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Shock culturale inverso quando lasci il Portogallo

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Francesca

Buongiorno a tutti e a tutte,

Avete mai sentito parlare dello shock culturale inverso?
Con questo termine si definisce la fase di riadattamento alla propria cultura d’origine dopo aver vissuto all’estero, nel vostro caso in Portogallo. Approfondiamo questo argomento, in base alla vostra esperienza, specificando che mi rivolgo anche a chi lascia temporaneamente il Paese di espatrio per tornare a casa in vacanza.

Dopo la vostra esperienza di vita in Portogallo, quanto ci avete messo per riadattarvi alla cultura d’origine?

Vi è mai capitato di sentirvi fuori luogo o incompresi, e in quali circostanze? Dal punto di vista linguistico, avete avuto la sensazione di aver perso fluidità nella vostra lingua madre?

A livello culturale, quali sono le principali differenze tra il Portogallo e il vostro Paese natale?

Il rimpatrio passa attraverso varie tappe, tra cui un periodo di crisi, una fase di aggiustamento e una fase di riadattamento e accettazione. Avete vissuto questi momenti e come li avete superati?

Come vi siete sentiti al momento di lasciare il Portogallo? Qual era il vostro stato d’animo?

Grazie in anticipo per la condivisione,

Francesca
Team Expat.com

DI52
@Francesca Buongiorno!
Devo dire che, tornata a Milano per un breve periodo, mi sono sentita a disagio. Vivo a Braga e non ero più abituata a:
- dover fare continua attenzione ai miei effetti personali
- girare in lungo e largo prima di trovare un parcheggio
- sentirmi dare del tu in qualsiasi esercizio commerciale
- notare maggiormente la sporcizia delle strade
- provare un senso di "stanchezza" fisica/psichica per le tante persone in giro
- trovare "strano" bere il caffè in piedi in un "piccolo" Bar
- dover cercare una panetteria per comprare il pane
- pagare € 68 per una manicure e pedicure "normali" con  smalto lucido

Avrei da aggiungere  altro ma è quasi tutto in negativo. Di positivo a Milano , ho trovato ancora più efficiente la rete dei trasporti pubblici e l'abbellimento di diverse aree. Non è stato sufficiente però a non farmi sentire felice di ritornare a casa, a Braga.
Francesca
@ DI52: Buongiorno a te e grazie mille per la testimonianza, mi ha fatto piacere ricevere il tuo riscontro!

Un saluto 1f642.svg
ls4giovanni
Io in IT passo il periodo estivo in un piccolo centro di 1800 abitanti sparsi in 4 centri e tante cascine. Quindi non ho trovato differenza sul piano del flusso di persone.
Tuttavia mi manca:
- la gente che incroci per strada che saluta. In IT sembrano tutti oppressi, per non usare un termine diverso.
- la pulizia delle strade, dei marciapiedi e la educazione ambientale
- il traffico caotico italico contro quello ordinato, silenzioso e tranquillo in Algarve.
Oltre ovviamente al clima, al mare alla sensazioni di libertà
Non vedi l'ora che arrivi settembre per tornare a casa in Algarve. 1f600.svg
Francesca
@ ls4giovanni > Grazie! 1f642.svg
alexmarti
Io non ho sento nessun shock inverso. Forse perché faccio avanti e indietro varie volte, e vado anche da altre parti, (ho passato due mesi in australia in primavera). Tutti i paesi hanno i suoi pregi e i suoi difetti, non esiste il paese ideale. Dipende molto da come si vuol guardare, dalle proprie sensibilità, dai luoghi in cui si vive. Ma una cosa bisogna riconoscerla all'Italia, la sua cucina, il pane, la pasticceria. Per quelle torno sempre volentieri.

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