Se si risiede in Portogallo per ca. 4 mesi l'anno si è in regola ?
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Maurizio anche se in ritardo (sono iscritto da poco) ho letto ciò che lei scrive con esattezza e competenza ( capisco dalle righe che lei e avv,to ?) e condivido totalmente.
Ho già scritto diverse volte relativamente alla mia diretta esperienza di vita come residente non abituale a Lagos che xcepisce regolarmente la pensione lorda ( dopo aver versato contributi per circa 40 anni allo stato Italiano) che bello continuare a prendere uno stipendio pur essendo un pensionato.
Prego che la salute mi assista a lungo, devo recuperare tanti soldi xchè devo aiutare mia figlia che lavora saltuariamente , contributi versati pochi........etc. Si scappa dal bel paese per mantenere la propria dignità .
Boeri a detto ai giovani della sua età (1982) andrete in pensione non prima dei 70 anni che tristezza.....che paese dopo che x anni hanno regalato pensioni a chi non ha mai versato contributi o ne ha versati x pochi anni.......e loro ( i nostri politici) si prendono il vitalizio che dopo la morte passa agli eredi (non faccio politica è la realta') .
Michel
per MORMON
Ciao Mormon,
in merito a:
Altra legge simile è quella che obbliga le auto con targa straniera al pagamento della tassa di circolazione portoghese quando permangono in territorio nazionale oltre 6 mesi.
parliamo di auto di NON RESIDENTI ... giusto ?
Perchè per i RESIDENTI (status RNH e non) l'obbligo c'è ENTRO i 6 mesi.
ANZI
se anche dopo 2 anni porti un veicolo a te intestato (altrove), sul suolo portoghese ed INCAPPI in un controllo c'è il fermo amministrativo (suppongo sanzioni) , l'obbligo di importazione, tassa ISV ed immatricolazione .
Questo è quanto ho assimilato sulla materia.
Puoi correggere oppure integrare quest'ultima parte ??
Sarebbe utile per capire il grado di rischio nel caso venga in visita in PT uno dei figli con una delle auto a te intestate che hai lasciato a loro perchè le usino nel Bel(??)Paese
Grazie .... e ... 'at salùt
Stefano
Reggio Emilia
Saluti a lei Michele Spina, piccolo consiglio, se intende accettarlo.
Scriva sempre quando è sicuro di ciò che riporta, soprattutto in merito a leggi.
A volte è sufficiente scorrere qualche messaggio precedente per trovare la risposta, evitando così di non creare nuovamente confusione su argomenti già dibattuti e risolti.
Un augurio ed una buona giornata,
Maurizio
Salve Michele,
mi riferivo al diritto del residente non abituale ( anche lei ne fa parte), di poter godere dell' esenzione per 10 anni, in piena legalità, pur non soggiornando necessariamente per 6 mesi in Portogallo.
In parole povere è bene sapere, e continuerò a ripeterlo pur infastidendo i più ortodossi, che PER LEGGE ( citata qualche post fa), il Portogallo NON obbliga il residente ad una permanenza di 6 mesi.
Semplicemente perché sa di non avere gli strumenti per farlo, allo stato attuale.
Esso risolve però chiedendo la prova di un contratto immobiliare registrato alle finanze, che lasci presupporre l'intenzione del "nuovo residente" ( quindi lei), di utilizzarla come dimora abituale, che tradotto significa che sarà sufficiente avere una casa in condizioni di abitabilità, con allacci elettrici e di gas, che spesso è sostituito da bombole.
Però Michele, non finisce qui;
l' Italia non adotta gli stessi criteri del Portogallo, e chiede al cittadino italiano residente all'estero di "allontanarsi" dall'Italia per un periodo superiore ai 6 mesi, altrimenti si vedrà negata la residenza all'estero, mamtenendola nell'ultimo comune italiano, e facendo perdere il diritto all'esenzione per l'anno in cui si è richiesto il beneficio.
In sintesi, le porto due esempi, il primo di un individuo in regola con la normativa vigente, il secondo no:
1. Mario Bianchi, cittadino italiano, affitta una casa a Lisbona per 12 mesi con un contratto regolare. Richiede l'agevolazione, ed il governo portoghese la concede.
Lo stesso Mario però decide di trasferirsi a vivere in Mozambico per una missione umanitaria, pur pagando regolarmente l'affitto della casa di Lisbona.
Bene, Mario è in regola e nel pieno rispetto della legge. Ad oggi nessuno tra i paesi interessati potrà contestare il suo status diRNH.
2. Mario Rossi affitta casa a Lisbona come nel precedente caso, va a viverci per 5 mesi e mezzo, ed i restanti 6 e mezzo se ne torna in Italia.
Ok, in questo modo non sarebbe in regola, e se scoperto potrebbe perdere il diritto all'esenzione per l'anno in corso. E non sarebbe il Portogallo a punire Mario Rossi, ma l'Agenzia delle Entrate in Italia.
Per concludere Michele, le auguro di godersela, perché sicuramente se lo merita, e suggerisca a sua figlia di rimboccarsi le maniche, perché possibilità ce ne sono, sempre.
La differenza, oggi, non la fa la furbizia, ma la perseveranza.
Chi vuole ottiene.
Un abbraccio Michele.
E' esattamente il concetto che ho citato molti post e discussioni indietro .
Basta leggere oppure tradurre sia dal PT che dall'inglese la LEGGE PORTOGHESE per RNH.
Ed è per questo che è "meglio" essere proprietari, dopo il rogito ZERO problemi, hai ASSOLTO ... l'obbligo
un caro saluto a tutti
Grazie x le sue parole.
Mi piace il suo modo con cui spiega le cose a tutti i connazzionali che (a causa della carenza di info e della confusione, ed incompetenza degli addetti negli uffici Italiani tipo INPS (ASL) etc, hanno spesso informazioni sbagliate e poco chiare. Ci sono passato io, e tanti altri amici di Lagos xchè ogni INPS d'Italia dice, e fa cose diverse, alcuni erogano la lorda senza i 6 mesi di iscrizione A.I.R.E, altri hanno preso la lorda dopo 2 mesi, a me mi hanno sbattuto all'AG.Entrate di Pescara x gli arretrati che mi daranno non so quando...!!! io comunque ho presentato tutto ciò che mi è stato richiesto)
Per ampliare il discorso che lei ben conosce e modestamente anch'io. caso 1) ok caso 2) appartengono alla categoria dei cosiddetti furbini (si trovano in tutto il mondo), non a caso Renzi prima di fine 2016 chiese all'A.I.R.E. tutti i nominativi degli italiani residenti all'estero dal 2010 al 2016 compreso. Coloro che ci stanno provando (affari loro) avranno nel tempo qualche brutta sorpresa.
PER PURA INFO X CHI CI LEGGE. I 100 E PASSA iTALIANI CHE VIVONO (ANCH'IO) A LAGOS HANNO tutti un regolare contratto d'affitto registrato con intestate tutte le utenze.
In collaborazione con il Patronato ITAL UIL (VEDI WWW. UIM.IT) mi sono attivato x fare aprire un ufficio a Lagos x essere vicini a chi ha bisogno dei servizi offerti gratuitamente, abbiamo creato una Ass.ne di Italiani in Portogallo fatto convenzioni con l'ospedale, un medico Italiano si è trasferito e esercita la professione . SIAMO STATI RICEVUTI ( tutti presenti come comunità) dalla Sindaca MARIA JOAQUINA MATOS alla Camara etc.etc. alla prossima un saluto
Michele
articolo di oggi su notizie ANSiA
http://www.ansa.it/sito/notizie/economi … 330bb.html
Gli italiani che hanno trasferito la residenza all'estero ma versano i contributi per la Colf in Italia e continuano a pagare la bolletta della luce finiscono ora sotto la lente dell'Agenzia delle Entrate. Gli accordi internazionali hanno fatto scattare da quest'anno gli incroci con 53 Paesi e anche i Comuni faranno confluire le informazioni su coloro che cambiano la residenza chiedendo l'iscrizione all'Aire, l'elenco di coloro che hanno abbandonato l'Italia. E, mentre è stata riaperta la possibilità di aderire alla Voluntary Disclosure, il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha stabilito i criteri per la messa a punto delle ''liste selettive'' dei contribuenti a rischio che guarderanno alle utenze e alle Colf, ma anche all'apertura di partite Iva ma anche ai movimenti finanziari e alla mancata adesione alla regolarizzazione dei capitali all'estero.
In pratica si guarderà a criteri che fanno ipotizzare un'effettiva permanenza dei contribuenti in Italia in barba alla residenza dichiarata. Ovviamente con l'attenzione puntata anche su coloro che non hanno aderito alla voluntary, pur registrando movimenti di capitali da e per l'estero. I controlli - è scritto in una nota dell'Agenzia delle Entrate - riguarderanno i cittadini che sono andati all'estero hanno spostato la residenza da primo gennaio 2010 e le regole seguite sono contenute in un provvedimento firmato dal direttore dell'Agenzia, Rossella Orlandi, che fissa i criteri per stilare liste selettive nelle quali confluiranno le posizioni più anomale.
L'identikit dei soggetti viene stilato dall'Agenzia utilizzando un applicativo informatico denominato So.No.Re. (Soggetti Non Residenti) e incrociando le informazioni disponibili nella banca dati delle Entrate con quelle derivanti dallo Spesometro e dallo scambio di informazioni attivato sulla base di direttive europee (Direttive DAC1 e DAC2) e accordi internazionali con le amministrazioni fiscali estere (FATCA e Common Reporting Standard) che saranno progressivamente disponibili. Nel provvedimento della Orlandi, poi, vengono anche fissate le modalità di acquisizione dei dati anagrafici che arrivano dai Comuni che, dopo sei mesi della richiesta di iscrizione all'Aire, devono comunicarli in base alla convenzione stipulata con il Ministero dell'Interno. I criteri delle liste selettive sono talvolta anche intuitivi. Si guarda all'intestazione di contratti di utenze attive per elettricità, gas e telefono, alla disponibilità di veicoli, alla titolarità di partita Iva e la residenza degli altri membri del nucleo familiare ma anche il versamento di contributi a collaboratori domestici, la titolarità di cariche sociali, l'apetura della partita Iva in italia, l'utilizzo di operazioni rilevanti ai fini dello spesometro. Ovviamente l'operazione arriva mentre è stata riaperta la procedura per la voluntary disclosure.
Quindi tra i criteri usati ci saranno anche la verifica di movimenti di capitale da e verso l'estero, le informazioni sui patrimoni immobiliari e finanziari detenuti all'estero (i cui dati arrivano tramite gli incroci di dati internazionali) e la mancata adesione alla procedura di ''collaborazione volontaria'' per regolarizzare capitali finanziari all'estero. Questo è più facile visto che dal 2017, in base al common reporting standard, ben 53 Paesi si sono impegnati a cambiare informazioni sui contribuenti in base al Common Reporting Standard e altre 47 si attiveranno dal 2018 in base al cosiddetto Facta, con criteri fissati per i conti detenuti negli Stati Uniti.
Caro Sbertan, ottima informazione.
Sottolineo però che la " voluntary disclosure" non riguarda i pensionati tassati regolarmente nei paesi esteri, come quindi anche in Portogallo ( ricordiamoci sempre che il RNH altro non è che residente portoghese soggetto al fisco di tale paese, con un'agevolazione interna che permette di non pagare le tasse allo stato, al pari delle esenzioni che talvolta vengono concesse a determinate categorie piuttosto che ad altre).
Per cui siate tranquilli sui controlli, ma comportatevi bene e rispettate la legge.
Un buon fine settimana
Maurizio
mi sembra evidente che residenza é residenza quindi la regola, ovunque, é
6 mesi piu' un giorno
sconsiglio di passare con residenza portoghese 8 mesi in Italia perché i controlli ci sono e ce ne saranno sempre di piu e sempre piu' sofisticati': il fisco cerca di arginare la fuga
quindi con i mezzi a disposizione i controlli sono facilissimi e i furbetti che abitassero piu' di sei mesi in Italia si farebbero beccare (consumi energetici, carte di credito, telefoni, conti bancari) quasi certamente a meno di vivere come dei ricercati alla Provenzano pagando solo cash, comunicando con pizzini, con conseguenze pesanti ed immaginabili
parafrasando la Sig.ra May,
Brexit is Brexit,
Exit is exit
Salve, io sn una pensionata italiana residente nn abituale in Portogallo da febbraio 2016, ho trascorso i miei 6 mesi e più ad albufeira, dove risiedo.. Ora io vorrei sapere, per pura curiosità, come vengono effettuati i controlli di verifica dall agenzie delle entrate. Grazie
Saluti luisa
La tua domanda Luisa è pertinente ed interessante, è lo stesso dubbio che ho pure io.
Qualcuno dice che effettuano controlli sulle utenze italiane, ma non so se questo può bastare : ipoteticamente ogni mese potrei vivere 17 giorni in Portogallo e 13 in Italia, nel mio caso molto più realisticamente per alcuni giorni della settimana mio figlio che insegna in diverse località della provincia per comodità di spostamenti si appoggia ancora a casa mia come faceva quando ero residente in Italia, per cui i consumi continuo ad averli, ovviamente in misura inferiore.
Molto probabilmente un'informazione utile potrebbero trovarla nei movimenti bancari.
Io a scanso di equivoci conservo tutti gli scontrini fiscali che mi rilasciano in Portogallo, trascorro qui dai 8 ai 9 mesi all'anno dovrei stare tranquillo ma non si sa mai, spero che in caso di controlli questo accorgimento possa bastare. Chissà.
E' utile fare così:
NON avere utenze a sè intestate in ITALIA
NON avere flussi finanziari da PT a propri conti in ITA che dovrebbero essere ridotti al minimo (centro d'interessi)
GESTIRE oculatamente gli utilizzi bancomat PT in ITA e ITA in ITA
Personalmente nel caso intesterei le utenze al figlio, cambia poco e nulla il costo da RESID. 1A CASA a NON RESID.
Premesso che le regole vanno in genere rispettate, non comprendo i termini della questione. Premesso anche che non sono uno che " ha paura della propria ombra ", trovo che controlli e verifiche, sulla base delle normative a me note, siano impossibili da fare. Il " sistema " portoghese per ovvi motivi, ha ottime ragioni per non farlo ( qualche decimale di PIL piuttosto importante in quel tipo di economia ma soprattutto .... i 6 mesi sono fuori dall'Italia e NON in Pt ). Quindi legittimati a eventuali verifiche sono organismi italiani che, quindi, dovrebbero venirmi a cercare per 6 mesi, tutti i giorni e ... riuscire a trovarmi. Mi viene da ridere. Le mie utenze rstano mie. Quando torno a casa in Italia vorrei poter accendere la luce e scaldare l'acqua per il caffe. Il bancomat ?? Dovrei stare attento a non fare piu' di 180 ( o quanti giorni sono ) prelievi quotidiani e poi .... ha un pin e non una firma ( capisc'amme' ), i cellulari di tutta la famiglia, per varie ragioni, sono tutti intestati a me. Che facciamo ?? SI potrebbe continuare per delle ore e non senza una adeguata dose di ironia. In genere quando non si può " controllare " per reprimere, si gioca la carta del " terrorismo psicologico ". C'e' pure chi ci crede. Santa ingenuità !!! Mah !!!!!
Sinceramente non capisco perché fasciarsi la testa in anticipo. Mi spiego, se sono stato residente in Portogallo per più di 6 mesi, se ho le ricevute che dimostrano che ho soggiornato in Portogallo in questo periodo, se ho conto corrente portoghese movimentato, se ho le utenze della casa in Portogallo che dimostrano la mia permanenza, per quale motivo il fisco italiano dovrebbe disturbarmi e perdere il suo tempo con me ? Io ho ricevuto dal fisco ,per tre volte negli anni scorsi, richieste dei documenti che attestavano le mie spese mediche ,ECC., per le detrazioni della dichiarazione dei redditi. Le ho spedite ed è finita lì. Non possono assumere atteggiamenti persecutori, perché poi basta un legale e finisce tutto. Se questa discussione e per togliersi delle curiosità va bene, ma se sono vere preoccupazioni, le ritengo eccessive. Io lascerò utenze e conti correnti in Italia perché non sto fuggendo, e poi se il mio centro di vita è in Portogallo dubito che mi porranno problemi e se lo faranno ci sono sempre i tribunali per decidere e valutare le prove a suppprto della verità.Luigi
Ovviamente ci sono regole da rispettare, come quella di dire alla banca che si risiede all'estero, e quindi cambia la tipologia di conto corrente, ma ci sono anche vantaggi, come quello di non pagare, o pagare diversamente le tasse su plusvalenze ed interessi maturati. Comunque questi temi sono ampiamente documentati dall'agenzia delle entrate con documenti specifici. Guida fiscale per i residenti all'estero.
Luigi, scusa se ti correggo ma .... scrivi " ... se sono stato residente in Portogallo per più di 6 mesi ... ". Sempre sulla base della normativa a me nota, questo non mi appare corretto. La regola vuole ( dovrebbe volere ?? ) piu' di 6 mesi fuori dall'Italia. Quindi paradossalmente 15 giorni in Portogallo, 2 mesi negli USA ( e getta ), 3 mesi in Germania, 20 giorni in Svezia e tutto dovrebbe essere OK.
Dove sbaglio ??
fiscoetasse.com/blog/doppia-residenza-fiscale-la-condizione-di-resident-but-not-domicilied/
“Doppia” Residenza fiscale: criticità condizione di “resident but not domicilied”.
Con la recente pronuncia n. 5382, depositata in data 04.04.2012, i Giudici di legittimità della V sezione sono tornati a pronunciare sulla residenza fiscale delle persone fisiche confermando, in sostanza, l’orientamento giurisprudenziale consolidato circa il rilievo determinante di elementi di fatto connessi alla sfera degli interessi privati del contribuente.
L’iscrizione all’Aire ha ormai (e definitivamente) assunto una valenza marginale a vantaggio del “luogo in cui il soggetto gestisce i propri interessi vitali in modo riconoscibile dai terzi (cfr. Cass., sez. V, sentenza n. 5382 depositata il 04.04.2012)”.
In non poche circostanze però è possibile che la sussistenza di un duplice requisito formale, qui richiamando rispettivamente la condizione di soggetto iscritto all’anagrafe dei residenti all’estero e la condizione di “residente” per la legge di un altro stato, induca a credere di essere al riparo dall’accertamento sulla condizione di residente nel territorio italiano.
L’assunto ora esposto è da confermare quanto alla natura di mera credenza poiché il vaglio sulla qualità di residente, ai fini fiscali, è oggi improntato su un criterio di prevalenza quantitativa e qualitativa degli interessi personali del soggetto accertato presenti in un determinato paese piuttosto che in un altro.
In queste circostanze, alla luce della difficoltà di un utilizzo immediato delle disposizioni contenute nelle convenzioni contro le doppie imposizioni, tornerà più che mai utile l’esame di tutte le circostanze di fatto che permettano di collegare un soggetto ad un determinato territorio ma che necessariamente saranno ridotti a legami di carattere personale, tali da giustificare l’attaccamento ad un dato territorio (come per altro ribadito dalla giurisprudenza comunitaria Caso C –262/99 che ha interpretato in modo estensivo il dettato dell’art. 4, par. 2, lett. a), del mod. di convenzione Ocse contro le doppie imposizioni – conformemente numerose pronunce della Cassazione).
In questi casi di doppia residenza, pertanto, resta concreto il rischio di una ripresa fiscale che sia orientata a derimere il conflitto ad integrale vantaggio di una sola delle realtà impositive in causa.
infoinsubria.com/2011/09/residenza-in-svizzera-famiglia-in-italia/
Residenza in Svizzera, famiglia in Italia 22 settembre 2011 – 18:05
Deve dichiarare al fisco italiano i redditi realizzati in Svizzera una persona che risiede in Svizzera (permesso B), è iscritta all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) e vive 183 giorni fuori dall’Italia, se moglie e figli risiedono in Italia fuori dalla zona di 20 km dal confine?
L’articolo 2 del Testo unico sulle imposte sui redditi (Tuir) statuisce che “Ai fini delle imposte sui redditi si considerano residenti le persone che per la maggior parte del periodo di imposta sono iscritte nelle anagrafi della popolazione residente o hanno nel territorio dello Stato il domicilio o la residenza ai sensi del codice civile.” Di conseguenza chi vive all’estero per almeno 183 giorni l’anno per il fisco italiano è un “non” soggetto fiscale.
Non si può però escludere che la divisione del nucleo familiare, se pur consentito, rafforzi la presunzione del fisco italiano in merito alla vera residenza.
L’iscrizione all’Aire è requisito formale necessario, ma non sufficiente.
L’Agenzia delle entrate potrebbe decidere un’accertamento, argomentando che il suo centro degli affetti sia presso sua moglie, e quindi ritenere che la sua residenza in Svizzera abbia lo scopo di eludere l’obbligo di pagare le tasse in Italia.
Oltretutto risiedendo in un paese black-list, l’onere di provare che lei non si trovi in Svizzera solo per pagare meno tasse incomberebbe su di lei.
Qualora l’agenzia delle entrate accertasse un contribuente per tali questioni, e se il contribuente, in prima battuta, pur esponendo le proprie ragioni non ottenesse l’annullamento dell’accertamento, potrebbe difendersi presentando un ricorso alla commissione tributaria competente.
La questione, come nella maggior parte dei casi, verrebbe dunque discussa davanti ad un giudice tributario, al quale si dovrà presentare la documentazione inerente all’assenza dall’Italia per 183 giorni (contratto d’affitto, fatture gas, elettricità, ecc.) e alle ragioni per questa situazione (lavoro).
(ringraziamo per i suggerimenti lo Studio*)
Motivo : *oscurato per ragioni pubblicitarie
Una preghiera ... NON è terrorismo, sono solo casistiche inerenti alle metodologie utilizzate da GIURISPRUDENZA E FISCO.
Se e solo SE ... si è sorteggiati per un controllo ... POTREBBERO configurarsi queste casistiche.
E' solo bene saperlo ovvio che se uno riduce al minimo gli "appigli" in caso si sia sorteggiati , l'accertamento potrebbe non "partire" se invece si può dare loro l'impressione di essere attaccabili ... LO FARANNO a prescindere dalle nostre (vostre) buone ragioni, tanto il divertimento poi è nostro.
Non sono pauroso ma sicuramente molto meticoloso, e sulle utenze, cellulari compresi, non vario la mia posizione ... e pure sui conti ....
Bisogna ridurre al minimo ... il centro d'interessi deve essere altrove !
per Fabio57
Non sbagli difatti.
Tornando sul tema non ho ancora trovato le circolari che trattano il discorso della CONTINUITà dei 183 gg fuori da Italia.. che credo di avere letto siano solo per TUNISIA.
Per gli altri paesi sarebbe prevista la CONTINUITà dell'assenza dall' Italia.
In Ag. Entrate hanno queste circolari attuative.
Se qualcuno riesce a citarla ben venga.
Giochiamo
" ... al quale si dovrà presentare la documentazione inerente all’assenza dall’Italia per 183 giorni (contratto d’affitto, fatture gas, elettricità, ecc.) e alle ragioni per questa situazione (lavoro) "
Direi che purtroppo per la legalità ( che va sempre rispettata ed anche in questo caso ) contratto di affitto, fatture utenze e quant'altro di similare non certificano alcunche'. In primo luogo perche non possono univocamente e incontrovertibilmente certificare la presenza in un luogo ma poi, ribadisco, la norma non mi impone un luogo bensi' un " non luogo " ( 6 mesi NON in Italia ) e, realisticamente, non posso fare contratti utenze in USA per i 3 mesi in cui sono li o per i 20 giorni in Scandinavia a pescare salmoni ( honi soit qui mal y pense ).
Ma la cosa piu' " bislacca " se mi e' consentito il termine è la dichiarazione " delle ragioni per questa situazione ". Beh .... li c'e' una sola risposta S.C.M. ( acronimo per Sono Affari Miei. So che una lettera non corrisponde ma .... siamo ragazzi di fantasia ) e poi ... ricorreremo in Commissione Tributaria.
Mero terrorismo per chi ha paura anche della propria ombra poi casi particolari e singoli possono sempre accadere ma questo e' un raginamento meramente accademico
Fabio mi riferivo al periodo all'estero per più di 6 mesi, ho scritto in Portogallo perché l'altro Fabio aveva accennato alla sua permanenza in Portogallo per 8-9 mesi. In realtà nel documento dell'agenzia delle entrate e' scritto : ai fini delle imposte sul reddito sono considerati non residenti coloro che non sono iscritti nelle anagrafi comunali dei residenti per la maggior parte del periodo di imposta, cioè per almeno 183 giorni. Poi la frase prosegue. Quindi non viene specificato dove si passa il tempo ma solo che non si vive più in Italia per quel periodo. Ciao, luigi
Per la continuita' riguardo la Tunisia ti posso quasi certamente assicurare che non esiste. Ne parlavo proprio ieri con il mio vicino di casa ( nome abbastanza noto ) che è residente in Tunisia ( ex diciamo ... dipendente pubblico ) e ... i suoi periodi se li fa frazionati anche se tempo bello, sole e mare ..... altro che 180 giorni !!!!!
Beh .. Fabio ... sai che siamo in Italia e le sentenze della Cassazione per quanto bislacche (vedi sopra) fanno tendenza e sono poi utilizzate a cascata dagli enti governativi.
Io poi non ci penso proprio a rispondere loro SCM anche se qualche volta ho preteso che venisse indicato (per esteso !) sulla motivazione del prelievo fatto in CONTANTI in banca.
Alla fine il sistema non lo cambi .. è meglio "assecondarlo" .. cavalcando l'onda senza essere travolti.
per Fabio
difatti sulla Tunisia ero certo .. è sulla continuità per il PORTOGALLO ..che vorrei sapere.
Il mio è solo un parere ma non trovando riscontri considero obbligatoria la CONTINUITà nell'assenza.
Se qualcuno ha informazioni (documentate) prego comunicarle.
Ma io sono completamente daccordo. Ma continuando a giocare, paranoicamente quello che dico puo' essere letto nei due sensi e cioe' potrebbe essere usato contro di te. Utenze ?? Non dimostrano niente. Contratto di affitto e allora ?? Mica stai ai domiciliari !!!
Quindi resto della mia idea. Terrorismo. Quanto poi a girare con biancheria intima metallica .... figurati !!!!
Ciao
P.S.: Credimi sulla parola ma .... qualche S.C.M. detto a brutto muso anche in sedi .... diciamo .... particolari ... risolve qualcosa.
io sono un ottimista ma con 1scm si risolve ben poco .....con gli avv. forse
Una cosa non esclude l'altra
SBERTAN ha scritto :https://www.fiscoetasse.com/blog/doppia-residenza-fiscale-la-condizione-di-resident-but-not-domicilied/
“Doppia” Residenza fiscale: criticità condizione di “resident but not domicilied”.
Con la recente pronuncia n. 5382, depositata in data 04.04.2012, i Giudici di legittimità della V sezione sono tornati a pronunciare sulla residenza fiscale delle persone fisiche confermando, in sostanza, l’orientamento giurisprudenziale consolidato circa il rilievo determinante di elementi di fatto connessi alla sfera degli interessi privati del contribuente.
L’iscrizione all’Aire ha ormai (e definitivamente) assunto una valenza marginale a vantaggio del “luogo in cui il soggetto gestisce i propri interessi vitali in modo riconoscibile dai terzi (cfr. Cass., sez. V, sentenza n. 5382 depositata il 04.04.2012)”.
In non poche circostanze però è possibile che la sussistenza di un duplice requisito formale, qui richiamando rispettivamente la condizione di soggetto iscritto all’anagrafe dei residenti all’estero e la condizione di “residente” per la legge di un altro stato, induca a credere di essere al riparo dall’accertamento sulla condizione di residente nel territorio italiano.
L’assunto ora esposto è da confermare quanto alla natura di mera credenza poiché il vaglio sulla qualità di residente, ai fini fiscali, è oggi improntato su un criterio di prevalenza quantitativa e qualitativa degli interessi personali del soggetto accertato presenti in un determinato paese piuttosto che in un altro.
In queste circostanze, alla luce della difficoltà di un utilizzo immediato delle disposizioni contenute nelle convenzioni contro le doppie imposizioni, tornerà più che mai utile l’esame di tutte le circostanze di fatto che permettano di collegare un soggetto ad un determinato territorio ma che necessariamente saranno ridotti a legami di carattere personale, tali da giustificare l’attaccamento ad un dato territorio (come per altro ribadito dalla giurisprudenza comunitaria Caso C –262/99 che ha interpretato in modo estensivo il dettato dell’art. 4, par. 2, lett. a), del mod. di convenzione Ocse contro le doppie imposizioni – conformemente numerose pronunce della Cassazione).
In questi casi di doppia residenza, pertanto, resta concreto il rischio di una ripresa fiscale che sia orientata a derimere il conflitto ad integrale vantaggio di una sola delle realtà impositive in causa.
Salve Sbertan,
ho letto velocemente.
Ricorda che "resident but not domicilied" non può riguardare la condizione del residente non abituale, detto anche residente fiscale in Portogallo con successiva agevolazione.
Tutti coloro che hanno avuto, sono in corso, o avranno il beneficio in questione, dovranno essere necessariamente sia residenti sia domiciliati.
È fondamentale tenere a mente sempre questo aspetto.
Una buona serata.
Maurizio
Ciao Maurizio,
era solo per citare le metodologie di giudizio operate dai Cassazionisti in merito alla valutazione , al di là del caso specifico, della RESIDENZA FISCALE.
".......... residenza fiscale delle persone fisiche confermando, in sostanza, l’orientamento giurisprudenziale consolidato circa il rilievo determinante di elementi di fatto connessi alla sfera degli interessi privati del contribuente.
L’iscrizione all’Aire ha ormai (e definitivamente) assunto una valenza marginale a vantaggio del “luogo in cui il soggetto gestisce i propri interessi vitali in modo riconoscibile dai terzi (cfr. Cass., sez. V, sentenza n. 5382 depositata il 04.04.2012)................ "
Per me le utenze rimaste in Italia .... era l'esempio di un post sopra ... utilizzate dal figlio (??? )
lecite per carità ma non opponibili in sede di lite, costituiscono scoglio difficilmente difendibile anche alla luce della CONTINUITA' per me obbligatoria della dovuta assenza dall'italico suolo cioè i famosi 183gg .
I controlli non vengono fatti sistematicamente, non è possibile, sono fatti a CAMPIONE.
Il fatto che non si sia mai stati contattati non significa che si sia passato il "controllo", semplicemente non si è stati sorteggiati.
Il problema POTREBBE sorgere in caso di SORTEGGIO (chiamiamolo così) .... tutto qui.
L'onere della prova mi sembra di ricordare che spetti a NOI e non al Fisco.
Quindi sono problemi che non voglio avere, operando al massimo della tutela e non escludendo a priori il rischio.
Lungi da me il voler fare del terrorismo, veramente.
Un salutone a tutti/e
Stefano
Attenzione che, per fruire di quel tipo di "assistenza" cioè di percepire qualche FONDO straordinario italiano, non sia previsto a monte il requisito di residenza in Italia...
SBERTAN ha scritto :Hahhha -- - detto sa Lei è un complimento gradito, GraZIE.
Per inciso sono stato all 'INPS per quel mio famoso interpello in merito alla gestione delle somme quale esodato.
Risposta di massima POSITIVA, cioè INPS si rende disponibile ad inviare le somme LORDE anche come accrediti VOCRED che sarebbe la stringa con la quale accreditano gli importi del FONDO DI SOLIDARIETA' per i bancari.
Gli importi sono soggetti a tassazione SEPARATA con aliquota personale calcolata e gestita da datore di lavoro erogante, che poi passa l'informazione all INPS che di fatto è solo ente pagatore.
QUINDI domanda di accredito al lordo da farsi al DATORE DI LAVORO con indicazione di conto iban PTXXXXXXXXXXX .
Serve solo la conferma da parte dell'ufficio del Personale,
Prossimamente lo sapremo (ete).
Poi bisogna vedere se Ag.Financas vorrà considerare le somme quali NON TASSABILI e concedere lo status di RNH.
Al caso potrei risentirLa privatamente per un elenco di avocados disponibili per la richiesta preventiva ad ag. financas .
A presto
Stefano
No .... vale solo peri SUSSIDI di disoccupazione e per ad esempio gli assegni di accompagnamento
Buongiorno, i miei genitori vorrebbero ottenere la pensione lorda trasferendosi in Portogallo. Leggendo dai vostri post precedenti non è obbligatorio risiedere in Portogallo per i 6 mesi. Potrebbero per esempio trascorrere 6 mesi in Italia 1 o 2 mesi in Portogallo e 4 o 5 mesi in Andalusia dove vivo io ottenendo la pensione integra come RNH in Portogallo? Se tutto ciò fosse possibile dovrebbero solo fittare una casa durante tutto l'anno intestandosi acqua,luce,gas ecc. in Portogallo o è necessario anche fare tutti i documenti li'?
Grazie
E' obbligatoria l'"assenza" dall' Italia per 183 gg CONTINUATIVI.
In Portogallo la presenza di 183 gg potrà essere non continuativa.
In pratica i controlli saranno difficili ... per i portoghesi.
Se la casa piuttosto che affittarla la si compera .... si dà per evaso l'obbligo di permanenza di 183gg (non continuativi) in PT
Cordiali saluti
Grazie per la risposta, quindi se i miei comprano casa in Portogallo e la cointestano, possono vivere tutto il tempo che vogliono fuori dal Portogallo (ovviamente non tutto il tempo in Italia) anche in caso di eventuali e futuri controlli?
La casa può essere cointestata per fare in modo che nessuno dei due sia obbligato a vivere in Portogallo ricevendo entrambi l'intera pensione? Grazie mille
Si può fare meglio ......
Acquistano casa intestandola a Lei e riservandosi l'usufrutto.
Le la dichiarerà nella sua dichiarazione come nuda proprietà, che VALE MENO in quanto scorporata del valore dell'usufrutto.
Ci sono tabelle in tal senso.
Si eviteranno futuri costi di registro per re-intestazioni ereditarie.
Oppure proprietà piena a Lei e comodato gratuito REGiSTRATO a favore dei genitori.
Ma lei pagherebbe di più in tasse annuali e come valore immobile....... sul livello delle tasse è da verificare in base alla sua posizione "spagnola" ...... e qui mi fermo.
In Portogallo hanno l' IMI per le proprietà (come la nostra IMU) e se è la tua residenza ci sono regole di esenzione anche in PT, addirittura come spese di acquisto.
Se acquistassero la proprietà già abitabile all'atto o meglio qualche settimana dopo aver fatto il trsferimento in terra Portoghese e destinandola a loro PRIMA RESIDENZA avranno benefici di tassazione sull'acquisto .... da verificare con qualsiasi agenzia immobiliare.
Cordiali saluti
Grazie ancora per la risposta, ho letto pero' che non è possibile percepire l'intera pensione per tutti i pensionati ma solo per quelli inps. Di conseguenza mio padre che lavorava nelle Forze Armate e mia madre insegnante non possono godere di questo vantaggio? Grazie
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