Entrambi imprenditori, Alex è tedesco e sua moglie Alex è nata in Brasile. Entrambi avevano una vita normale finché non si sono incontrati nel Regno Unito e hanno deciso di intraprendere un'avventura in giro per il mondo. Oggi vivono in Argentina e la loro missione è quella di aiutare altri piccoli imprenditori espatriati.
Raccontateci di voi, Alex & Alex
Ciao, siamo Alex & Alex - viaggiatori del mondo, espatriati seriali, imprenditori seriali...Siamo sposati e co-fondatori di una startup chiamata Ubindi.com ("software semplice per insegnanti"), e attualmente viviamo a Bariloche, in Argentina.
Alex (marito) è originario della Germania, ma ha frequentato le scuole superiori e molti anni di università negli Stati Uniti. Ha trascorso una decina d'anni a New York, ha conseguito un dottorato e diversi master (in fisica) e nel 2008 si è trasferito nel Regno Unito per lavorare a un progetto di fusione nucleare a Oxford. È lì che ha incontrato Alex, la sua dolce metà!
Alex (moglie) è nata in Brasile, è cresciuta in Svizzera, ha studiato lingue (ne parla sei), ama leggere e le lingue straniere. Prima di diventare imprenditrice, ha lavorato con successo in campo editoriale.
Prima di incontrarci, eravamo entrambi persone relativamente "normali", con un lavoro fisso. Eravamo piuttosto legati al luogo in cui vivevamo e viaggiavamo solo per le vacanze.
Vi definite imprenditori seriali e globetrotters. Come è iniziata questa avventura?
È iniziata gradualmente nel 2008. Abbiamo avuto la possibilità di girare il mondo per un anno intero. È stato un sogno che si è avverato, ma alla fine siamo dovuti tornare in ufficio. E poiché lavoravamo in settori completamente diversi, questo significava dover passare la maggior parte delle nostre giornate separati, e questo non ci piaceva affatto!
Così è nata l'idea di un'attività tutta nostra, che ci permettesse di lavorare insieme a qualcosa di divertente e stimolante. Dopo aver letto il libro di Tim Ferris "La settimana lavorativa di 4 ore" (che, ironia della sorte, ha trasformato la nostra in una settimana lavorativa di 60 ore), nel 2011 abbiamo deciso di fare le valigie e di trasferirci in Thailandia, senza avere un'idea precisa di ciò che avremmo fatto. È stata una mossa rischiosa ma entusiasmante. Con il senno di poi, siamo stati dei pazzi!
Ci siamo stabiliti a Chiang Mai, in Thailandia. Alex (marito) ha trovato un lavoro come insegnante di scienze presso l'università locale. In quanto docente, poteva partecipare a tutti i corsi offerti dalla scuola, così ha iniziato quello in "digital entrepreurship", tenuto da un espatriato inglese. E' nata così l'idea per la nostra prima startup, una piattaforma dedicata allo yoga chiamata YogaTrail. Abbiamo avviato una società, trovato un co-fondatore e iniziato un'attività che ci ha portato a vivere (per un breve periodo) nella Silicon Valley. Siamo rimasti in Thailandia per 7 anni.
Cosa vi ha portato in Argentina? Da quanto tempo vivete lì?
Nel 2018 ci siamo trasferiti in un paesino dell'Andalusia, in Spagna (abbiamo vissuto lì 2 anni), e abbiamo ideato il nostro attuale progetto ("Ubindi", una piattaforma gestionale per insegnanti indipendenti). Dopo aver fatto domanda presso vari acceleratori, siamo stati accettati nel programma Startup Chile e così abbiamo lasciato la Spagna per il Cile. E proprio quando siamo arrivati a Santiago, è scoppiata la pandemia di Covid-19. Il nostro volo è atterrato il giorno prima della chiusura delle frontiere e siamo rimasti bloccati in Cile per un anno.
Avevamo sempre pensato che l'Argentina sarebbe stata un posto fantastico dove vivere - l'avevamo già visitata nel 2008. La famiglia di Alex (moglie) è argentina, quindi la lingua e la cultura ci erano già molto familiari. Siamo arrivati in Argentina nel 2021. Viviamo a San Carlos de Bariloche, in Patagonia, un luogo davvero magico. Ci piace molto e abbiamo intenzione di restare!
Com'è la scena imprenditoriale in Argentina?
La scena imprenditoriale è molto ridotta perchè Bariloche è una città relativamente piccola. A Buenos Aires le cose funzionano sicuramente in modo diverso.
Piccolo è bello. A questo punto del nostro viaggio, non sentiamo la necessità di qualcosa di diverso. L'abbiamo già sperimentato! Quando nel 2014 siamo andati a San Francisco nell'ambito del programma 500 Startups (con la nostra precedente attività), ci siamo immersi in un mondo imprenditoriale che da un lato era stimolante, ma dall'altro poteva distrarre dagli obiettivi. Ci siamo resi conto che la capacità di rimanere concentrati è una delle chiavi principali del successo. Ora ci focalizziamo sul nostro lavoro, non sul networking o sulla socializzazione. Partecipiamo ad alcuni gruppi online per imprenditori, che sono perfetti per noi perché ci impegnano solo poche ore la settimana e sono mirati (entriamo in contatto con persone che fanno cose simili o fronteggiano sfide simili).
A Bariloche ci sono parecchi espatriati che gestiscono attività commerciali e c'è un discreto numero di spazi di co-working frequentati da nomadi digitali, molti dei quali imprenditori. Ma noi lavoriamo per lo più da casa.
La vostra attività si rivolge ai microimprenditori. Parlateci del vostro lavoro
La nostra precedente startup era un portale dedicato allo yoga che permetteva a insegnanti, studenti, palestre, e a tutte le attività legate a questa disciplina, di connettersi tra loro. Durante la gestione di questo portale, abbiamo letteralmente parlato con migliaia di istruttori di yoga e ci siamo resi conto che gli insegnanti indipendenti non sono assolutamente supportati dalla tecnologia e dai software. E questo succede non solo nel mondo dello yoga, ma in tutti i settori verticali. Quindi c'è un bisogno.
Siamo anche convinti che il modo migliore per una persona di essere libera e felice sia quello di avere un'attività in proprio. Per noi è stato così! Fornire strumenti agli "insegnanti-imprenditori" per gestire e far crescere le loro attività, ci entusiasma molto!
Secondo voi, quali sono le principali sfide che devono affrontare gli imprenditori espatriati? A cosa devono prestare attenzione quando avviano la loro attività all'estero?
Dipende dall'attività - è ovviamente molto impegnativo gestire un negozio o un ristorante in un luogo che non si conosce al 100%. I regolamenti, farsi la clientela, i canali di marketing disponibili, ecc...All'inizio si brancola nel buio e avere successo richiede tempo.
Di contro, creare e gestire un'attività online può essere meno impegnativo per un espatriato, spesso è più facile di quanto non lo sia nel Paese d'origine. I nostri clienti, ad esempio, sono sparsi per il mondo (abbiamo un solo insegnante che usa Ubindi dall' Argentina), ma conosciamo molto bene i mercati in cui operiamo (Nord America, Europa)... e non abbiamo bisogno di essere fisicamente lì! Nell'era di Zoom, entrare in contatto con le persone, o fare riunioni con i membri del team da remoto, non è affatto un problema.
Come coppia con cinque passaporti, come ci si sente a poter lavorare da qualsiasi luogo?
È fantastico e, naturalmente, facilita i viaggi e/o la vita all'estero. Ma avere più passaporti non è determinante. Noi, ad esempio, abbiamo trascorso 7 anni in Thailandia, pur non avendo la nazionalità. Abbiamo semplicemente creato una società in qualità di espatriati, cosa che ci ha permesso di ottenere i permessi di lavoro e di residenza.
Avere più passaporti facilita la logistica; nel nostro caso, però, riusciamo a spostarci con tanta facilità perchè investiamo molto tempo nel cercare le destinazioni che si adattano alle nostre esigenze.
A livello personale, com'è la vostra vita al momento?
Attualmente stiamo bene, ci piace molto vivere in Argentina, inoltre è davvero conveniente per chi guadagna in dollari.
Le persone sono meravigliose, i legami familiari sono davvero forti e l'atteggiamento generale di resilienza della gente è fonte di ispirazione
E' facile incontrare persone e fare amicizia. Gli argentini sono aperti, curiosi, amichevoli e accoglienti. Come in molti altri posti, però, sei vuoi ricevere gentilezza, devi essere il primo a trattare le persone con rispetto. È utile parlare lo spagnolo, o almeno essere disposti a impararlo: è davvero importante e utile per stringere nuovi legami e non sentirsi isolati.
Dove vi vedete nei prossimi anni, sia a livello personale che professionale?
Ah, i progetti. Più ne facciamo e meno sembrano realizzarsi! Ma una cosa è certa: continueremo a lavorare sulla nostra attività, per renderla la migliore piattaforma gestionale per gli insegnanti indipendenti, a prescindere da cosa insegnino. Vogliamo internazionalizzare la piattaforma (offrendola in più lingue ed espandendoci in più mercati) e abbiamo intenzione di rendere Ubindi un marchio riconosciuto in tutto il mondo.
Per quanto riguarda i viaggi e la "vita da espatriati", pensiamo di aver trovato un posto da chiamare casa qui in Patagonia, quindi il nostro piano è di mettere radici.