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Espatrio e restrizioni sulla libertà di movimento: ripercussioni sulla salute mentale

Engin Akyurt / Pexels
Scritto daMaria Iotovail 16 Febbraio 2021

Discutiamo con Lisl Foss, psicoterapeuta all'estero, dell'impatto che le restrizioni sulla libertà di movimento hanno sulla salute mentale degli espatriati. Incontriamo anche le sorelle Hannah e Miriam Mold che ci parlano del loro soggiorno obbligato nel Regno Unito durante la pandemia e dei loro piani per rientrare in Canada e in Australia, dove vivono.

Durante la pandemia, alcuni espatriati sono rimasti nel paese di espatrio e altri sono tornati a casa. Ci sono poi tutte quelle persone la cui visita nella terra d'origine è coincisa con l'epidemia del Covid-19 e si sono trovati bloccati, sia da restrizioni governative che da preoccupazioni personali.

Il consiglio dell'esperta

Difficoltà di concentrazione, ansia, depressione, paura, incertezza, irritabilità, noia, solitudine e frustrazione sono alcuni degli stati d'animo affiorati nelle persone durante la pandemia, derivanti dalla perdita di controllo della propria vita e dall'imprevedibilità del futuro. Nonostante questi sentimenti destabilizzanti, la psicoterapeuta Lisl Fos incoraggia a guardare al cambiamento come un'opportunità per crescere e per sviluppare un nuovo modo di approcciarsi alle situazioni.

Lisl dice: “Il cambiamento fa parte della vita. Ci induce a fare e vedere le cose in modo diverso, a volte per il meglio. Non è la prima volta che attraversiamo una crisi mondiale. Affronta il momento presente senza perdere d'occhio il domani".

Come affrontare il disagio psicologico durante il Covid-19?

Concentrati sul qui e ora, goditi le piccole cose e non fare piani troppo rigidi. Ricorda a te stesso che le cose alla fine cambieranno perché questa è una delle leggi della natura. Risolvi un problema alla volta e sii aperto a fare le cose in modo diverso rispetto a prima. Considera ogni sfida come un'opportunità di crescita. Fai esercizio fisico regolarmente, segui una dieta sana e dormi a sufficienza. Resta in contatto con amici e familiari.

Il settore dei viaggi è quello più colpito dal Covid-19 e immediatamente legato alla vita degli espatriati. In che modo le restrizioni di viaggio influiscono sulla psicologia dei viaggiatori a lungo termine e delle persone il cui stile di vita dipendeva da spostamenti frequenti?

Le persone potrebbero sperimentare un aumento dei livelli di frustrazione e un senso di impotenza. Ciò potrebbe causare ansia, preoccupazioni a livello lavorativo e problemi finanziari. Alcuni reagiscono lavorando più duramente e più a lungo, il che impatta negativamente sulla loro salute e sul loro benessere, altri si chiudono in loro stessi rischiando la depressione.

Come possiamo affrontare la solitudine e la perdita di uno scopo nella vita, causate dall'isolamento?

E' importante avere una routine quotidiana e mantenerla il più possibile. Includi nella giornata dei momenti in cui fai qualcosa per te. Entra in contatto regolare con gli altri tramite i social media. Fai esercizio in modo che le endorfine migliorino il tuo umore. Usa l'isolamento come un'opportunità per studiare qualcosa di nuovo o per partecipare a conferenze e webinar online per approfondire le tue conoscenze. Anticipa i momenti di vulnerabilità e contatta per tempo persone che possano aiutarti a superare i momenti di solitudine e sconforto.

Come sostenere la salute mentale di amici, familiari, partner e figli durante la pandemia?

Siamo tutti stressati in questo momento; se qualcuno si comporta in modo scortese, potrebbe non avercela con te e il suo atteggiamento potrebbe essere una conseguenza del suo stato d'animo. Lascia correre e non portare rancore. Riconosci i piccoli traguardi quotidiani delle persone che ti circondano; incoraggiali a tenersi in movimento (ove possibile) e a mantenere i contatti con l'esterno tramite i social media.

Quali sono i segnali che evidenziano un momento di fragilità?

Sensazione di pianto e abbattimento; mancanza di motivazione. Stanchezza, anche la mattina appena svegli. Perdita di interesse per quello che prima ci appassionava. Tendenza ad isolarci. Irritabilità persistente o senso di preoccupazione per il futuro.

Il ritorno a casa di due sorelle inglesi

Hannah si trasferisce a Vancouver, con il compagno, alla fine del 2018 con un visto IEC di due anni (International Experience Canada Working Holiday). Poco dopo il loro arrivo, trovano lavoro. Nel marzo 2020 vanno in vacanza per dieci giorni alle Hawaii, una destinazione in voga per chi, come loro, vive in British Columbia. Mentre stanno andando a Maui, dove il segnalo telefonico è pressochè assente, l'OMS dichiara la pandemia.

Riescono a sapere che il Canada potrebbe bloccare l'ingresso di tutti cittadini non canadesi e, chi entra, deve sottoporsi ad un periodo di quarantena. Hannah e il compagno riescono ad imbarcarsi sul volo di ritorno giusto a tempo. Due giorni dopo, il 16 marzo 2020, il Canada chiude le frontiere.

Alla fine di maggio, Hannah è tornata nel Regno Unito a causa di problemi di salute del padre. Se non ci fosse stata la pandemia, probabilmente avrebbe già fatto ritorno in Canada. Ma ha deciso di restare a casa un po' più a lungo in attesa che entrambi i paesi allentino le restrizioni sui viaggi internazionali. 

Qual è l'attuale situazione Covid in Canada e nel Regno Unito?

Il Canada è un paese molto esteso. So che in Ontario e in Quebec la situazione è stata allarmante; penso che in British Columbia lo sia stata un po' meno. Le restrizioni adottate sono state appropriate. Le operazioni sono state guidate da un ufficiale sanitario provinciale, non affiliato ad un partito politico. Credo che questo abbia fatto la differenza rispetto alla Gran Bretagna dove la risposta ha assunto uno stampo politico. A mio avviso per lo meno.

Hai potuto mantenere il tuo impiego in Canada?

Lavoro per un'organizzazione fantastica e sia il mio capo, che i colleghi, sono stati di grande supporto in questo momento difficile. Faccio orari strani, a causa del fuso orario, ma non mi pesa.

Come affronti lo stress e l'ansia legati al Covid?

In genere sopporto bene lo stress e l'ansia, e l'ho fatto anche in questa circostanza. Certo, non è stato facile, ho vissuto situazioni frustranti, ma tutto considerato credo di stare bene. Tenermi occupata grazie al lavoro mi ha aiutato. Suppongo che mi renderò conto del livello di stress che ho affrontato, solo quando ne saremo usciti. Mi ci vorrà un po' per tornare normalità e per sentirmi di nuovo a mio agio tra la folla. Ma non vedo l'ora.

La tua salute fisica e mentale si è modificata nell'ultimo anno?

Dormo di più, ma penso sia dovuto agli orari di lavoro sfasati. Faccio meno attività fisica. In Canada vivevo molto all'aria aperta e mi muovevo tanto. 

Hai fiducia nei sistemi sanitari dei due paesi?

Ho fiducia nel sistema sanitario britannico anche se gli ospedali sono attualmente al collasso. Spero che questa crisi faccia capire al governo il valore del sistema sanitario pubblico, e che si adoperi per proteggerlo. Circa la sanità canadese, non saprei, non l'ancora sperimentata. Ma non ho motivo di non fidarmi.

Qualcosa di positivo da questo momento?

In condizioni normali non avrei potuto lavorare da remoto per così tanto tempo. Mi occupo di organizzazione di eventi e, a causa del Covid-19, questo settore al momento opera online.

La tua azienda offre supporto psicologico agli impiegati in questo periodo?

Si, hanno messo a disposizione uno psicologo. Inoltre, ogni due settimane, ci danno la possibilità di partecipare a classi online di meditazione, di fitness etc... 

La sorella di Hannah, Miriam, ha lasciato l'Inghilterra nel 2016 per trasferirsi in Australia, dove ha preso la nazionalità. Come sua sorella, è tornata in Inghilterra alla fine di maggio dell'anno scorso per motivi familiari. Ora sta aspettando di vaccinarsi e che i prezzi dei voli scendano per tornare in Australia, dove al momento si applicano pochissime restrizioni e bar, ristoranti, club e spiagge sono aperti.

Circa il suo stato d'animo durante la pandemia, Miriam racconta: “La parte più difficile del ritorno a casa è che non l'avevo programmato. Ora, a causa del coronavirus, non posso viaggiare. In Australia il virus è abbastanza sotto controllo mentre qui in UK siamo in lockdown. Sono bloccata a casa, non posso vedere gli amici e soprattutto mio padre non sta bene. Sono una persona positiva ma devo ammettere che questa situazione mi ha causato un po' di ansia. Quando sono sotto stress, il mio corpo ne risente (anemia, cattiva digestione, brufoli in faccia...).

Per far fronte allo stress e all'ansia legati al Covid, Miriam parla quotidianamente con i suoi amici e pensa al futuro. Dice: “Faccio progetti, anche se vaghi. Siamo tutti sulla stessa barca e questo rende più facile accettare il presente. Ascolto musica e podcast e mi concentro sulle cose che posso controllare".

La pandemia ha portato alcuni cambiamenti positivi nella vita di Miriam, inclusa la certezza che vuole vivere Australia, forse, per sempre. Ci fa sapere: "Ho iniziato a dedicarmi alla pasticceria, una passione da sempre. Ora vendo dolci a due negozi. Nel contempo passo tanto tempo in famiglia e ho riallacciato contatti con amici d'infanzia che avevo perso di vista. Ho cambiato il mio modo di vedere le cose. Se prima mi andava bene fare qualsiasi lavoro, ora voglio intraprendere una carriera in un settore che mi appassiona".

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A proposito di

Faccio parte del team di Expat.com e sono la persona di contatto per la comunità italiana. Ho una personalità comunicativa, proattiva e ho una ricca esperienza di vita all'estero.

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