Francesca, nata a cresciuta a Roma, l’anno scorso realizza il suo sogno di bambina: andare a vivere all’estero. Dopo un periodo trascorso a Dubai e in Kenya, ora è felice a Bali, assieme al marito e alla piccola Viola. E’ un’imprenditrice nel settore immobiliare.
Presentati brevemente alla nostra comunità
Ciao a tutti, mi chiamo Francesca Rizzo, sono nata e cresciuta a Roma, sono la mamma di Viola, 2 anni e mezzo, e sono un'imprenditrice.
Ho la passione per i viaggi, per i libri, lo sport, lo yoga e il buon cibo.
Raccontaci il tuo percorso di espatrio
Ironicamente il mio percorso si potrebbe intitolare “dal Fleming a cittadina del mondo”.
Alcuni amici mi prendono in giro perché dopo aver trascorso più di 40 anni vivendo sempre nello stesso quartiere di Roma (il Fleming appunto), cambiando 14 case ma sempre nel raggio di 100 mq, a gennaio 2020 ho rivoluzionato la mia vita e realizzato un sogno che avevo nel cassetto sin da piccola: andare a vivere all'estero.
Prima a Dubai, poi in Kenya (a Watamu, sulla costa) e infine a Bali, Indonesia, dove mi trovo ora e dove sento di avere trovato finalmente casa.
Dove vivi in questo momento ed in base a che criteri hai scelto questa destinazione?
Da marzo 2021 con la mia famiglia (il mio compagno Michele e nostra figlia Viola), vivo a Bali.
Era da circa un anno, già da quando abitavamo a Dubai, che Bali era nei nostri sogni, prima e progetti, poi.
Abbiamo dovuto aspettare più del previsto per trasferirci qui perché, a causa del Covid, il Paese è stato chiuso a lungo.
Ma alla fine, come ho anche tatuato su un braccio, Nihil Difficile Volenti, cioè niente è difficile se lo vuoi davvero.
E quindi… eccoci qui: nell'Isola degli Dei, come viene soprannominata Bali.
Che tipo di visto possiedi e che trafila hai dovuto espletare per ottenerlo?
Il mio compagno ed io abbiamo costituito una società, che è un equivalente di una srl italiana, e tramite questa abbiamo ottenuto l'investor Kitas, un permesso di soggiorno di 2 anni, rinnovabile, che ti permette di avere qui domicilio fisico e fiscale.
Tutta la pratica è stata seguita da un nostro conoscente italiano che vive qui a Bali da anni.
Di cosa ti occupi e che effetti ha avuto la pandemia sulla tua attività professionale?
Sono un'investitrice immobiliare e da 2 anni anche una formatrice: insieme al mio compagno ho fondato un'Accademia di Formazione per aspiranti investitori immobiliari, con la quale insegniamo come fare investimenti immobiliari profittevoli e sicuri.
Il nostro settore, gli investimenti immobiliari, nonostante la pandemia e nonostante la falsa credenza comune sia sempre, da decenni: “il mercato immobiliare è in crisi”, sta reagendo molto bene nonostante la crisi mondiale e, dopo lo stop forzato dovuto al lockdown, è in grande ripresa.
Sia perché gli italiani sono da sempre “innamorati delle case” (ci sono dati pazzeschi a questo proposito: più dell'80% degli italiani ha come obiettivo di vita quello di avere una casa di proprietà!), sia perché con il Covid ci si è resi conto ancora di più dell'importanza del luogo in cui si vive (smart working e “coesistenza forzata” hanno fatto nascere l'esigenza di spazi più ampi, un maggior numero di stanze, sfoghi esterni come terrazzi o giardini.
Ci puoi dare un'indicazione del costo della vita a Bali per un espatriato?
Il costo della vita qui dipende molto da che tipo di vita vuoi avere.
Però posso dire che ad esempio, a differenza di luoghi come Dubai, dove tutto è estremamente costoso, oppure di Watamu, dove moltissimi servizi e prodotti non sono disponibili o sono molto difficili da procurarsi (pensate che è stato praticamente impossibile trovare vestiti per Viola), Bali offre di tutto e di più, per tutte le tasche.
Rispetto ad esempio al costo della vita in Italia (a Roma nello specifico), qui i prezzi sono più bassi, ma dipende sempre dallo stile di vita che vuoi avere.
Puoi vivere con 1.000 € al mese (se non hai figli, scegli di vivere in una casa con altre persone o in una stanza, se mangi cibo locale e non hai esigenze particolari).
Il discorso cambia se, come noi ad esempio, hai figli (e quindi scuola – noi ne abbiamo scelta una internazionale), vivi in una villa con giardino e piscina (che necessita di uno staff), frequenti un circolo sportivo, mangi spesso al ristorante o ti fai portare il cibo a casa con il delivery e scegli cibo internazionale (alcuni prodotti, come olio di oliva, salumi, formaggi, vino sono di importazione e sono ad esempio molto costosi).
Insomma, puoi arrivare tranquillamente a spendere 6-7mila € al mese, ma puoi cavartela anche con molto molto meno.
Come ha vissuto il trasferimento tua figlia e hai dei consigli per altri genitori ad affrontare un espatrio con la famiglia?
Il primo trasferimento internazionale, Viola lo ha vissuto a poco più di 1 anno di vita.
E' una bambina socievole e si è sempre adattata molto bene.
Le prime settimane di ogni trasloco sono sempre state le più delicate, di assestamento, ma ha sempre reagito bene, senza particolari problemi.
Anche perché tutti e 3 i luoghi dove abbiamo vissuto all'estero erano piuttosto “kids friendly”.
Dubai per tutta una serie di servizi che aveva a disposizione, come parchi giochi, zone pedonali e una sicurezza totale; a Watamu viveva sempre all'aria aperta, praticamente sulla spiaggia, giocando tutto il giorno con amichetti vari; qui a Bali ha trovato la sua dimensione tra la scuola e luoghi che sono quasi tutti pensati per i bambini.
Per il momento sembra contenta, magari tra qualche anno ci dirà che ci odia per averla portata in giro così.
Un consiglio ad altri genitori può essere quello di avere pazienza, di stare vicino ai propri figli e parlare con loro, non forzarli troppo ad adattarsi ai nuovi ambienti e alle nuove persone, ma comunque aiutarli ad essere mentalmente aperti verso gli altri (comunque dipende molto dall'età dei bambini, più sono piccoli e più è semplice, secondo me).
A livello di stile di vita, mentalità, usi/costumi, Italia e Indonesia sono diverse. Quali sono le differenze macroscopiche che hai riscontrato tra i due Paesi?
Qui a Bali tutto è più calmo e sereno, la gente è sempre sorridente.
Paragonato al clima che c'era in Italia sembra di vivere tra extra-terrestri.
Le prime settimane qui sono state “buffe” perché il nostro ritmo vitale era assolutamente disallineato con quello di chi già viveva qui.
Tutti calmi, serafici e sorridenti, noi sembravamo “schizzati”.
Abbiamo impiegato qualche tempo a “darci una calmata” ed entrare nel mood.
Personalmente mi piace molto il modo che hanno qui di prendere la vita.
Apprezzo l'ambiente internazionale, il fatto che ognuno vive come meglio crede, si veste come vuole.
Qui percepisco molta libertà ed energie positive.
In Italia mi pesava molto la mentalità secondo la quale o ti adegui a determinati canoni, oppure sei “strano”.
Tutti vestiti uguali, tutti negli stessi posti, tutti che fanno e dicono le stesse cose.
Anche per quanto riguarda l'educazione dei bambini.
Qui mi sento libera di esprimere me stessa.
E se volessi farmi i capelli rosa (un mio sogno nel cassetto), nessuno troverebbe niente da ridire.
Immagino che ci siano degli aspetti della vita a Bali (positivi e negativi) che hai scoperto solo vivendoci. Quali sono?
A distanza di qualche tempo dal trasferimento, sei soddisfatta della scelta presa?
Sono assolutamente soddisfatta della scelta presa.
Ho vissuto in altri luoghi fuori dall'Italia e non mi sono mai sentita “a casa” come invece è successo qui.
Gli aspetti positivi sono maggiori di quanto avessi immaginato prima di trasferirmi qui.
Tra gli aspetti positivi metto sicuramente il clima piacevole e soleggiato quasi tutto l'anno, l'ambiente internazionale, la bellezza dei luoghi, la gentilezza delle persone, i servizi di ogni tipo, la possibilità di raggiungere da qui luoghi meravigliosi, la scelta infinita a livello di cibo, i locali/negozi/ristoranti estremamente carini e curati nei dettagli.
Gli aspetti negativi sono sicuramente il traffico e le strade (alcune davvero minuscole e senza marciapiedi).
In tempi no Covid i turisti sono tanti e Bali diventa molto caotica.
Per ora si sta bene.
E' comunque la prima volta in vita mia che mi guardo intorno e penso: “Mamma mia quanto mi piace questo posto! Sono davvero fiera di poterlo chiamare CASA!”.