Gli espatriati ci raccontano come vivono il secondo lockdown

Vita quotidiana
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Scritto da Veedushi il 17 novembre, 2020
La seconda ondata di coronavirus investe impetuosa diversi paesi europei e scatta il secondo lockdown. Abbiamo contattato alcuni espatriati che ci raccontano cosa ne pensano del blocco. 

Secondo Frank, che vive in Germania, questo nuovo lockdown non è così rigido come il primo. Scuole, uffici, negozi, eccetto ristoranti e luoghi ricreativi, rimangono aperti. Per quanto riguarda la vita sociale, gli incontri sono ora limitati ad un massimo di due famiglie. "Lo stop è fastidioso ma meno opprimente di quello precedente."

Tom, un americano espatriato a Stoccarda, puntualizza che anche bar, cinema, teatri, palestre, parrucchieri e centri estetici sono chiusi. Gli eventi sono stati cancellati. “La maggior parte delle università è inaccessibile dall'inizio della primavera. Le scuole e gli asili nido restano aperti, ma quando un bambino risulta positivo, l'intera classe viene messa in quarantena per 2 settimane".

Oggi in Germania l'uso della mascherina è obbligatorio all'interno degli esercizi commerciali e sui mezzi pubblici. Tom puntualizza che è consigliato indossarla anche all'aperto, per strada. Secondo Jean Luc, un espatriato francese, molti cittadini sono contrari all'uso delle mascherine. "Credo che le autorità tedesche abbiano preso le decisioni giuste. Molte aziende hanno optato per lo smartworking. In altre, gli orari di lavoro sono stati modificati per limitare le interazioni tra i dipendenti. Malgrado ciò, il numero di nuove infezioni è salito alle stelle". I casi di contagio, ad oggi, sono più di 738.000. 

Victoria, espatriata indonesiana in Francia, crede che le misure in atto siano troppo restrittive. “Sono una musicista professionista, tutti i miei concerti (ripresi da poco) sono stati nuovamente cancellati quindi approfitto del tempo a disposizione per fare cose in casa e ristrutturare lo studio di registrazione." Al momento, la scuola che frequenta la figlia, resta aperta. "La accompagno al mattino e vado a riprenderla nel pomeriggio. Porto sempre con me un documento rilasciato dall'istituto, in caso mi fermasse la polizia". Victoria ci racconta inoltre che il marito lavora all'estero e non può rientrare. " Sono in stretto contatto telefonico sia con lui che con i miei parenti in Indonesia. Per fortuna riesco a vedere un paio di amiche quando esco per la boccata d'aria quotidiana. Posso uscire un'ora al giorno ma devo rimanere nei pressi dell'abitazione."

Ben appartiene alla categoria dei lavoratori essenziali. "Sono autorizzato a spostarmi ma faccio molta attenzione. La cosa che mi pesa di più è non poter svolgere attività nel tempo libero ma è uno sforzo necessario, per il bene di tutti. Mantengo la mia positività sperando di uscire presto da questa situazione".

Anche il Regno Unito è tornato in isolamento, ma questo non stravolge la quotidianità di Jeff, un espatriato americano. “Per me e la mia famiglia le cose cambiano poco. Continuiamo ad indossare la mascherina e questo non ci disturba. Non frequentiamo i pub quindi il fatto che siano stati chiusi di nuovo non ci tocca direttamente. Credo che il virus abbia ripreso a circolare in modo cosi violento perchè la gente non rispetta le distanze di sicurezza".
Pur incoraggiando il telelavoro, la maggior parte degli uffici sparsi sul territorio britannico resta aperta, così come le scuole. In caso di sospetto contagio, sia alunni che insegnanti devono isolarsi e seguire il protocollo in vigore. 

Per Vincent, che si è da poco trasferito a Creta, il governo greco sta reagendo attivamente. Tuttavia, sottolinea come i cretesi prendano la situazione alla leggera. “Dato che sull'isola non ci sono stati molti contagi, alcuni credono che il COVID-19 sia una montatura. Solo quando ho detto loro che conosco persone che purtroppo sono morte, hanno iniziato a prendere la situazione sul serio". Secondo Vincent il lockdown a Creta è stato meno restrittivo che nel resto dell'Europa. “Le attività commerciali non essenziali ed i centri culturali sono chiusi, ma vedo tanti negozietti ancora aperti. Devo però ammettere che il fatto di trovarmi qui in questo momento mi fa sentire più al sicuro".

A proposito di Veedushi

Assistente editoriale e scrittrice di contenuti per Expat.com, Veedushi nutre un profondo interesse per le culture e le tradizioni straniere.