Dalla Sardegna, passando per Milano, con destinazione finale Praga. Questo è il percorso di Giuseppe, un analista informatico sardo che ha lasciato la sua isola per andare a lavorare nel capoluogo lombardo. Lì ha conosciuto la sua compagna, originaria della Repubblica Ceca. Insieme si sono trasferiti a Praga dove lui ha aperto un'attività in proprio.
Ci racconti un po' di te, da dove vieni e quanto tempo fa hai lasciato l'Italia?
Sono un analista informatico e il mio viaggio è iniziato lasciando la Sardegna, dove sono nato, per trasferirmi nel “continente” e più precisamente a Milano dove il lavoro per me non manca. Dopo la scomparsa dei miei genitori ho conosciuto una ragazza ceca con cui ho condiviso qualche anno della mia vita e che mi ha fatto scoprire la Repubblica Ceca.
Quali sono i motivi del tuo trasferimento a Praga?
Posso iniziare dicendo che ho avuto la sensazione di tornare a casa e ancora adesso quando rientro dopo qualche lavoro “torno a casa”. I motivi sono stati principalmente l'affetto che la nuova famiglia mi ha concesso e la possibilità di avviare una piccola attività senza tutta la burocrazia del nostro paese.
Qual è stata la prima sensazione che hai provato dopo l'arrivo in questa città?
“Sentirmi a casa”. Mi sentivo sempre dire che i cechi erano persone fredde, asociali. Per mia fortuna, e grazie al mio carattere sempre gioviale, non ho ancora riscontrato questa diffidenza. Merito penso anche dell'amore che ho per lo studio della cultura del posto che mi ospita, del cibo, della lingua.
Che lavoro fai e che effetti ha avuto la pandemia sulla tua attività professionale?
Sono stato da sempre, grazie a mia nonna e mia madre, attratto dalla nostra cucina e insieme ad un altro sardo avevamo avviato una piccola attività di affitto breve termine di appartamenti su Booking.com e un piccolo bistrot con prodotti tipici. La pandemia ha asfaltato in pieno le due attività. La mia sopravvivenza è arrivata dal mio lavoro che non ho mai totalmente abbandonato di analista informatico.
A livello burocratico, quali formalità devono sbrigare gli stranieri che si trasferiscono in Repubblica Ceca?
L'unica vera strada da seguire è stata quella di cercare consulenti del luogo che potessero risolvere in toto le varie problematiche. Permesso di soggiorno, costituzione della società, pratiche fiscali. La vera sfida è stata evitare i ciarlatani che da ogni posto sbucavano come funghi e tanti provenienti dal nostro paese.
Come ti sei mosso per trovare casa?
Con la mia conoscenza base del ceco ho iniziato cercare nei siti e prenotare appuntamenti fino quando non ho trovato una signora che con la sua agenzia ha risolto tutto.
Quali zone/quartieri consigli per vivere e quali invece è meglio evitare?
Per un sardo l'acqua è vita e io consiglio ad esempio Vinohrady che si trova vicino il fiume a Na Plavka. E' comodo e si può girare a piedi o con i mezzi pubblici. Non ho esperienze di zone di Praga “brutte” o poco confortevoli o da evitare.
Come expat, puoi avvalerti del sistema sanitario pubblico e come si fa per iscriversi?
Su suggerimento della commercialista sono assunto dalla mia stessa ditta e usufruisco degli stessi servizi dei cittadini locali tramite la VZP. Quando ho scoperto che certi servizi che in Italia costano una fucilata qui sono quasi gratis, ho lasciato andare ogni dubbio legato al trasferimento.
Per vivere li, è necessario parlare il ceco o si riesce a comunicare anche in inglese?
Prima della pandemia l'inglese era molto usato e qui lo parlano meglio che dalle nostre parti. C'erano molte attività che avevano come bacino di utenza i turisti ma purtroppo la maggior parte ha dovuto chiudere.
Io sono una persona che si scusa quando inizia una conversazione in ceco ma, per fortuna, la gente del posto è cordiale e grazie anche alla mia indole affabile riesco sempre a farmi aiutare e correggere, se necessario.
Come ti piace trascorrere il tempo libero?
Leggere un libro in Na Plavka mentre sui navigli è impossibile, non ha prezzo. Come ben immagini qui la natura è ad ogni angolo della vita. Sia ben chiaro che io amo il mio paese ma quando per fare ogni cosa mi scontro con la burocrazia, anche per svolgere le pratiche più semplici, preferisco tornare nella mia nuova casa e vivere li.