterni, le mascherine non sono obbligatorie e le aule sono pulite di frequente. Le persone fanno la spesa con mascherine ( la maggior parte) ed anche i mercati sono un po' più pieni di gente. Quest'ultimi non sono stati mai proibiti per il fatto che ci vanno molte persone che hanno bisogno di vendere per mangiare. Direi che in generale le persone sono più rilassate.
Adotti (o lo hai fatto nei mesi scorsi) misure precauzionali quando esci di casa?
Io faccio vita normale, anche durante la quarantena andavo in bici in spiaggia (grandissima ed isolata) perché comunque fare sport e respirare aria buona fa bene alla salute e alza le difese immunitarie. Ho sempre evitato le folle e luoghi affollati, tuttora lo faccio. Quando entro al supermercato a fare la spesa uso la mascherina, altrimenti mai. A lavoro ci danno una mascherina di plastica trasparente molto comoda, che ti fa respirare e parlare.
Le precauzioni sono lavare le mani e disinfettare, o lavare bene, i prodotti alimentari che compro. Oltre ad alimentarsi bene, fare sport e mantenere le difese alte, non c'è altro da fare.