Li troviamo nel portale www.mammedicervellinfuga.com, ideato da Brunella Rallo, sociologa e mamma a distanza da molti anni.
Lanciato in rete circa un anno fa, mammedicervellinfuga.com è la community ideale per le mamme e le famiglie dei giovani che sono lontani.
Ne parliamo con la fondatrice.
Come è nata l'idea di questo sito?
mammedicervellinfuga.com nasce dall'idea di affrontare il tema dell'espatrio giovanile dal punto di vista delle loro famiglie.
Si parla tantissimo di cervelli in fuga, ci sono siti - come Expat.com - e trasmissioni destinate ad accogliere le testimonianze dei giovani italiani all'estero ma fin ora nessuno si era interessato attivamente alle famiglie di questi ragazzi. E invece, ogni volta che noi mamme di cervelli in fuga ci incontriamo, parliamo dei figli (come fanno tutte le mamme) e soprattutto vogliamo parlare di noi stesse, di come ci sentiamo, di come viviamo queste “relazioni carnali” a distanza, vogliamo scambiare aneddoti e suggerimenti, parlare di programmi non solo per il futuro ma per la settimana seguente, l'estate, Pasqua e Natale. Il tutto scandito da un “dipende se Gianni viene” oppure “dipende se andiamo da Maria”. Da qui l'idea di creare un'ampia comunità virtuale in cui i genitori a distanza possano scambiare le proprie esperienze ed i propri stati d'animo, scambiare consigli e chiedere aiuto, in una parola: sfogarsi senza soffocare i figli.
Personalmente ho pensato di mettere a disposizione delle mamme e dei papà dei cervelli in fuga l'esperienza che ho maturato in questi anni 19 anni da mamma a distanza, per aiutarli a risolvere i problemi pratici attraverso consigli e suggerimenti, ed i problemi “sentimentali” attraverso la condivisione delle mie e delle loro storie, senza mai drammatizzare.
Per questo motivo abbiamo ideato delle vignette ironiche che, disegnate in esclusiva, accompagnano le nostre storie.
Come è organizzato il portale?
«La cassetta degli attrezzi» è la rubrica principale dedicata a tutte le famiglie che non hanno ancora trovato gli attrezzi giusti per vivere – in serenità – la condizione di mamme e di papà di cervelli in fuga. Storie, aneddoti, emozioni e riflessioni e soprattutto tanta ironia (sia nei testi che nelle vignette) per la quotidianità e il futuro dei genitori dei cervelli in fuga. Una cassetta da consegnare anche a coloro che, ancora non lo sanno, ma potrebbero essere le prossime famiglie di cervelli in fuga.
«Trasferte e consigli» è la rubrica di aiuto pratico e di eventuali progetti comuni ed è dedicata ad accogliere richieste e testimonianze specificatamente legate al tema del viaggio e della trasferta delle mamme dei cervelli in fuga «nell'altro mondo». In questa rubrica si trovano anche consigli pratici per mamme ancora inesperte o dubbiose: dal come spedire un pacco, alla scelta della telefonia internazionale migliore fino al come cucinare un piatto di casa all'estero.
«Cuore di mamma e papà» pubblica racconti, liberi pensieri e poesie di quei genitori che preferiscono avvicinarci via mail.
Gli articoli sono pubblicati anche sotto pseudonimo per garantire la privacy di mamme, papà… e dei figli.
Avete promosso anche altre iniziative?
La nostra comunità è molto vivace, soprattutto su Facebook, quindi cerchiamo anche di sviluppare progetti collettivi: per esempio, recentemente alcune mamme hanno postato foto dei figli o foto che le ritraggono con i figli (non so quanto i figli siano felici di ciò…) e così abbiamo lanciato il progetto «Album delle mamme e dei papà dei cervelli in fuga» e il servizio «Mamma cerca Mamma» dedicata a chi cerca informazioni di viaggio, compagne di viaggio o amici per i propri figli.
Rilanciamo anche notizie di stampa di interesse per genitori e figli, dati statistici e rapporti di ricerca e lo scorso inverno abbiamo anche promosso un sondaggio on line sul modo di essere genitori a distanza.
Inoltre, e questo è un annuncio in esclusiva, presto ci sarà un'iniziativa live ma è ancora un segreto!
Quanta partecipazione riuscite a stimolare?
In termini quantitativi abbiamo circa 4.500 genitori tra iscritti al sito, visitatori e followers sui social.
Si tratta di genitori che vivono in tutt'Italia, dalla Valle d'Aosta alle isole e che hanno figli che oggi risiedono in tutti i paesi del mondo. Soprattutto abbiamo una grande partecipazione attiva e un gran desiderio di condivisione perché in poco tempo il portale e i social sono diventati anche un luogo di incontro: per esempio Rossella e Manuela sono due mamme che vivono in città diverse ma hanno entrambe le figlie a San Francisco. Si sono incontrate sulla nostra pagina Facebook e ora progettano una “spedizione” insieme a San Francisco.
Ci sono Daniela, Carmen e Antonia che hanno voluto condividere la loro gioia per il successo delle loro figlie (una designer in Australia, l'altra croupier a Malta, l'altra ancora biotecnologa a New York).
E poi c'è Nicoletta che ha una figlia a Parigi e si preoccupa per la socializzazione e l'inserimento della figlia così, attraverso la nostra pagina Facebook, si è messa in cerca mamme con figli a Parigi per farli incontrare con sua figlia. E ancora, c'è una mamma che ha voluto festeggiare il compleanno del figlio con le altre mamme online suscitando simpatia e complicità negli altri utenti che si sono affrettati a farle gli auguri.
Infine un'altra mamma ha raccontato di avere addirittura partecipato via Skype al matrimonio del figlio ed ha condiviso quest'esperienza sul portale.
Chi sono per voi i “cervelli in fuga”?
Diciamo subito che utilizziamo l'espressione “cervelli in fuga” perché è quella mediaticamente più diffusa, quella che immediatamente ci fa pensare ad un giovane espatriato. Ma “cervelli in fuga” sono tutti i giovani talenti italiani in giro per il mondo: i giovani cuochi e sommelier, gli hair stylists, i pizzaioli, gli atleti e i personal trainer, gli attori e registi, gli studenti, i ricercatori e gli accademici e i tanti altri.
Sono tutti i giovani che lasciano l'Italia, in parte, per carenza di opportunità di lavoro ma, in parte, anche perché scelgono di fare un'esperienza all'estero per crescere, maturare, specializzarsi, staccarsi dalla propria famiglia o dalla propria cerchia di amici e, in parte ancora, perché si sentono e sono cittadini del mondo.
Da questo punto di vista, i giovani expat e le loro famiglie rappresentano uno spaccato molto privilegiato dell'emigrazione contemporanea e quindi, sebbene a volte noi mamme siamo malinconiche o a disagio, non abbiamo il diritto di farne un dramma domestico.
Come fanno le famiglie a superare la sindrome del nido vuoto?
In questo caso, la tecnologia fa da padrone.
Molti genitori dei “cervelli in fuga” imparano l'uso di tecnologie e imparano a vivere in una realtà semi-virtuale grazie a strumenti e programmi di comunicazione, in particolare le videochiamate.
L'avvento di questi programmi ha cambiato le abitudini di molte famiglie creando, per esempio, appuntamenti quotidiani (magari…) o settimanali, differenza di fuso orario permettendo.
La tecnologia delle informazioni permette anche di conoscere luoghi e avvenimenti che accadono negli «altri mondi» perché essere aggiornati su quanto accade nel mondo dei figli distanti è un altro modo per ridurre la distanza stessa e superare la sindrome da nido vuoto. Tuttavia, bisogna constatare che ci sono anche famiglie italiane che non navigano in rete, non incontrano i figli per anni (per la troppa distanza, per il viaggio troppo lungo e costoso) e non parlano lingue straniere ma provano ad impararle anche se sono in età avanzata. E' difficile raggiungere queste famiglie attraverso un portale online ma stiamo pensando ad un qualche altro sistema (che ne dite del passaparola?) per raggiungerle ed aiutarle a sentirsi meno sole.
Ci sono tipologie di mamme e di comportamenti?
Si, diciamo che esistono dei tratti distintivi della genitorialità a distanza.
In base ad alcune analisi che abbiamo condotto, possiamo dire che – prescindendo dal background personale e dallo status socio-economico familiare (che non sono stati investigati) - la genitorialità a distanza può essere solidale, polemica, inquieta o affrancata.
I genitori solidali provano ed esprimono un forte senso di orgoglio, di ammirazione nei confronti dei figli lontani che, tuttavia, non impedisce loro di avere anche momenti di malinconia. L'essere solidali si esprime soprattutto attraverso la ferma convinzione che i giovani debbano fare le proprie scelte senza soffrire di sensi di colpa.
I genitori polemici manifestano dolore, insofferenza e collera mentre ammirazione e orgoglio verso i figli all'estero sono sentimenti quasi del tutto estranei. Inoltre, di solito, non hanno condiviso la decisione di lasciare l'Italia, non apprezzano affatto il paese in cui i figli vivono, si sentono a disagio quando sono ospiti in casa dei figli, provano imbarazzo rispetto alla lingua straniera. Si tratta maggiormente di genitori alle prime armi nella relazione a distanza.
I genitori inquieti sono anch'essi prevalentemente alle prime armi e questo spiegherebbe perché, ad una profonda malinconia, si associa sempre anche un forte senso di preoccupazione che si manifesta sia attraverso la costante ricerca di contatto, ricorrendo a tutti i mezzi tecnologici a disposizione, sia aggiornandosi su ciò che accade nel paese straniero che ospita i figli.
I genitori affrancatati sono coloro che vantano una lunga esperienza nel ruolo a distanza al punto che ormai l'assenza dei figli ha consentito di riappropriarsi, almeno in parte, della propria libertà. Presumibilmente si tratta di genitori anagraficamente più anziani perché, avendo essi maggiore libertà da impegni lavorativi, possono approfittare dei figli all'estero per viaggiare di più.
C'è un messaggio che vorreste dare ai nostri utenti?
Siate sereni ma, se potete, fate una telefonata in più a casa e consigliate alle vostre mamme e papà di unirsi alla nostra community, saranno i benvenuti.
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