La vita di un espatriato è un costante alternarsi di alti e bassi. Lavorare e vivere all'estero offre opportunità uniche di crescita personale, professionale e di immersione culturale. Ma il percorso è anche costellato di sfide: emotive, finanziarie e personali. Cosa dovrebbero fare gli espatriati per trovare un equilibrio? Ed è possibile raggiungerlo?
Un recente studio di Cigna Healthcare rivela qualcosa che probabilmente la maggior parte degli espatriati sa già: la quasi totalità ha una vita stressante ed è incline a soffrire di burnout (stato di stress cronico causato dal lavoro). Ma non ci sono solo cattive notizie. Gli espatriati infatti si classificano in cima alla classifica per livello di vitalità, che li aiuta a superare più velocemente lo stress.
Perché gli espatriati sono più stressati?
Lo studio mostra che il livello di stress degli espatriati è dell'86% e quello del burnout è del 96%. I livelli di stress variano a seconda del luogo di residenza, con Singapore e Hong Kong in cima alla classifica (rispettivamente 89% e 91%). L'Europa, invece, risulta essere la zona meno stressante
Lo studio identifica anche i principali fattori di stress tra gli espatriati, che sono:
Difficoltà economiche
Lo stress a livello finanziario può presentarsi sotto diverse forme quando si vive all'estero. Gli espatriati devono adattarsi a nuove valute, tassi di cambio, normative bancarie e fiscali e altro ancora. Anche abituarsi a un nuovo costo della vita richiede flessibilità e attenzione.
Marina e Pavel si sono trasferiti ad Antalya, in Turchia, due anni fa. Proprio quando si erano ambientati nella casa nuova, l'inflazione ha colpito, accompagnata da un sostanziale aumento dei prezzi della maggior parte dei beni e dei servizi. “Le nostre uscite si sono triplicate da un giorno all'altro. Il padrone di casa ha alzato immediatamente l'affitto, quindi non abbiamo avuto il tempo di organizzarci. Mentre cercavamo di fronteggiare questa situazione, le tasse scolastiche dei figli (per il semestre successivo) sono aumentate. Ci siamo trovati in una posizione molto stressante e abbiamo dovuto chiedere aiuto agli amici”.
Nostalgia di casa
Per quanto gli espatriati possano essere abili nell'adattarsi, spesso non si può fare a meno di sentire la mancanza di casa. Sebbene possa iniziare come una malinconia di fondo, la nostalgia di casa può presto trasformarsi in una insoddisfazione generale nei confronti della nuova destinazione. Questo porta a sentimenti di rabbia e fastidio, che aumenta i livelli di stress.
Difficoltà a trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata
Trasferirsi all'estero significa spesso che gli espatriati devono accettare le regole del gioco. Se la cultura del lavoro nella nuova destinazione richiede orari più lunghi, dovranno adattarsi e modificare le loro abitudini. Inoltre, quando vivono all'estero, gli espatriati hanno probabilmente ulteriori responsabilità legate all'organizzazione e alla gestione della nuova vita. Queste attività sottraggono tempo alla casa, alla famiglia e al tempo libero.
Problemi di accesso all'assistenza sanitaria locale
La maggior parte delle pubblicazioni sulla mobilità degli espatriati sostiene che familiarizzare con il sistema sanitario locale è la prima cosa da fare in una nuova destinazione. Consigliano anche la stipula di una copertura sanitaria internazionale, soprattutto nelle fasi iniziali del trasferimento. Non sapere a chi rivolgersi in caso di emergenza, o avere a che fare con spese mediche esorbitanti, può essere una delle principali cause di stress.
Alina si è trasferita in Georgia per conto della sua azienda. “La prima settimana a Tbilisi sono stata morsa da un cane randagio. Non sapevo assolutamente dove andare o cosa fare. Non avevo ancora l'assicurazione e non avevo idea dei costi. Alla fine mi sono presa una settimana di ferie per risolvere il problema... è stato un momento così stressante da farmi riconsiderare il trasferimento”.
La ricerca della casa
Cercare casa è stressante, a prescindere dal luogo dove ci si trova. Ma se si aggiungono un ambiente sconosciuto, la barriera linguistica, costi imprevisti e la mancanza di informazioni certe sulle procedure da seguire, i livelli di ansia possono salire in maniera esponenziale.
Ambiente di lavoro
Anche le sfide legate al lavoro giocano un ruolo importante: lo stress lavorativo è particolarmente elevato a Hong Kong e nella Cina continentale.
Julia vive e lavora a Shenzhen da oltre dieci anni e, secondo la sua esperienza, lo stress sul lavoro è costante. “Lavorare in Cina è diverso di ogni altro posto. Il concetto di equilibrio tra lavoro e vita privata qui non esiste. È vero, lavoro in un edificio molto bello che ha una palestra, una piscina, un campo da tennis. Io e i miei colleghi rimaniamo quasi tutti i giorni oltre l'orario di lavoro e lasciare l'ufficio alle 17.30 è impensabile. Poi c'è la barriera linguistica e il fatto che qui molte cose vengono gestite diversamente. Per questo sono costretta a fare sempre delle riunioni, per evitare fraintendimenti".
Il burnout
Il burnout è un altro motivo di preoccupazione. In linea generale, lo stress è il principale responsabile di questa sindrome, ma ci sono anche altri fattori che possono contribuire al raggiungimento di alti livelli di stanchezza.
In primis, gli espatriati possono sentirsi obbligati a dover dare di più sul lavoro, quando si trovano all'estero. Se sono stati trasferiti dall'azienda, potrebbero avere obiettivi specifici da raggiungere e scadenze predefinite. Se sono stati assunti dopo il trasferimento, potrebbero dover costantemente dimostrare di essere degli esperti nel loro settore. Inoltre, dato che gli stipendi degli espatriati sono spesso più alti di quelli locali, dovranno dimostrare continuamente il loro valore, il che può contribuire al burnout.
In secondo luogo, l'esaurimento sul lavoro può essere aggravato dalle difficoltà incontrate nella gestione della vita privata. Gli espatriati devono destreggiarsi tra la burocrazia, la cultura, la lingua, i costumi, la lingua, e le abitudini nel Paese di espatrio. Ciò significa che il loro tempo al di fuori del lavoro non è necessariamente libero. Affrontare le sfide sul lavoro e quelle nella vita privata può essere estenuante.
Se gli espatriati si trasferiscono con la famiglia, potrebbero anche dover aiutare i loro familiari ad adattarsi alla nuova vita. Il compito, che porta via tempo, richiede energie.
Da ultimo, c'è il senso di incertezza. Le preoccupazioni relative all'avanzamento di carriera, alla stabilità del lavoro e alle prospettive a lungo termine nel nuovo Paese possono contribuire all'ansia e al burnout.
Perché gli espatriati gestiscono meglio lo stress e il burnout
Anche se gli espatriati sono più stressati, ottengono un punteggio di vitalità elevato, come precisato all'inizio dell'articolo. La vitalità misura la capacità di una persona di affrontare la vita quindi, anche sotto tensione, gli espatriati hanno i mezzi per reagire. Gli espatriati sono in grado di gestire meglio le situazioni difficili e, quando vanno incontro al burnout, adottano le giuste strategie per uscirne.
Mikhail lavora in una delle città più stressanti del mondo, Hong Kong, e in un settore ad alto stress, la finanza. “Credo che lo stress del mio lavoro mi segua ovunque vada. Con il trasferimento, la situazione non è peggiorata, si è fatta più interessante. Qui, ogni volta che il lavoro mi mette sotto pressione, esco dall'ufficio, vado a fare due passi a Victoria Harbor e mi mangio qualcosa di buono".
Sembra che il cambio di ambiente e di prospettive aiuti gli espatriati a superare lo stress da trasferimento e da lavoro. Una ricerca della New York University e dell'Università di Miami dimostra infatti che vivere esperienze nuove e diverse è direttamente collegato a emozioni positive e a livelli di felicità più elevati.
Quando tutto ciò che ti circonda suscita curiosità - da un sagra paesana a una pietanza - la vita, per quanto complicata, può sembrarti un'avventura continua. Gli espatriati hanno la possibilità di sfruttare il potere della novità e di trasformare le sfide di tutti i giorni in imprese avventurose.
Gli espatriati sono soliti immergersi in diversi contesti sociali. Sebbene debbano rinunciare alle reti di supporto in patria, hanno la possibilità di creare nuovi legami. Ci sono forum di espatriati, incontri, gruppi di scambio linguistico e molto altro ancora. Qui gli espatriati possono sia fare nuove conoscenze sia condividere i loro problemi di vita all'estero con persone che hanno la stessa esperienza.
La flessibilità, per gli espatriati, è una strategia di sopravvivenza. Sono più abituati ai cambiamenti e agli imprevisti che si presentano lungo la strada e questa capacità di adattamento facilita la gestione dello stress.
Essere uno sconosciuto è liberatorio: questo aspetto accomuna la maggior parte degli espatriati. Non devono per forza conformarsi ai dettami e alle aspettative locali, il che equivale a meno pressione e stress. Questo distacco permette loro di ritagliarsi degli spazi tutti loro, esonerandoli dal peso delle convenzioni.
Nonostante la vita di un espatriato sia costellata di sfide, proprio queste ultime li aiutano a sviluppare meccanismi efficaci per affrontarle, tra cui alti livelli di vitalità.
Le prove che gli espatriati affrontano lungo il loro percorso sono un ottimo stimolo per la crescita personale. Essendo regolarmente esposti a nuove esperienze, hanno enormi opportunità di ampliare la loro visione del mondo e di migliorare le loro capacità di adattamento. La decisione stessa di diventare un espatriato dimostra il desiderio di avventura e di nuove esperienze. Questa motivazione interiore spesso si traduce in uno stile di vita più attivo e impegnato e, in definitiva, in una vita più soddisfacente.