Ciao Ferdinando, hai voglia di raccontarci un po' di te e dei motivi che ti hanno portato in Canada?
Ciao Francesca e un saluto a tutti voi del forum. Ho 38 anni, italiano, nato e vissuto nel sud Italia per oltre trenta anni. Dopo essermi laureato in Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio al Politecnico di Bari ho incominciato ad esercitare la professione in progetti annuali finanziati da Regione Puglia o dalla Comunità Europea. Questi progetti mi hanno dato la possibilità di costruire un più ricco curriculum vitae assieme a pubblicazioni in riviste internazionali nonché conoscere professionisti nel settore del trattamento delle acque reflue. Tali progetti erano di durata annuale mentre io, come tutti del resto, stavo cercando una occupazione stabile, possibilmente in industria. L'occasione è venuta da un mio amico di università il quale ha trovato lavoro presso una azienda americana con sede a London (Ontario, Canada). Mi ha prospettato la possibilità di collaborare con questa azienda che si occupa di disinfezione con raggi UV in acque reflue e al tempo stesso acquisire esperienza canadese tramite un percorso formativo più avanzato quale il dottorato in ricerca. Il tutto si andava a sommare ad un malessere generale che avevo circa la situazione economica/sociale italiana.
In che parte del paese ti trovi e di cosa ti occupi?
Abito a London (Ontario, Canada). Se vogliamo paragonarla ad altre città nord americane potremmo definirla un paesino. E' una città di 350,000 abitanti ed è in continua crescita. E' ubicata tra il lago Huron (a nord) e il lago Erie (a sud). Ad est, seguendo la strada 401 si arriva a Toronto (che non è la capitale del Canada come molti potrebbero pensare) percorrendo circa 2 ore e mezza di macchina. Ad ovest, seguendo la 402 vi è Sarnia (altra cittadina canadese) al confine con gli USA. La città americana più vicina è Detroit.
Attualmente sto completando un dottorato in Ingegneria Chimica e Biochimica presso l'università locale: Western University of Ontario. Ormai sono in scrittura tesi e questa è la parte più critica in quanto si devono riassumere tutti i risultati ottenuti in 4 anni di lavoro. Al tempo stesso sto lavorando con progetti Mitacs, finanziati parte dal Canada e parte dall'industria, presso l'azienda descritta nel punto precedente. In particolare mi occupo di analisi numerica (modelli previsionali) e interpretazione statistica dei dati.
Qual è stato l'aspetto più difficile da sormontare legato al trasferimento dall'Italia in Canada? Potresti raccontarci un po' la tua esperienza?
Lasciare il proprio Paese, la città nella quale sei cresciuto per tanti anni, i parenti e gli amici (poi noi del Sud siamo particolarmente legati gli uni con gli altri) è stato difficile. All'inizio del Gennaio 2011, ormai con i documenti e il visto pronti per il Canada ho intrapreso questa avventura forse un po' avventatamente. Quando sei qui in Canada ti accorgi che la maggior parte della gente che viene da altri Paesi lo fa con i genitori, o con la moglie/marito/fidanzato. Ho incontrato pochissime persone davvero che hanno deciso di fare questa esperienza da soli. Di conseguenza, un aspetto da superare è quello che viene definito "shock culturale". Dall'altra parte dell'oceano i comportamenti, le usanze e la lingua sono diversi e ciò può creare entusiasmo, all'inizio, definito come "honeymoon phase", successivamente si ha un po' paura della diversità culturale, ci si sente come un pesce fuor d'acqua. Ecco che, successivamente, la maggior parte della gente tende a fare "cluster sociali" ovvero a familiarizzare più con quelli del proprio Paese di origine. La lingua ufficiale parlata in Ontario è l'inglese. Ho studiato un po' di lingua inglese alle superiori, poco all'università (purtroppo per come viene trascurata) ma quando poi si trascorre del tempo in una terra straniera la si impara molto meglio e velocemente, specialmente in un percorso formativo quale il dottorato in una università nord americana.
Che percorso hai dovuto intraprendere per poter svolgere il dottorato in Canada?
Prima di affrontare il dottorato mi sono messo in comunicazione, tramite email, con un professore italiano che insegna alla Western University. Lui mi avrebbe potuto offrire un posto come ricercatore anche se era finalizzato alla pirolisi di residui vegetali per ottenere oli dall'alto potere energetico. Sinceramente, pur se la tematica fosse molto interessante, non era il mio campo e, successivamente, mi sono messo in comunicazione con un altro professore del dipartimento di Ingegneria Chimica e Biochimica la cui ricerca era più finalizzata al trattamento di acque (potabili, industriali, reflue) con tecniche UV, catalisi, disinfezione chimica. Collaborando con questo ultimo professore avrei avuto la possibilità di svolgere diverse internship con l'azienda prima menzionata. Una volta accettata la posizione di ricercatore ho inviato all'università canadese il mio attestato di laurea con i voti di tutti gli esami sostenuti in passato in Italia ed ho ottenuto una borsa di studio che mi avrebbe coperto tutte le spese (tuition fees). La Western University mi ha inviato una lettera di accettazione al dottorato e, con questo documento, sono andato personalmente a Roma, all'ambasciata canadese, per ottenere un permesso di studio (study permit) che mi è stato rilasciato in meno di un giorno. Con questo documento, una volta arrivato in territorio canadese, ho ricevuto dalle autorità lo study permit ufficiale.
Cosa si può fare a London nel tempo libero? Come si svolge la vita sociale?
Il campus universitario offre diversi svaghi. Uno tra i tanti che preferisco è sicuramente la palestra. E' situata molto vicina al complesso di Ingegneria ed offre attrezzi per body building, cyclette, piscina. Nel campus è inoltre presente un cinema. La sala non è grande ma può accogliere un 300 studenti proiettando film da poco usciti nei cinema americani. Il venerdì è la giornata preferita dagli studenti e di sera spesso ci si può incontrare in centro città e passare un po' di ore in qualche pub. In genere l'attività preferita dai canadesi è quello di bere birra quindi i pub sono luoghi spesso più affollati, specialmente nei fine settimana. Un problema, a mio avviso, legato alla città di London è che l'inverno dura in genere da Novembre fino ad Aprile con neve e temperature sotto zero. La gente propende in questo periodo a stare a casa o imboscarsi subito in qualche pub. E' un peccato soprattutto per me, abituato alle "passeggiate" in centro città con gli amici, andare a spasso o in bicicletta.
Quali sono i luoghi di interesse che ci consigli di visitare a London e dintorni?
London non offre moltissimo come luoghi di interesse. Sicuramente la visita al campus è tappa obbligatoria in quanto la città si basa molto sull'attività studentesca. Vi è un osservatorio nel campus, vicino al building di Ingegneria che merita di essere visitato. Fuori London vi sono molti posti da vedere ma bisogna essere muniti di automobile altrimenti ci si deve attrezzare con mezzi pubblici quali bus o treni. Per esempio vi è Toronto che può essere definita una metropoli; vi è uno zoo, un museo di storia naturale e tantissimi negozi di tutti i tipi per chi piace fare shopping. Un punto di particolare interesse è la CN Tower sempre dentro Toronto, bellissima da visitare . Per chi fosse amante della natura ci sono le cascate del Niagara al confine con gli Stati Uniti. Dista poco meno di tre ore di macchina da London.
Quali sono gli aspetti che ti affascinano di più del Canada e quali invece quelli ai quali fai fatica ad abituarti?
Sicuramente il Canada merita di essere esplorato per la sua natura incontaminata. Uno dei pochi posti al mondo dove, a mio avviso, si possono realmente osservare le foglie degli alberi cambiare colore con le stagioni. Per chi fosse nemico del freddo allora il Canada è un posto da evitare. Tutto sommato London non è una città tra le più fredde ma vi sono altre zone come in Alberta dove le temperature sono ancora più basse anche in estate. Un aspetto a cui faccio fatica ad abituarmi in Canada è la loro burocrazia, per certi aspetti un po' bigotta. Mi sono trovato alcune volte a dover andare più volte ad uffici amministrativi, riproponendo la stessa documentazione, solo perché all'impiegato/a di turno non andava bene. Inoltre, può sembrare di poco conto, faccio fatica ad abituarmi al fatto che la gente saluta sempre e in ogni modo con il sorriso (falso) chiedendo sempre "how are you?" ma accorgendosi dopo che, per loro, è solo un formalismo di poco conto.
A tuo avviso, quali sono i settori che in Canada offrono più opportunità lavorative agli espatriati e quali sono le figure professionali più richieste?
A mio avviso il Canada può offrire molto dal punto di vista lavorativo. Il problema è che più passa il tempo, più questa gente, proveniente da immigrati, sta chiudendo le porte del Paese al mondo. Ogni anno diventa sempre più difficile ottenere un visto, anche turistico, figuriamoci la cittadinanza. Ho parecchi esempi di amici (messicani, iraniani) che hanno tentato più volte di far entrare i genitori in Canada con ovvie conseguenze di denaro e tempo speso. I profili professionali più richiesti sono, in genere, elencati e classificati tra i NOC number ovvero National Occupational Classification. In questa classifica vengono inserite le figure più richieste. Il problema è che ogni anno questa lista cambia. Quello che consiglio è di acquisire prima di tutto esperienza canadese anche come volontariato. Difficilmente i Canadesi assumono gente dall'estero e la crisi economica si fa sentire anche qui per cui preferiscono dare lavoro a Canadesi o a gente straniera che ha costruito un percorso formativo in Canada (come master, dottorato, certificati di frequenza, volontariato). Personalmente noto che la figura dell'ingegnere è richiesto soprattutto se si ha esperienza nel settore del trattamento e raffinamento di petrolio.
A livello professionale, credi che il Canada ti potrà offrire qualcosa in più rispetto all' Italia? In caso affermativo, come mai secondo te?
Sicuramente ho notato che l'università in Canada è di stampo diverso rispetto a quella italiana. In Italia si passa moltissimo tempo sui libri, esami che vengono ripetuti, anche svariate volte, con uno scritto ed un orale. Sembra di stare in un tunnel dove non si vede all'inizio l'uscita né in che direzione procedere. In nord America lo studente compie il percorso universitario in 4-5 anni. Gli esami sono strutturati sempre con uno scritto finale, midterm e assignments (compiti per casa) che lo studente deve sempre svolgere e su tutti questi steps viene giudicato con un voto /100. Se lo studente ha un voto finale maggiore di 70/100 allora ha superato l'esame altrimenti dovrà sostenerlo per l'anno successivo e nei suoi transcript verrà verbalizzato il non superamento dell'esame con conseguenze negative per una buona prospettiva lavorativa. Quindi inutile dire che tutti gli studentiin un modo o nell'altro sono "costretti" a studiare al meglio che possono. Inoltre ho notato, per quanto riguarda ingegneria che vi è una buona collaborazione tra università e industria. Cosa che non ho mai visto in Italia. L'industria prende studenti per un periodo di tirocinio e vi è un doppio vantaggio: gli studenti acquisiscono esperienza industriale che diventa indispensabile per ampliare il proprio bagaglio culturale, e l'azienda che, a costo relativamente basso, ha un personale giovane che può condurre ricerca. Purtroppo ho notato in Italia professori che vogliono stare in cattedra quanto più possibile prendendo stipendi d'oro e producendo poco. In Italia si va molto avanti, nella maggior parte dei casi, attraverso il passaparola o la raccomandazione. Almeno, nella mia esperienza da meridionale, noto molti colleghi che hanno trovato posti "privilegiati" ma con pochissima esperienza lavorativa, alcuni di questi li posso definire assolutamente incompetenti. In Canada conta il curriculum, le esperienze ottenute, i voti agli esami e, nonostante tutto, nei colloqui con aziende si testa il vero livello della preparazione mettendo il candidato davanti ad una ipotetica situazione lavorativa. Insomma non vi è la domanda "ma conosci qualcuno dentro l'azienda?".
Un bilancio della tua esperienza fuori Italia fin ad oggi, lo rifaresti?
"Purtroppo" sì. Il "purtroppo" è perché vedo nell'Italia, terra che ho a cuore, una barca che affonda dal punto di vista economico, politico, sociale. L'Italia è un Paese bellissimo, abbiamo una storia millenaria scritta nel nostro codice genetico, Patria di grandi artisti che ospita città bellissime dove il cibo è fantastico e copiato (male) in tutto il mondo. E' un dispiacere lasciare questa terra per andare oltre oceano in un luogo che non ti appartiene. Cionondimeno riesco a tornare di tanto in tanto nel mio sud per passare le vacanze.
Partecipa anche tu all' intervista e contattami
Partecipa