Menu
Expat.com

Cose che possono destabilizzare chi vive all'estero

jeune femme choquée
Shutterstock.com
Scritto daAsaël Häzaqil 29 Dicembre 2022

Ogni espatriato è probabilmente rimasto sorpreso, o addirittura scioccato, da alcuni aspetti dello stile di vita nel paese ospitante. Il cibo, i rapporti sul lavoro e le usanze sono alcune delle cose cui bisogna adattarsi vivendo all'estero. Ma a volte, alcuni modi di fare sono difficili da digerire... altri sono incompatibili con i nostri valori. Come fare quando non sei in grado di accettare i lati negativi della cultura del tuo paese di espatrio?

Quando il cibo del paese di espatrio non rispecchia il tuo gusto

Pasta che non assomiglia neanche lontanamente a quella che avevi l'abitudine di mangiare, formaggio che è tale solo di nome, pane gommoso... L'esperienza dell'espatrio passa anche attraverso il cibo, e l'esito non è sempre positivo. Se manchi per lungo tempo da casa, potresti sentire la mancanza dei sapori dell'infanzia. Cerchi di ritrovarli nel paese che ti ospita ma è una causa persa perchè, pur a parità di ingredienti, il gusto dei cibi non è lo stesso. 
La cosa peggiore è quando vuoi coccolarti, cucinando un piatto che ti dà conforto, e non puoi farlo perché molti degli ingredienti previsti dalla ricetta non sono disponibili in loco. E' un motivo valido per fare le valigie? Ma no, dai!

Il numero di espatriati contrariati dalla sovrabbondanza di ristoranti fast-food negli Stati Uniti è cresciuto a dismisura. Ma non hanno lasciato il paese per questo. L'America è più di un gigantesco hamburger, e le verdure fresche sono presenti in abbondanza. Ad altri, invece, non vanno giù i piatti thailandesi, messicani, indiani o coreani perchè troppo speziati. Anche in questo caso, lo shock culturale non li spinge ad andarsene. Di contro, per le persone che soffrono di intolleranze alimentari, o che seguono una dieta specifica, potrebbe essere più complicato. Per questo motivo, conoscere in anticipo le abitudini alimentari del paese ospitante è essenziale. La vita da espatriato è fatta di scoperta e adattamento. 

Lavorare all'estero: consuetudini discutibili

La mentalità anglosassone si basa sulla flessibilità. In Canada, le porte del mercato del lavoro sono sempre aperte, ma possono chiudersi altrettanto rapidamente. Gli stranieri che non sono abituati a questo sistema, mal accettano questa estrema durezza. Nel Regno Unito e negli Stati Uniti vige lo stesso principio. Negli Stati Uniti, anche il cosiddetto "sogno americano" ha subito gravi contraccolpi e tra gli stranieri si sta insinuando una sensazione di precarietà. Il paese è noto per la sua mancanza di previdenza sociale. La spesa sanitaria più irrisoria può gravare pesantemente sul bilancio di chi non ha un'adeguata assicurazione sanitaria.

In Giappone e in Cambogia le condizioni di lavoro sono piuttosto frustranti per gli espatriati più ambiziosi. È inutile prendere l'iniziativa per cercare di distinguersi. Anzi, questo tipo di atteggiamento non è ben visto, così come parlare a voce alta o la troppa eloquenza. Se sei un estroverso, quindi, devi tenere a freno la tua propensione. Ciò non costituisce tuttavia un motivo valido per lasciare il paese. Al contrario, hai tutto da guadagnare nel comprendere la cultura del tuo nuovo paese per integrarti meglio.

Quando il paese ospitante non rispetta i diritti umani

Il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori stranieri, e i sospetti di riduzione in schiavitù, hanno fatto scalpore in Qatar ben prima della Coppa del Mondo FIFA 2022. Amnesty International continua a mettere in guardia le altre organizzazioni internazionali. Trasferirsi in Qatar potrebbe sollevare delle perplessità, per l'ostentazione del lusso e le differenze di trattamento tra gli espatriati con posizioni manageriali e gli altri a cui viene attribuito il titolo di "migranti". Entrambi si trasferiscono per lavoro ma vengono percepiti in modo diverso. Questa forma di discriminazione fa discutere. Gli stessi quesiti sorgono per la Cina, la cui politica tende a controllare la libertà individuale. 

Il tornaconto economico non basta a giustificare un certo tipo di attitudine. È difficile lavorare serenamente in un paese che discrimina gli individui. Qualcuno obietterà che le disuguaglianze esistono ovunque e che bisogna conviverci. Ma la differenza tra un regime democratico e uno autoritario è netta. Molti stranieri hanno lasciato la Cina negli ultimi anni a causa delle sue politiche. In tanti hanno lasciato anche Hong Kong, e ben prima della pandemia.

Partire o restare?

Dipende dall'impatto che certe pratiche o modi di pensare hanno sulla tua vita quotidiana. È qualcosa che puoi tollerare? Sei costantemente a disagio? Quello che succede intorno a te ti disturba? 

Se la vita nel paese ospitante diventa insopportabile, allora chiediti se sia il caso di restare o andare.

Di solito gli stranieri si sforzano di conoscere e capire la cultura, il cibo, i modi di fare, le abitudini, i gusti in fatto di abbigliamento, ecc. del paese in cui vivono. Tutto va imparato da zero. Invece di rifiutare per partito preso, pensa che anche la gente del posto ignora le tue usanze. Non devi ovviamente farti piacere tutto. Può darsi che non capirai mai il senso di alcuni modi di fare le cose o di certe tradizioni, e va bene così. Conserva una mentalità aperta e cerca di adattarti il più possibile. 

Vita quotidiana
A proposito di

Ho una laurea magistrale in Giurisprudenza - Scienze Politiche e un diploma del Japanese Language Proficiency Test (JLPT) N2. Ho lavorato come addetta alla comunicazione. Ho oltre 10 anni di esperienza come web copywriter.

Commenti

  • Curzio Cantamessa
    Curzio Cantamessal'anno scorso

    Concordo pienamente con Sakura, espatriere per migliorare, i paesi migliori dell'Italia in ambito

    EU, sono molti, per questo ho scelto la Spagna, Costa Blanca, Tottevieja.


    Aprite le menti e mettetevi in viaggio...

  • Sakura85
    Sakura85l'anno scorso

    Beh, a parte il punto in cui parlate di diritti umanitari, cosa che dovrebbe interessare tutti e bloccare la partenza, il resto trovo che siano cose abbastanza inutili.

    Specie la prima.


    Come hai detto giustamente tu, emigrare significa ADATTARSI.

    TU adatti. NON il paese ospitante che si adatta a te.

    Questo lo vedo e tocco con mano ogni giorno quasi.

    In Germania.

    Con la stragrande maggioranza degli italiani, ma non solo.


    Mi spiace, ma la soluzione è una sola: tornare a casa.

    Se non ti sta bene il cibo, il meteo, il modo lavorativo, l'accoglienza di indigeni e non... Torna a casa invece di frignare e lamentarti.

    Se non ti sai sacrificare ed integrare, torna a casa.

    Semplice.



Più articoli

Visualizza tutti gli articoli

Articoli per aiutarti nel tuo espatrio

Tutti gli articoli della guida