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La storia di Kevin: da giornalista a nomade digitale nel Regno Unito

Asafe
Aggiornato daFrancescail 11 Aprile 2022

Kevin Asafe è brasiliano e ama il calcio. Si è trasferito in Gran Bretagna e ci racconta della sua esperienza all'estero e di come sia possibile realizzare i propri soldi non disponendo di un grande capitale.  

Ci parli un po' di te?

Mi chiamo Kevin Asafe. Sono un art and media director, un nomade digitale e un creatore di contenuti. Vengo da Paraíba, uno stato nel nord-est del Brasile, una comunità povera, direi. I miei hobby sono viaggiare e lavorare per grandi eventi sportivi nel mondo.

Da quanto tempo vivi a Londra? Com'è la vita lì?

Il mio concetto di “vivere” è particolare. Essendo un nomade digitale, non vivo da nessuna parte, vivo dappertutto. Sono libero di spostarmi dove voglio. Negli ultimi 4 anni ho fatto base a Londra, viaggiando di frequente. Abito in un ostello. Ho un accordo con il gestore per cui, invece che pagare il soggiorno, aiuto nel disbrigo delle varie faccende. Per il resto mi godo la città e vado a vedere le più importanti partite di calcio. Diciamo che il mio rapporto con Londra è diverso da quello della maggior parte delle persone.

In quali altri paesi hai già vissuto e per quali motivi?

Ho vissuto in Brasile, Perù, Francia, Russia e Inghilterra, tra gli altri, e in più di 77 città nel mondo. Come ho detto prima, mi sposto abbastanza di frequente e la scelta delle destinazioni la faccio in base ai principali eventi sportivi.

Cosa ti ha portato nel Regno Unito?

E' stato il calcio. Credo che Londra sia la destinazione migliore per quel che riguarda questo tipo sport, sotto tanti punti di vista. In città si giocano diversi tipi di campionato, è il posto ideale sia se vuoi fare il calciatore sia se vuoi lavorare in ambito calcistico e nell'organizzazione di tutto quello che ci gravita attorno.

Qual è l'esperienza più bella che hai vissuto all'estero?

L'esperienza che ricordo con più piacere è stata quella vissuta in Uruguay. Ho soggiornato lì per 5 mesi. Era la prima volta che lasciavo i miei genitori, ero alla ricerca di un'avventura che mi aprisse la mente. E' stato un periodo tanto bello quanto duro. Ho vissuto in un ostello, lavorato tanto ma avevo anche il tempo di godermi dei bei tramonti e andare a far festa.

Cosa ti manca di più del Brasile?

Sicuramente il cibo e il clima. Mi mancano il sole e la mia abbronzatura. Mi manca anche quell'atmosfera legata al calcio che abbiamo in Brasile. Ho nostalgia delle partite di Flamingo a Maracanã.

Perché sei così appassionato di calcio?

Immagino che il motivo vada ricercato nella mia infanzia. Da piccolo non sono mai andato allo stadio. Sono cresciuto giocando a calcio tutti i giorni, guardando il calcio in TV, ma non mi era permesso andare allo stadio perché mia madre lo riteneva molto pericoloso. È un'esperienza incredibile guardare dal vivo le partite importanti. Mi riferisco ai grandi incontri o "classicos" come li chiamiamo in Brasile: squadre della stessa città che giocano l'una contro l'altra e partite di playoff. Penso che sia per questo che il calcio mi appassiona così tanto, perchè ci sono cresciuto. Adoro l'atmosfera che ci crea allo stadio.

Quali sono state le principali sfide che hai affrontato durante il tuo soggiorno nel Regno Unito?

La sfida più grande l'ho vissuta durante la pandemia di Covid-19. Quando è scoppiata la crisi sanitaria avevo appena avviato la mia attività online; essendo agli inizi non avevo ancora ingranato. Sono stato costretto a trovare un altro lavoro e ho iniziato a fare consegne a domicilio. E' stata dura, mi sono dovuto impegnare nel raggiungere posti nuovi ogni giorno ma l'impegno che ci ho messo mi ha aiutato a responsabilizzarmi e anche a credere in me stesso.

Che consiglio daresti a chi vuole andare all'estero con un budget limitato?

E' importante tenere a mente che il denaro è importante, ma ci sono anche altre risorse che si possono sfruttare come ad esempio il tempo a propria disposizione, le conoscenze, le esperienze, gli amici e la famiglia. I giovani devono avere sete di nuove opportunità. Più una persona è ricca di esperienze, più sono le sue possibilità di successo.

Quali difficoltà stai attualmente incontrando nel Regno Unito e come le stai sormontando?

Vivere a Londra non è facile perchè è una città molto cara, bisogna lavorare sodo per mantenersi. Inoltre, non ho mai fatto domanda di visto studentesco o di permesso di soggiorno e questo mi limita parecchio. Sono vittima delle mie scelte. Non posso restare in città quanto vorrei perché non ho tutti i documenti necessari, e di conseguenza perdo delle buone opportunità di lavoro legate al mio settore professionale.

In che misura l'aumento del costo della vita incide sulle finanze dei giovani espatriati nel Regno Unito? Come fare per risparmiare un po'?

Trovare un alloggio che non costi troppo, come ad esempio vivere in un ostello, potrebbe essere una soluzione. Il problema di chi vive qui è trovare una casa che abbia un costo d'affitto abbordabile, e che sia allo stesso tempo in buono stato. Un'altra cosa che incide molto sul bilancio è il trasporto. Spostarsi con i mezzi pubblici costa caro, così come lo è mantenere una macchina. La soluzione ideale sarebbe spostarsi in bicicletta, se le distanze da percorrere lo permettono.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Mi piacerebbe partecipare più attivamente agli eventi sportivi. Quando ho iniziato, lo facevo come volontario. Era l'unico modo per lavorare nei grandi eventi sportivi. Ora però sento l'esigenza di guadagnare e di dedicarmi a progetti più stabili e strutturati. Da giovane mi concentravo più sull'esperienza e sull'instaurare nuovi legami con le persone. Ora devo impegnarmi per riuscire a trarre un profitto tangibile da tutte le esperienze che ho vissuto.

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A proposito di

Ester Pinheiro è una giornalista brasiliana che lavora e desidera una maggiore diversità attraverso il potere della comunicazione. Attualmente, vive a Madrid e studia per un Master in Studi di genere.

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