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L'imprenditore francese Fabrice Le Dantec-Gaussen e la sua famiglia avevano pianificato tutto. Il loro volo per Mauritius doveva decollare il 21 marzo, ma il 19 l'isola ha chiuso i confini. Esperto in gestione patrimoniale per espatriati, ci parla della sua quotidianità in attesa di partire.
Raccontaci qualcosa di te
Sono Fabrice Le Dantec-Gaussen, sposato con Kristina, due figli, siamo francesi, espatriati da più di quindici anni.
L'incontro con Kristina è stato cruciale: dopo aver vissuto la prima parte della mia vita nel sud-est della Francia, ho sposato la donna della mia vita, viaggiatrice incallita. Decidiamo di andare a vivere all'estero insieme.
Con un certificato in Business Administration in mano siamo partiti per il sud-est asiatico. Due anni nelle Filippine dove è nata nostra figlia Ilawan. L'anno successivo, in Bretagna, nasce nostro figlio Sweban. Si tratta dell'unico periodo trascorso in Francia. I nostri figli hanno vissuto sette anni in Madagascar, poi cinque anni in Botswana e infine due anni in Kenya...
Grazie a queste esperienze ho acquisito una solida esperienza internazionale come business manager a capo di progetti finanziari nel settore delle telecomunicazioni, delle infrastrutture e delle energie rinnovabili.
Da quanto tempo prepari il tuo progetto di espatrio?
È un progetto a cui sto lavorando da diversi anni e che ha preso forma alla fine del 2019 grazie ad una mia svolta professionale.
Perché hai deciso di trasferirti all'estero? E perché proprio a Mauritius?
Come prima cosa, l'apertura mentale e la differenza culturale sono fattori che arricchiscono... Scelgo Mauritius per il suo contesto educativo, il suo potenziale e la sua qualità di vita. I miei figli parlano inglese e l'isola aprirà loro le porte a molte università internazionali.
La mia vasta conoscenza delle problematiche sull'espatrio acquisita durante i miei anni all'estero mi consente oggi di mettermi in proprio e di fornire consulenza personalizzata e su misura alla comunità francese come consulente patrimoniale: come agente del gruppo Equance, ho competenze in materia di diritto civile, matrimoniale, tributario, previdenziale, diritto internazionale privato, successioni, nonché di gestione finanziaria e di finanziamenti immobiliari.
Mauritius è la soluzione ideale sotto un punto di vista personale, professionale, familiare.
A che punto sei del progetto?
Giovedì 19 marzo 2020 mi sono svegliato con la notizia Mauritius avrebbe chiuso le frontiere il giorno successivo... I nostri biglietti aerei erano prenotati per sabato 21 marzo con Air Mauritius. Avevo già ottenuto il permesso di lavoro ed avevo iniziato a lavorare con Equance due settimane prima. La casa era affittata, il contratto di affitto firmato, gli acconti versati… La scuola dei ragazzi sarebbe iniziata il 23 marzo!
Eravamo quindi nella fase conclusiva del progetto... Ma il Covid-19 ha deciso diversamente.
Come ti sei organizzato ora che il tuo progetto è bloccato?
Assieme alla famiglia sono rimasto bloccato in Kenia per quattro mesi. La maggior parte delle nostre cose erano state vendute, macchina compresa, quindi ci siamo organizzati in modalità campeggio. I bambini hanno seguito le lezioni via Zoom. Abbiamo imparato a vivere nell'incertezza, imparando a conoscere questo nuovo virus alla radio.
Grazie ad un volo di rimpatrio organizzato dall'Unione Europea a luglio, siamo tornati in Francia.
Dal punto di vista professionale, grazie ai webinar e al telefono, posso lavorare a qualche dossier e stabilire contatti con i clienti.
Cosa ne è del tuo progetto di trasferimento?
Spero di vedere la fine del tunnel a fine settembre e di potere, presto, raggiungere Mauritius, dove ci aspettano altre sfide. Alla crisi sanitaria si aggiunge quella economica. Essere lavoratori autonomi in questo periodo non è facile, ma guardo oltre. Il Covid mi ha costretto a rinviare la partenza di più di sei mesi ma questo è un progetto a lungo termine. Andare a vivere a Mauritius rimane il desiderio sia mio che della mia famiglia.
Come affronti questa situazione? E la tua famiglia ?
È un periodo delicato che ci sta insegnando a dare il giusto peso alle cose e a vivere il presente. Abbiamo approfittato del lockdown per passare tanto tempo insieme. Questo periodo ci ha uniti.
Non vediamo l'ora che arrivino nuovi giorni e che si aprano nuovi orizzonti... Dopo un periodo difficile in Kenia, ci ha fatto piacere passare l'estate in Francia. Rimaniamo però focalizzati sul nostro espatrio a Mauritius.
Sei un imprenditore. Che impatto ha la crisi sanitaria sulla tua carriera professionale?
Le conseguenze del COVID-19 sono dirette e mi colpiscono sotto diversi aspetti... Nella mia professione il contatto diretto con il cliente è fondamentale. L'uso del web e dei social media ha agevolato il lavoro ma non può sostituire un incontro di persona. Le norme sul distanziamento sociale rendono tutto più complicato.
Il calo dell'attività è stato immediato, la fiducia nel sistema finanziario è stata scossa, e la volatilità del mercato non aiuta la ripresa degli investimenti. L'onda d'urto generata dal coronavirus resta da misurare. C'è stato anche un impatto immediato sugli investimenti immobiliari e finanziari. La volatilità dei mercati azionari complica il lavoro.
L'impatto finanziario sulla mia attività è diretto. A causa del lockdown, sia il mio reddito, che quello dei miei clienti, si è notevolmente ridotto e quindi bisogna cercare di sfruttare al meglio gli sgravi fiscali e le agevolazioni attualmente disponibili per non subire troppe perdite.
La crisi colpisce tutti, nessuno è risparmiato e questo ha rafforzato la nostra strategia di consulenza basata sulla lungimiranza e la diversificazione.
Hai dovuto rivedere il progetto di metterti in proprio?
Il progetto era già avviato quindi ho solo modificato il mio approccio alla consulenza. Ovviamente ho dovuto rivedere il piano d'azione e posticiparlo di circa sei mesi. In questo periodo le procedure amministrative e finanziarie sono più complesse da gestire. Ad esempio, l'approccio delle banche per i finanziamenti è ora più cauto e rigoroso. Ma state tranquilli, le transazioni immobiliari, sebbene rallentate, non si sono fermate. In questi mesi mi sono dovuto adattare ma sono andato avanti e non ho perso di vista l'obiettivo. Questa crisi ci ha costretti a sforzarci di più nel nostro lavoro, ad essere flessibili ed a familiarizzare con gli strumenti tecnologi... Ma non ha fatto cedere il mio progetto di espatrio nè la mia voglia di scoperta!
Come adattarsi all'era post-COVID 19 quando si è imprenditori?
Di base, come imprenditori, viviamo nell'incertezza e dobbiamo adattarci a situazioni instabili. Il Covid ha decisamente accentuato questa condizione che, malgrado tutto, ci sprona a sviluppare il nostro spirito di iniziativa mettendo in atto dei "piani B". Dobbiamo mantenere la capacità di tenerci informati, di seguire da vicino le nuove leggi, di essere flessibili e al passo con i tempi... I webinair, i social network e le varie associazione (camere di commercio, associazioni per espatriati ecc...) ci permettono di continuare a svolgere il nostro lavoro.
Ti occupi anche di gestione patrimoniale per espatriati. Che consigli puoi dare a chi già vive all'estero e a chi sta per espatriare?
Per cominciare consiglio una buona assicurazione e una copertura sanitaria. Oltre a questo è importante avere un reddito stabile. Immagino non sia facile per tutti quegli espatriati che hanno perso il lavoro e sono dovuto rientrare nel paese d'origine ma secondo me la crisi ha fatto nascere anche nuove opportunità. Ad oggi, non si registrano casi di coronavirus a Mauritius (ci sono casi importati ed i contagiati sono in quarantena) e, avendo fonti di reddito che non dipendano dal settore turistico o immobiliare, si vive bene. Non esitate a chiedere consigli alle persone che vi circondano e sappiate che Equance è disponibile per rispondere alle vostre domande!