Sara vive a Rio de Janiero con Thiago da quasi due anni. Laureata in Scienze della Formazione Primaria, scopre il Brasile per la prima volta nel 2015 grazie ad un'esperienza di volontariato. Imprenditrice nel settore turistico assieme al fidanzato, la crisi sanitaria li costringe a reinventarsi. "Abbiamo iniziato a lavorare nel settore immobiliare e per investire nel nostro futuro abbiamo acquistato degli appartamenti nel centro città", mi racconta.
Presentati ai nostri lettori: chi sei e da dove vieni?
Ciao a tutti, mi chiamo Sara, ho 28 anni e vivo a Rio de Janeiro, in Brasile da quasi due anni insieme a Thiago.
Sono originaria del Friuli Venezia Giulia, una regione del nord Italia. Nello specifico sono nata a San Daniele del Friuli, dove c'è il miglior prosciutto crudo del mondo.
Quando vivevo ancora in Italia ho conseguito una Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Primaria e avevo già iniziato a lavorare come supplente nelle scuole materne e primarie.
Quindi venendo a vivere in Brasile ho cambiato radicalmente la mia vita, ma anche il mio lavoro.
Prima di vivere qui, ho vissuto e viaggiato in giro per il Mondo per esperienze di diversa natura.
Quali sono i motivi che ti hanno portata in Brasile?
Ho conosciuto il Brasile nel 2015, quando ho fatto una delle mie esperienze di volontariato internazionale con i bimbi meno fortunati.
Vivevo nello Stato di Sao Paulo ma nei giorni liberi venivo a Rio de Janeiro con gli amici volontari. Lì mi sono innamorata della cidade maravilhosa, e ho avuto modo in generale di conoscere un po' della cultura brasiliana, sia lavorando presso una ONG locale, sia convivendo con ragazze brasiliane che mi ospitavano.
Quando mi sono innamorata di Thiago, lui già aveva aperto da qualche anno la sua attività come tour operator, e viveva già a Rio.
Inizialmente, per frequentarci, abbiamo attraversato l'oceano più e più volte. Diciamo che l'amore per Rio de Janeiro ci ha accumunati e da lì è stato per noi automatico mettere le basi qui, iniziando a lavorare insieme per We Travel Discovery (la nostra agenzia).
Quindi diciamo che i motivi che mi hanno portata qua sono stati sia l'amore per Thiago, sia l'entusiasmo nel fare un lavoro da imprenditrice, insieme a lui, in vista di un futuro tutto da ‘conquistarci', e sia il legame inconscio che avevo creato dentro di me, con questa Terra e cultura.
Qual è stata la prima sensazione che hai provato appena arrivata a San Paolo, qualche anno fa?
Quando arrivai a Sao Paulo per la prima volta, dovevo attraversare la città per andare dall'aeroporto GRU alla stazione centrale dei Bus, e dirigermi verso Sao Carlos (la cittadina dove avrei prestato servizio).
Per dare un'idea delle distanze brasiliane, l'aeroporto GRU distanziava circa 7 ore e mezza dalla mia destinazione finale.
In aeroporto (uno dei più grandi e collegati al Mondo) nessuno parlava inglese per poter comunicare e chiedere informazioni (in Brasile infatti si parla solo portoghese a parte poche eccezioni).
Volevo capire come fare per recarmi in stazione, quale shuttle prendere ecc. Non capivo ne parlavo una parola in portoghese, e loro non capivano me né in italiano né in inglese.
Una ragazza brasiliana viaggiatrice, proveniente dall'Europa, è stata poi così gentile da aiutarmi nel capire come orientarmi in questa megalopoli.
In generale, la prima sensazione che ho provato quando, dopo tante ore di viaggio, ho visto dal finestrino ‘Terra Sudamericana', è stata una sensazione di libertà. Non ero mai andata così lontano da casa, da sola. Mi sentivo come un'esploratrice che aveva conquistato l'America.
L'essere del tutto sola non mi spaventava, nonostante tutti in Italia fossero terrorizzati a sapermi in Brasile, un luogo a detta loro pericolosissimo.
Io non avevo paura, anzi, per me era una bellissima sfida, una messa alla prova, come un bimbo quando inizia a camminare da solo ed esplora tutto per la sua prima volta.
Hai avuto difficoltà ad adattarti alla nuova vita in Brasile e come le hai superate?
Le differenze sono molte. Io provengo dal Friuli Venezia Giulia che, tra l'altro, ha per cultura molta organizzazione, molto ordine ed efficienza nel modo di vivere.
Qui a Rio de Janeiro regna la disorganizzazione, le cose non sono mai chiare e in generale bisogna sempre stare attenti a non farsi ‘fregare'. È una grande città e soprattutto nel mercato imprenditoriale va tenuto in considerazione che bisogna essere attenti e furbi.
Per quanto riguarda l'adattamento o l'accoglienza, devo dire che mi sono sempre sentita a mio agio, anzi per alcuni aspetti anche molto di più rispetto all'Italia, dove spesso invece regnano giudizi estetici, pettegolezzi e comparazioni.
Qui mi sento libera di essere me stessa e di esprimermi come desidero. Le persone mi hanno subito accolta perché la loro attitudine è molto gioiosa e gentile.
Tuttavia tendenzialmente nei brasiliani in generale, non ritrovo lo stesso spessore culturale e la stessa profondità che mi accomunano alle amicizie italiane. Spesso infatti mi manca la chiacchierata con un'amica cresciuta nel mio stesso contesto.
Di cosa ti occupi e che ha impatto ha avuto l'emergenza sanitaria del COVID-19 sulla tua attività professionale?
Insieme a Thiago mi occupo principalmente di turismo, perché siamo imprenditori e abbiamo un tour operator incoming su tutto il territorio brasiliano. Io mi occupo della creazione di programmi e itinerari ‘su misura' per coloro che vogliono viaggiare il Brasile. Quindi delineo con i clienti il loro personale viaggio, organizzandolo in ogni sua parte.
Ovviamente il turismo è del tutto scomparso da marzo in poi, causa Covid-19.
Durante questa pandemia, infatti, abbiamo dovuto reinventarci e infatti abbiamo iniziato a lavorare nel settore immobiliare. Thiago si occupa di mediare nella compravendita di immobili.
Abbiamo noi stessi investito nel nostro futuro, acquistando piccoli appartamenti nella zona residenziale centrale di Rio de Janeiro, approfittando dell'ottimo tasso di cambio euro-reale attuale. Li abbiamo già affittati andando così ad ammortizzare l'importo speso.
Per vivere e lavorare in Brasile come straniero, che tipo di visto serve e che pratiche bisogna fare per ottenerlo?
Per entrare in Brasile non è necessario il visto, si può stare 3 mesi da turista, basta avere il passaporto con una validità residua di almeno sei mesi.
Per poter rimanere in Brasile in modo regolare dopo i 3 mesi concessi, la via più semplice e veloce è quella del ricongiungimento familiare (ciò che ho fatto io o che si può fare per un figlio).
Io ho ufficializzato la mia unione con Thiago (cittadino brasiliano) e quindi ho ottenuto il permesso di soggiorno definitivo.
Altrimenti le altre modalità per ottenere un visto non sono semplici:
- Visto lavorativo: per poter vivere in Brasile come lavoratore dipendente, l'azienda che vi assume deve però dimostrare che il lavoro che voi offrite non può essere svolto da un brasiliano, devono quindi assumervi prima di venire in Brasile. È un visto rarissimo da ottenere, solo in caso di lavori particolarmente ricercati.
- Visto da imprenditore: se volete restate e risiedere permanentemente in Brasile ma non avete un coniuge brasiliano, non avete una famiglia in Brasile, un'azienda che vi assume e non avete un figlio in Brasile, potrete richiedere un visto per Investimento che viene rilasciato dal Ministerio de Trabalho e Emprego. Per entrare permanentemente in Brasile dovrete ottenere l'autorizzazione a investire 500.000 Reais in una impresa nuova o già esistente.
- Visto per pensione: Dopo una vita di duro lavoro, una volta pensionati potrete trasferire il vostro reddito pensionistico e vivere permantemente in Brasile. Per ottenere il visto dovrete presentare, tra gli altri documenti al Consolato generale, la prova di pensione equivalente o superiore a 6.000,00 Reais mensili (circa 1.300 euro)
Quanto ci vuole al mese per vivere a Rio de Janeiro? Ci puoi dare un'idea indicativa per affitto, bollette, cibo, trasporti?
Parlando di vita qui, bisogna distinguere la vita di un brasiliano da quella di un eventuale espatriato che vuole vivere con gli standard europei.
Infatti un brasiliano guadagna mediamente 2000/3000 reais al mese, quindi farà scelte più economiche per mantenersi.
Parliamo degli affitti: partono da 400 reais al mese fino ad 8000 reais al mese. Il prezzo cambia da zona a zona. Per esempio un brasiliano con stipendio basso, farà ogni giorno ore di pendolarismo vivendo in favela o zona povere, per spendere poco di affitto. D'altra parte se si vuole vivere in zona residenziale fronte mare si andrà a spendere di più per avere un appartamento con standard europeo.
Per quanto riguarda le spese alimentari, si va dai 150 reais a settimana a persona ai 500 o più, dipende da come vuoi vivere. Ovviamente uscendo a cena più spesso, acquistando alimenti vari o importati, si andrà a spendere di più rispetto al minimo.
Per il trasporto, ad esempio, una corsa in metropolitana costa 5 reais. Consiglio inoltre di stipulare un'assicurazione sanitaria privata, farla è utile se non indispensabile.
Diciamo che per vivere a Rio si spendono mediamente sui 4000 reais al mese.
Quali sono le tradizioni della cultura brasiliana che più ti piacciono?
Mi piace il fatto che ci sono tanti giorni di festa in un anno. Infatti ci sono tante occasioni per festeggiare. Ogni festa o evento è incentrato sulla musica e le bibite, ogni occasione è buona per festeggiare. Soprattutto a Rio buona parte dell'anno è occupata dalla preparazione del carnevale, con le prove delle scuole di samba e tanta allegria.
Com'è la situazione attuale a Rio in riferimento al coronavirus?
Al momento sembra che i casi siano diminuiti e non siano in crescita, la situazione appare un po' più stabile. D'altronde per noi adesso è quasi estate quindi penso vivremo (in ritardo) gli stessi steps dell'Italia.
Se un italiano volesse trasferirsi a Rio, che consigli gli daresti per partire preparato? Cosa si deve aspettare?
Beh, penso che sia facile innamorarsi di questa città, che trasmette vibrazioni inconfondibili.
Tuttavia poi, per imparare a viverci in totale serenità e sicurezza, bisogna imparare a conoscere questa bellezza. Bisogna capire in che orari, e dove, è meglio non andare; la sicurezza qui è un tema importante, sbagliando strada si può venire derubati o peggio, dentro alcune favelas è meglio non entrare mai.
Bisogna rendersi conto delle tante differenze rispetto alla cultura italiana, e prepararsi ad accogliere le divergenze e le diversità. Bisogna ricordare di essere gli ospiti, e di portare con sé il bagaglio prezioso che ci ha dato la nostra Terra natale, tuttavia cercando di accogliere le cose nuove da imparare.
Infine, bisogna prepararsi ad imparare il portoghese, per poter comunicare e inserirsi.
Su quali canali social possono seguirti i nostri lettori?
@italiana_in_brasile : profilo IG che considero un diario della mia vita da expat a Rio.
Ho anche la pagina Facebook con lo stesso nome.
@saramartinel.official : profilo IG dove da anni racconto di tutti i miei viaggi e esperienze nel Mondo.