Lo scorso 8 settembre, il Marocco è stato colpito da un violento terremoto. Secondo il Servizio Geologico Statunitense (USGS), le scosse hanno avuto una magnitudo di 6,8, mentre il Centro Geofisico Marocchino ha registrato una magnitudo di 7,2. Gli organi di informazione locale parlano del terremoto più violento che il Paese abbia mai sperimentato in oltre 120 anni. Gli espatriati che si trovano in Marocco da diversi anni hanno visto la loro vita trasformarsi in un incubo nel giro di pochi minuti.
La Rose des Vents, un membro attivo sul forum Marocco di Expat.com in lingua francese, ha pubblicato un messaggio straziante sabato 9 settembre. "Purtroppo anche noi abbiamo delle vittime in famiglia. Per fortuna i bambini stavano dormendo quando il terremoto ha colpito e li abbiamo portati fuori, nella piazza pubblica. Non siamo ancora riusciti a contattare un altro familiare, ma speriamo che si tratti solo di un problema con la linea telefonica", ha detto questo cittadino belga. Venerdì sera non si conosceva ancora l'entità dei danni, ma sabato mattina la situazione ha iniziato a prendere una piega catastrofica.
Disastro in Marocco
Meno di mezz'ora dopo la prima scossa, un'altra di magnitudo 4,8 si è verificata nei pressi di Casablanca, dove vive una grande comunità di espatriati. Françoise, una pensionata francese, scrive sul Forum Marocco che molte persone hanno lasciato le loro case in preda al panico, temendo una scossa di assestamento più violenta. Mithié, un espatriato ad Agadir fa sapere: "La mia casa a Charaf non è stata danneggiata, ma abbiamo sentito la terra tremare abbastanza forte per circa venti secondi". A Chaouen, un altro espatriato dice: "Qui non abbiamo sentito nulla. I parenti di mia moglie hanno tentato più volte di chiamarci, ma non ci sono riusciti perché la linea telefonica era interrotta in alcuni punti. Loro, che abitano a Khemisset, hanno avvertito le scosse, così come i miei amici a Sidi Bouzid".
Mentre ad Agadir le infrastrutture non hanno subito grossi danni, purtroppo non è stato così a Marrakech, Ouarzazate e Taroudant. Sabato mattina, il Ministero degli Interni annunciava un bilancio di 820 morti e 672 feriti. A mezzogiorno, le autorità locali riportavano 1.037 morti e 1.204 feriti, di cui 721 gravi. Domenica, il bilancio provvisorio delle vittime raggiungeva 2.012 morti e 2.059 feriti nelle varie province e prefetture. Al momento della stesura di questo articolo (12.09), il bilancio è di oltre 2.900 morti. Secondo la stampa internazionale, si tratta del terremoto più mortlae che il Marocco abbia mai sperimentato dal 2004, quando furono registrate 600 vittime nei pressi di Al Hoceima, una città di montagna a nord del Paese.
Un fine settimana drammatico a Marrakech
Secondo Mithié, la città di Agadir non ha riportato danni visibili, ad eccezione di alcuni rivestimenti in muratura che sono caduti a terra. "Anche se il terreno e le case hanno subito delle forti scosse, le strutture hanno retto bene". Françoise aggiunge: "La mia villa, costruita nel 1990, non ha nemmeno tremato. Non c'è stato un solo mattone o un vetro rotto. Negli appartamenti dei miei amici si sono rotte alcune cose, ma niente di rilevante". La situazione peggiore è stata quella di Marrakech, che venerdì sera è piombata nella disperazione.
"La nostra famiglia è tra le tante vittime", dice La Rose des Vents, ancora sotto shock. "Lunedì mattina, una collega di mia moglie ha segnalato la scomparsa di tutti i suoi studenti! Diversi douar (piccoli villaggi) dove abbiamo vissuto in passato non hanno ancora ricevuto aiuti, sono tagliati fuori dal mondo". Stando alle sue parole, la protezione civile ha impedito a gran parte della popolazione di rientrare nelle proprie case. "Questa misura è stata presa più che altro per paura che i vecchi edifici crollassero dopo il terremoto di venerdì”.
La risposta della comunità degli espatriati
Oltre ai messaggi di solidarietà che stanno arrivando da tutto il mondo, la comunità internazionale sta lavorando alacremente per aiutare le persone colpite dal disastro in Marocco. Arif Esa, un britannico che vive in Marocco da oltre dieci anni, ha lanciato una campagna di raccolta fondi. "La portata di questa tragedia è vasta, con oltre 300.000 persone direttamente colpite dal disastro. L'impatto si estende anche al patrimonio culturale del Marocco, con la storica Moschea di Tinmel, sulle montagne, e la città vecchia di Marrakesh, patrimonio dell'UNESCO, che hanno subito danni ingenti. Di fronte a queste avversità, la pressione esercitata sul governo marocchino affinché accetti più aiuti internazionali, è sempre più forte. Finora, l'assistenza è stata estesa solo a quattro nazioni: Spagna, Regno Unito, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Servono rinforzi perché i soccorritori sono esausti e hanno bisogno di supporto".
L'esperto sottolinea che il terremoto ha impattato la vita di tanti espatriati. "Ci sono state segnalazioni di espatriati e turisti intrappolati nei siti storici della vecchia medina, in particolare nei riad. Purtroppo, alcuni di loro hanno perso la vita. È una situazione straziante, che ha scosso tutti. Nonostante le avversità, la resilienza e la solidarietà della comunità straniera e marocchina sono state davvero notevoli. Numerose squadre e gruppi di supporto si sono mobilitati per assistere nelle operazioni di evacuazione e salvataggio. Molti espatriati non hanno esitato a dare una mano come hanno potuto. Le persone si sono unite per aiutare chi ne aveva bisogno, offrendo riparo, cibo e sostegno emotivo.
Cosa stanno facendo le autorità?
Il governo marocchino sta monitorando attentamente la situazione e valutando la sicurezza delle infrastrutture. Molti abitanti del luogo, espatriati e turisti si sono sistemati all'aperto mentre gli edifici vengono controllati. "L'incolumità di tutti i residenti e dei turisti sono di primaria importanza mentre la nazione è alle prese con le conseguenze di questo devastante terremoto. I nostri pensieri e preghiere sono rivolti a tutte le persone colpite e continuiamo a impegnarci per fornire supporto e assistenza. Insieme, affronteremo questi tempi difficili e lavoreremo per garantire la ripresa delle comunità colpite", ha dichiarato Arif Esa, CEO di una società di consulenza nel settore petrolifero.
Sebbene il governo abbia accettato aiuti da diversi Paesi, tra cui Spagna, Regno Unito, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, le autorità sottolineano che il contributo di tutti è ben accetto, comprese le donazioni in denaro, di generi alimentari e di sangue. Nel frattempo, sono state mobilitate squadre di soccorso per partecipare alle operazioni di ricerca e salvataggio, per valutare l'entità dei danni alle infrastrutture e alle abitazioni, e per coordinare la distribuzione di beni di prima necessità nelle aree colpite.
Chiunque abbia familiari in Marocco dovrebbe contattare le ambasciate di riferimento, che mettono a disposizione informazioni e consigli sui loro siti web.