Hong Kong: perchè gli expat abbandonano la capitale mondiale del lusso?

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Pubblicato 12 maggio, 2021
Città più cara del mondo e destinazione di punta per gli espatriati, Hong Kong sembra attraversare un periodo di crisi. Sarà forse a causa dell'ondata di proteste civili del 2019 seguite a stretto giro dalla pandemia? Facciamo insieme il punto della situazione.   

Hong Kong è famosa nel mondo per la sua modernità e le infrastrutture di alta qualità, le prospettive di carriera offerte ai professionisti stranieri, gli stipendi competitivi e l'alto tenore di vita. Per molti anni è stata una delle destinazioni preferite degli espatriati in arrivo da Europa, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti... Hong Kong è stata inoltre la destinazione di punta per la creazione di un'impresa, come dimostra il numero di aziende e startup che sono state costituite nel corso degli anni.

Purtroppo l'ondata di proteste civili che si sono sollevate a partire da marzo 2019 ha compromesso la sicurezza e l'armonia che fino a quel momento regnavano nel Paese. A seguito degli scontri il Governo cinese ha introdotto una nuova legge sulla sicurezza nazionale che ha messo in allarme gli espatriati al punto tale che hanno iniziato a chiedersi se restare oppure andarsene. Negli ultimi tempi molte aziende straniere hanno spostato altrove il loro quartier generale e tanti stranieri hanno fatto le valigie.

Secondo gli ultimi dati sull'immigrazione, all'inizio del 2020 si è registrato un calo significato del numero delle domande di visto per lavoro. Ad ottobre dello scorso anno ne sono stati rilasciati 11.474 contro i 31.293 del 2019.

L'impatto della crisi sanitaria

La pandemia del COVID-19 non ha certo risparmiato Hong Kong che sta affrontando una quarta ondata dopo che è stata rilevata una nuova variante. Ad oggi si registrano 11.800 casi positivi e 210 decessi. Va sottolineato che il Paese sta adottando un regime di quarantena tra i più severi al mondo che non coinvolge solo gli stranieri in arrivo ma i anche i bambini testati positivi in seguito al tracciamento dei contatti. 5.000 cittadini hanno di recente firmato una petizione per chiedere che i bambini possano trascorrere il periodo di isolamento presso il domicilio. Queste misure così severe stanno facendo sorgere dei dubbi all'interno della comunità degli espatriati residenti che non vedono più interesse nel restare.

Tasso di disoccupazione in aumento

La crisi sanitaria ha impattato duramente il mercato del lavoro di Hong Kong. Come indicato sopra, il numero di visti di lavoro concessi ai professionisti stranieri è in netto calo. Attualmente la nazione registra il tasso di disoccupazione più alto dal 2014. Nonostante un leggero miglioramento nel primo quadrimestre di quest'anno, la situazione resta allarmante. Secondo il Ministero del Lavoro la situazione non migliorerà nel corto raggio, a meno che il virus non si riesca a contenere. A febbraio 2021, i disoccupati erano circa 261.000.

La crisi ha colpito tutti i settori anche se il turismo, il commercio, l'immobiliare e l'industria alimentare ne hanno maggiormente risentito. Anche l'import-export, i servizi di corriere, l'educazione e l'intrattenimento non sono stati risparmiati. Nel 2019 è stata registrata una contrazione economica dell'1,2%. Nonostante ciò, il Fondo monetario internazionale prevede una crescita del 3,7% per quest'anno e un ulteriore 3,4% nel 2022.

E il mercato immobiliare?

Hong Kong è rinomata per il suo mercato immobiliare di lusso che ha subito una battuta d'arresto da quando gli espatriati hanno iniziato a lasciare il Paese. I professionisti del settore informano che i prezzi degli affitti sono i più bassi dal 2016. A Soho, una delle zone più ambite della città, molti appartamenti si affittano oggi a circa 3.500$ al mese contro i 4.200$ del periodo precedente alla crisi. In altri quartieri alla moda, i prezzi sono scesi di un 25% rispetto al 2019, il che è una buona notizia per gli stranieri e i residenti che volessero cambiare casa.

Visto che il numero degli arrivi è in diminuzione, nei prossimi mesi i prezzi potrebbero scendere di un ulteriore 5-10%. I prezzi degli immobili in vendita sono rimasti invece abbastanza stabili. Erano scesi un po' nel 2019 ma si sono ripresi nel giro di poco tempo. 
I progetti di costruzione continuano ad aumentare, l'anno scorso sono state immesse nel mercato 18.077 proprietà in più rispetto al 2019.