Esodo degli espatriati: quali conseguenze per l'economia di Shanghai?

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Scritto da Asaël Häzaq il 11 aprile, 2023
Alla fine di marzo del 2022, Shanghai è entrata in lockdown duro. I residenti, 25 milioni in totale, sono stati costretti a un isolamento durante due mesi, che si è protratto anche dopo che le Autorità annunciavano l'uscita dallo stato di pandemia da Covid-19.  A risentirne è stato soprattutto il morale della popolazione, tra loro c'erano anche tanti espatriati. Un anno dopo, la Cina rifà il suo ingresso sulla scena internazionale. Si prevede la ripresa del turismo, ma gli espatriati torneranno a Shanghai? In molti credono che la ferita sia difficile da rimarginare.

L'esodo degli espatriati colpisce Shanghai

250.000. Martedì 28 marzo, l'Ufficio di statistica di Shanghai ha reso noto il numero di lavoratori stranieri che hanno lasciato la città a causa della politica cinese "zero Covid". Questa strategia, caratterizzata da test a ripetizione (fino a più di una dozzina al giorno), da confinamenti massicci e dall'isolamento in centri di quarantena è stata attuata per debellare il virus. Nel mentre però ha stremato la popolazione, espatriati compresi. Nonostante le regole severe che sono state imposte, il virus, e soprattutto le sue varianti, hanno continuato a diffondersi. I vaccini cinesi non sono abbastanza forti per contrastarle. Gli stranieri in città si sono sentiti abbandonati e, appena hanno potuto, hanno fatto le valigie.

Stando alle statistiche fornite, nel 2020 la città contava 80.000 lavoratori stranieri. Un anno dopo erano 70.000. Nel 2022, erano scesi a 50.000. Se ne sono andati in 30.000 e non è detto che ritornino. ll periodo di reclusione subìto nella primavera del 2022 ha lasciato il segno. Quelli che sono rimasti si interrogano sul da farsi. 

Conseguenze per l'economia di Shanghai

A Shanghai c'è preoccupazione. L'economia della città ha subito una contrazione dello 0,2% nel 2022. Si tratta della prima crescita negativa dal 1978, anno in cui l'Ufficio di Statistica di Shanghai ha iniziato le rilevazioni. In base a quanto riportata, il 2021 è stato un anno difficile, con un rallentamento della crescita dovuto in gran parte alle conseguenze della crisi sanitaria. Il lockdown del 2022 ha dato il colpo di grazia a una città già in sofferenza.

Il lockdown del 2022 a Shanghai ha provocato un calo delle vendite del 9,1%, sia nei negozi che online. Gli hotel e i ristoranti hanno registrato un calo delle entrate di circa il 22%. La situazione è simile anche a livello nazionale. L'anno scorso, il PIL cinese è cresciuto solo del 3% (dati dell'Ufficio di Statistica di Shanghai). La Banca Mondiale è pessimista e prevede una crescita del 2,7%. Si tratta di cifre ben al di sotto di quelle a cui Pechino ci ha abituati. La seconda economia mondiale sta registrando la crescita più debole degli ultimi decenni. E ci sono tutte le ragioni per credere che questo 2023 non vedrà una ripresa degna di nota.

La Cina sta attraversando una crisi economica. Dopo 30 anni di crescita, il settore immobiliare, che rappresenta quasi un quarto del PIL cinese, non si è ancora ripreso dalle scosse che sta vivendo dal 2021. Il gigante cinese dipende anche dal settore immobiliare che, purtroppo, è sovraindebitato. Evergrande, la principale società immobiliare cinese, ha 300 miliardi di dollari di debiti. Il suo crollo nel 2021 fa tremare il Paese e preoccupare il mondo intero. La società spera di poter estinguere i suoi debiti entro quest'anno, ma gli investitori stranieri non si sbilanciano troppo.

Espatriati segnati dalla gestione della crisi sanitaria

I recenti dati del FMI rassicureranno gli stranieri? Nel dicembre 2022, l'organizzazione colloca la Cina al secondo posto per investimenti diretti esteri (IDE). Con 3.578 miliardi di dollari di IDE ricevuti nel 2021, Pechino si piazza subito dopo Washington e i suoi 4.977 miliardi di dollari. Includendo Hong Kong, gli IDE cinesi superano quelli degli Stati Uniti (6.891 miliardi di dollari). Un motivo in più, per il Partito Comunista Cinese, di accelerare l'acquisizione di Hong Kong. .

Contrariamente a quanto si crede, Shanghai è una città cinese. Una città in cui l'ideologia del partito al potere prevale sull'economia. Questo lato cosmopolita di Shanghai è stato spesso considerato come una porta aperta verso il mondo, come se non dipendesse dalle decisioni di Pechino. Ma il lockdown impostole ha fatto chiaramente capire che non è così. Il 1° giugno 2022, quando il confinamento è stato finalmente sollevato, tanti espatriati ne hanno approfittato per andarsene. 

Gli imprenditori stranieri sono ancora segnati da quanto accaduto a Shanghai e nel resto della Cina. Temono di dover subire nuovi lockdown forzati senza possibilità di parola. Anche se Pechino ha riaperto le porte, non è detto che vogliano tornare. Gli imprenditori e gli investitori stranieri per il momento non si fidano.

Cosa pensano quelli che sono rimasti? Alcuni lo hanno fatto per scelta, altri per necessità. Non hanno ancora trovato una soluzione alternativa o sperano di salvare il salvabile. Tutti però concordano su una cosa: niente sarà più come prima.

A proposito di Asaël Häzaq

Mikki è un'espatriata che vive in Giappone. Scrive contenuti per Expat.com ed è una blogger appassionata di lifestyle e cultura pop.