Ciao Rossana e grazie per averci concesso quest'intervista! Ci parli un po' di te e delle ragioni che ti hanno portata in Kenia?
Stanca di una vita che per me non è più a misura d'uomo, stanca di lavorare per sopravvivere, stanca di non avere più sogni, cercavo un posto dove scrollarmi di dosso il peso di una vita che non sentivo più a mia misura. Ma ho dovuto aspettare che le mie figlie diventassero donne autonome.
Vedova da 12 anni nel 2012 mi sono licenziata e sono partita.
In che parte del Paese ti trovi?
Sono a Watamu (Malindi) sulla meravigliosa costa del Kenya.
Qui davvero non ti stanchi mai di osservare l'oceano.
Sempre lo stesso eppure sempre diverso. Il fenomeno delle maree è incredibile.
Sei espatriata con la famiglia?
No, sono sola. Poi una vecchia conoscenza si è trasformata e ora ho un dolcissimo compagno kenyota.
Cosa facevi in Italia e ti cosa ti occupi attualmente?
In Italia ero un operatore sanitario.
Qui costruisco oggetti di carta e sto disegnando una linea di abiti che andrò a produrre.
Cosa consigli di mettere in valigia a chi sta per trasferirsi in Kenia?
Dipende molto dalle esigenze personali e dalle disponibilità economiche.
Consiglio di portare biancheria intima e lenzuola di cotone perché non sono di qualità a meno che non si vada a Mombasa o Nairobi. Qui la maggior parte di queste cose contiene molta fibra sintetica.
Gli elastici hanno vita breve.
Colore per i capelli se dove si va non si ha la certezza di trovare un buon parrucchiere.
I cuscini se si hanno esigenze particolari.
Pentole di buon acciaio inossidabile.
Adattatori di corrente, repellenti per le zanzare e creme solari si trovano nei supermercati locali o in farmacia e non hanno costi proibitivi.
Quali sono le formalità burocratiche da espletare per un Italiano che voglia risiedere in Kenia?
In Kenia con visto turistico puoi soggiornare un massimo di sei mesi. Altrimenti bisogna essere imprenditori con un iter difficile e costoso.
Si può richiedere un permesso di residenza come pensionati oppure ci si sposa ma il permesso vale solo per le donne straniere che sposano un indigeno (l'uomo è il capo famiglia) non per gli uomini.
Come giudichi il costo della vita nella zona Watamu-Malindi?
Abbastanza buono se paragonato alla vita in Italia, costoso se si tiene conto degli stipendi locali.
Certamente se uno vive all'europea e' molto costoso.
Sono molti gli Italiani espatriati a Malindi? In generale di cosa si occupano?
Si, c'è una grossa comunità di residenti.
La maggior parte ha attività che direttamente o indirettamente hanno a che fare con il turismo.
Ci descrivi una tua giornata tipo?
Al mattino sveglia alle 7, colazione all'aria aperta. Poi riordino casa, esco, un caffe', due chiacchiere.
Spesso prima di rientrare una passeggiata in spiaggia, un bagnetto.
Nel pomeriggio mi occupo delle mie piccole creazioni.
Poi arriva il momento di pensare alla cena e alla vita di coppia.
Qual è il tuo piatto tipico preferito?
Adoro il pilau, riso speziato con carne.
Gli aspetti che più apprezzi della tua nuova vita...
I ritmi più blandi (ma non troppo perchè poi mi irrito), non avere la necessità di essere sempre in ordine (capelli col fermaglio e trucco inesistente!), non sentire mai freddo.
Non sento costrizioni e mi sento me stessa.
Le cose a cui fai fatica ad abituarti...
Sono tante!
Sopratutto la difficoltà di trovare persone professionali. Qui tutti si inventano il lavoro e quasi nessuno sa cosa deve fare. Idraulico, elettricista, sarta.....tutto molto difficile!
Quali sono le prime parole che hai imparato nella lingua locale?
Habari ya asubuhi? ( è il saluto del mattino che si puo' tradurre "è una buona mattina?")
Jambo- ciao
Hakuna matata- nessun problema
I tuoi progetti per il futuro...
Trovare la strada per avviare una scuola professionale con veri artigiani.
Quando sarà il momento cercherò aiuto da artigiani in pensione che abbiano voglia di stare al caldo e aiutare questi giovani ad imparare un mestiere.
Imparare bene significa poter spendere la propria professionalità ovunque, non solo nel proprio villaggio.
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